Marchionne & Marcegaglia

IMG_2750+logo.jpgfoto MOWA

 

 

La Nota di Alice       

Le cose bisogna chiamarle col loro nome: Pomigliano e il Lingotto sono sconfitte, sonore e pesanti, per il movimento operaio, il quale in verità è stato portato in battaglia solo per ratificare la sconfitta.

 

Marchionne ha vinto [con l’aiuto dei sindacati cattolici, massonici e fascisti] e vincerà ancora dettando in Italia condizioni leonine, che chiama liberali, e promettendo aumenti di salario se e quando la Fiat otterrà aumenti della produttività.

 

La Confindustria di Emma Marcegaglia è stata dietro il cespuglio per tutta la durata della campagna di Marchionne e ora esce allo scoperto per esigere la propria parte di bottino annunziando una sua ristrutturazione sul “territorio” [Corriere della sera, 21 gennaio 2011, p. 13].

 

Mentre il governo è assente – com’è noto, il capo, con gli amici suoi, è andato a puttane e gli altri membri non sanno a chi dire sì – la Confindustria si accinge a dire addio alla dimensione nazionale della sua presenza e si appresta a trattare in periferia col sindaco di Adrio, mettiamo, e con quello di Peretola

 

E’ da questa sconfitta epocale che bisogna partire per ripensare il ruolo di partiti e sindacati, per immaginare un diverso modo di produrre, commerciare e consumare idee e merci, per fare fronte alle miserie e alle tragedie del medio evo prossimo venturo e per dare vita, infine, a una diversa civiltà.

La celebrazione dell’anniversario della fondazione del partito comunista d’Italia sia l’occasione  per ri-progettare un percorso di liberazione partendo dall’economia e dalla politica e dall’insegnamento marxiano secondo cui è l’economia a dettare i tempi e i modi della politica e non viceversa.

Marchionne & Marcegagliaultima modifica: 2011-01-31T02:00:00+01:00da iskra2010
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