Pisapia e Moratti uniti in Comunione e Liberazione

 

IMG_6059+logo MOWA.jpgfoto MOWA

 

Nell’articolo del Corriere della Sera riportato qui sotto, si vede bene come funzionano i mondi sotterranei e “famigliari” che determinano le convergenze politiche e gli interessi materiali in funzione anticomunista. Interessante anche l’articolo de La Stampa su Tagliabue, il ciellino che ha curato l’immagine sia di Pisapia che della Moratti in questa campagna elettorale.

Convergenze che hanno lo scopo di gestire le contraddizioni sociali, per spostare queste energie positive e di cambiamento verso obiettivi funzionali all’insieme del fronte borghese.

Questa è stata l’azione dei poteri forti contro il movimento del 1968 e che continua ancora oggi.

L’esplosione dei movimenti studenteschi del Sessantotto in diversi Paesi europei e negli Stati Uniti fu certamente prodotto di un’insofferenza giovanile verso governi ed élite politiche e accademiche ormai inadeguate a dare risposte alle esigenze che emergevano prepotentemente della società in evoluzione. Ma è da considerare molto probabile che le strutture di sicurezza di vari Paesi, in contatto tra loro, abbiano ritenuto di prendere contromisure preventive […]

Esaminiamo i documenti concernenti il convegno di Chiavari promosso nel novembre 1969 dal Collettivo Politico Metropolitano, che l’anno seguente avrebbe dato luogo alla fondazione delle Brigate Rosse. Su quella riunione il generale Dalla Chiesa consegnò alla Commissione Moro un dossier di oltre cento pagine, che fornisce interessanti informazioni anche sui successivi sviluppi dell’attività eversiva.

Il convegno si svolse dal 1 al 4 novembre 1969 presso l’albergo Stella Maris di Chiavari, gestito dalla curia arcivescovile di Genova. L’apparente stranezza del fatto che un gruppo estremista, anche se non ancora terrorista, tenga il suo convegno fondativo in un albergo di proprietà della curia potrebbe avere una spiegazione nel fatto che a Genova vi è sempre stato un vivace movimento di cattolici del dissenso, in opposizione alla linea conservatrice della curia, guidata dal cardinale Siri.

Nel suo rapporto il generale Dalla Chiesa cita i nomi di molti partecipanti. Purtroppo questi nominativi sono tratti dagli elenchi di coloro che pernottarono nell’albergo. Lo stesso generale rileva con rammarico che non furono annotati i nomi dei convegnisti liguri che a sera rientravano nelle proprie abitazioni. Aggiunge il generale: “In ciò deve forse ricercarsi uno dei motivi della relativa impermeabilità della colonna genovese delle BR”. Il documento evidenzia con chiarezza la partecipazione al convegno di tutti coloro che successivamente uscirono dalle BR e si trasferirono a Parigi, dove fondarono la ben nota scuola di lingue Hyperion, definita in un documento della questura di Roma “uno dei più importanti uffici di rappresentanza della CIA in Europa”. Tra essi ricordiamo: Corrado Simioni, Giovanni Mulinaris, Innocente Salvoni, Franco Troiano legato a Gioventù Studentesca, l’organizzazione di Don Giussani precedente a Comunione e Liberazione, e Françoise Marie Tuscher, moglie di Salvoni. Vi era anche Mario Moretti, molto vicino al gruppo, che infatti si allontanò dalle BR, ma poi vi rientrò per assumere, dopo il 1974, un ruolo di rilievo. La figura di maggior spessore culturale era certamente Corrado Simioni. Egli ebbe un ruolo di un certo rilievo nella federazione giovanile del PSI all’epoca in cui vi militava anche Bettino Craxi […] Dopo il convegno, nell’estate del 1970 fu stampato e diffuso il numero zero del periodico Sinistra Proletaria, nel quale figuravano, tra i redattori e i collaboratori, Renato Curcio e Duccio Berio. Dunque a quella data il gruppo che faceva capo a Simioni era ancora all’interno delle nascenti Brigate Rosse. Ma Simioni già assumeva iniziative autonome. Aveva organizzato una specie di servizio d’ordine con il compito di eseguire azioni durante le manifestazioni: i gruppi di compagni si staccavano dal corteo, colpivano determinati obiettivi e poi rientravano mimetizzandosi in mezzo agli altri.

La funzione di questo gruppo era quella di alzare il livello dello scontro. È la tecnica che verrà poi fatta propria da Autonomia Operaia nei cortei del 1977 […] Nel 1970 Simioni, Berio, Mulinaris e altri lasciarono il collettivo. La giustificazione formale era un dissenso sulle forme di lotta, sul passaggio alla clandestinità.

Franceschini colloca la scissione tra ottobre e novembre del 1970 e la fa scaturire da una iniziativa di rottura da parte di Curcio e dello stesso Franceschini. Anni dopo quest’ultimo avrebbe ricordato la posizione del gruppo: a suo avviso “occorreva preparare una struttura segreta, infiltrata in tutti i gruppi dell’estrema sinistra, per il grande giorno che, data la scarsa maturità delle masse, non sarebbe arrivato prima della metà degli anni Settanta.

Vagheggiavano una clandestinità assoluta, totale, niente sigle né rivendicazioni”. Mario Moretti fu per breve tempo con loro, poi tornò a ricongiungersi con Curcio e Franceschini nel marzo-aprile del 1971. Non è avventato pensare che Simioni abbia ritenuto più utile che Moretti rientrasse nelle BR. Ricorda Franceschini: “Se dovessi datare l’inizio dell’escalation della violenza brigatista, direi che coincide proprio con l’arrivo di Moretti. Lui ci spinge continuamente ad alzare il tiro. Con lui, compiamo il salto di qualità organizzando il nostro primo sequestro di persona, quello di Idalgo Macchiarini, dirigente Sit-Siemens. È lui a proporre di attuare un sequestro, è lui sostanzialmente che ci indica l’obiettivo ed è lui ad organizzare il tutto. L’operazione Macchiarini sancisce sino in fondo l’ingresso di Moretti nel gruppo dirigente delle BR” […] Del Superclan l’opinione pubblica ignorò persino l’esistenza fino al 1979, quando il giudice Calogero tentò di indagare sulla scuola parigina Hyperion. Ancora oggi non sappiamo cosa abbiano fatto Simioni e i suoi amici tra il 1971 e il 1974, anno nel quale si sarebbero tutti trasferiti a Parigi per aprire una nuova fase della loro attività […] A quella data gran parte del gruppo si trasferisce a Parigi. Qui, improvvisamente, tutti si scoprono amanti del teatro e delle lingue straniere; infatti fondano una scuola di lingue che si chiama dapprima Agorà e poi Hyperion.

Troiano che, come abbiamo visto, è legato a Don Giussani dall’appartenenza a Comunione e Liberazione, è anche tra i fondatori di Hyperion. Cosa è Troiano quindi? Un infiltrato delle Br all’interno di Comunione e Liberazione oppure un inflltrato di Cl nelle Br’? Oppure esiste una sostanziale contiguità tra le due formazioni?

Queste due entità ben protette dagli apparati atlantici, sono unite da un unico e subdolo disegno che ha estremizzato i giovani grazie a culture nichiliste per isolarli dal PCI e portarli a pratiche e posizioni politiche oggettivamente di destra. Isolato il PCI dalle nuove generazioni inizia la sua infiltrazione per distruggerlo dall’interno e renderlo una formazione politica liberale. Comunione e Liberazione non nasconde di essere una formazione politica cattolico-liberale. E Berlusconi dice anche lui di essere un liberale. Siamo di fronte, quindi, a formazioni tutte di ispirazione liberale e nei fatti a un partito unico. Ecco come si realizza quella che Marx chiamava la dittatura della borghesia.

Comunione e Liberazione come si può ben notare a Milano oggi lavora sul fronte della destra e su quello della “sinistra”, non essendoci più differenze tra gli schieramenti.

Quando i compagni a Milano riprenderanno una piena autonomia politica e spiegheranno con dovizia di particolari questi giochi ai loro concittadini e soprattutto ai proletari?

Saluti comunisti

Andrea

 

Corriere della Sera

14 maggio 2011

Cronaca di Milano (pag. locali) – pag. 3, prima colonna a destra

Pisapia da studente affascinato da don Gius

 

I pranzi a casa con don Giussani ai tempi del liceo, tutti intorno al tavolo con mamma, papà e gli altri (sei) fratelli a parlare di «a parlare di Dio, del mondo , del ruolo che ognuno di noi avrebbe avuto». E la sua esperienza di liceale milanese con gli Angeli del fango, per l’alluvione di Firenze nel ’66..

Com’era da ragazzo il candidato Giuliano Pisapia , oggi accusato dalla sua sfidante di essere stato amico dei terroristi e di aver subito negli Anni di piombo una condanna per il furto di un’auto? Nei suoi ricordi degli anni della scuola , scritto pochi mesi fa e pubblicato nell’annuario del liceo Berchet per la celebrazione del centenario dell’istituto, Pisapia parla dell’importanza della figura «indimenticabile» di don Giussani

 

Don Giussani.jpg(nella foto)

 «il prete che diceva le parolacce» «e affascinava noi ragazzi». A casa sua era spesso invitato il fondatore di Cl: «Due dei miei fratelli partecipavano alle iniziative di Gioventù Studentesca, il movimento da lui creato, e i miei genitori come altri erano preoccupati e incuriositi, per questo lo invitavano spesso a casa». E racconta della «fuga» con l’amico Fabio a Firenze, quella mattina di novembre del ’66, quando la radio diede la notizia dell’alluvione. «La città era sbarrata. Ma appena arrivati ci danno una pala e cominciamo a scavare in mezzo al fango, ad aiutare bambini e anziani a lasciare le case sommerse».                 (f.c.)

 

la stampa.jpg

sabato 30aprile

 

pagina  35

 

 

 

Di profilo

 

CHIARA BERIA DI ARGENTINE

 

Chiara Beria d Argentine.jpg

 

Poche parole e niente foto per il maestro delle pr

C’è chi l’ha definito «l’inventore del moto perpetuo». Certo, con le sue veloci mosse da uno schieramento all’altro, Fiorenzo Tagliabue, presidente dell’agenzia Sec relazioni pubbliche e istituzionali, ha spiazzato più di un candidato nelle assai incerte elezioni a nuovo sindaco di Milano.

Prima mossa. Da sempre militante in Comunione e Liberazione, supertattico dei trionfi elettorali di Roberto Formigoni, il 4 volte governatore della Lombardia suo grande amico e coetaneo, Tagliabue lo scorso novembre con il suo team di ottimi comunicatori & creativi ha costruito alle primarie del centrosinistra il fenomeno Giuliano Pisapia, l’avvocato di Rifondazione comunista che ha battuto il candidato ufficiale del Pd, l’architetto Stefano Boeri.

Ben conosceva Boeri le doti professionali di Tagliabue (i due, nei loro diversi ruoli, hanno collaborato con l’immobiliarista Manfredi Catella al progetto Garibaldi-Repubblica), ma lo credeva troppo formigoniano doc per accettare di occuparsi della sua campagna (paradosso nel paradosso, Stefano Boeri si affidò a Proforma, l’agenzia pugliese delle vittorie di Nichi Vendola).

Seconda mossa. Onorato il contratto con Pisapia, a metà marzo, la Sec di Fiorenzo Tagliabue è entrata nella numerosa squadra che, da mesi e con molti mezzi, lavora alla rielezione della candidata

di centrodestra, Letizia Moratti. Per Tagliabue una scelta professionale e, certo, anche più in linea con le sue radici politiche; per Giuliano Pisapia un brutto colpo: l’avvocato rifondarolo non si era infatti premurato di farsi dare dalla Sec un patto scritto di non concorrenza.

Risultato: Pisapia non commenta ma, nel suo entourage, c’è chi lamenta che Moratti può contare su uno spin doctor che conosce perfettamente i punti deboli dell’avversario. Reputazione di persona seria e di indefesso lavoratore, Fiorenzo Tagliabue è il genere d’uomo uso al potere senza mai apparire in prima fila. Dopo l’incontro della sua vita con il fondatore di Cl, don Luigi Giussani, Tagliabue, laureato in storia e filosofia e giornalista professionista, è stato forse il primo, vero imprenditore ciellino. «E’ un mix fra Tocqueville e Leone XIII, fra i principi del liberalismo e la dottrina sociale della Chiesa», disse anni fa per spiegare il «modello lombardo», ovvero la rete d’imprese cielline che operano nei più diversi settori, dal lavoro interinale all’assistenza domestica. Erano gli anni di piombo e di dominio culturale della sinistra quando Tagliabue lanciò la sua sfida: dare voce alle istanze cristiane. Dopo aver creato, con Alberto Contri, Radio Supermilano, nel 1978 con Formigoni fonda il settimanale «Il Sabato», riuscito mix di grandi firme – da Giovanni Testori ad Augusto Del Noce a Carlo Bo – e di promettenti giovani: Alessandro Banfi, Maurizio Crippa, Paolo Liguori, Antonio Socci; tra i finanziatori un imprenditore ancora poco conosciuto, Silvio Berlusconi.

Segretario generale dal 1986 del Centro televisivo del Vaticano; per 3 anni amministratore delegato della società editrice di «Avvenire», nel 1989 Tagliabue fonda la Sec (acronimo di Societas europaea ad comunicationes). Anno dopo anno, nella sua agenzia entrano come soci noti esperti in comunicazione, da Tiziana Biasini, ex Mediaset, a Gabriele Bertipaglia, ex San Raffaele, e, tra ottime commesse e ottimi clienti, la Sec diventa uno dei gruppi leader del settore. Nella Milano capitale del centrodestra, Tagliabue s’aggira lesto e invisibile come una volpe bianca.

Dal 2005 siede anche nel cda della Scala. Mai una sua foto con Lor Signori alla Prima; agli atti 2 dichiarazioni in 6 anni. «Consapevole dei miei limiti, cercherò di dare un contributo partendo dalle mie esperienze», dice alla sua nomina.

Quando è grande polemica per Robert Carsen, il regista del «Candide» di Bernstein che voleva mettere in scena un Berlusconi in mutande, Tagliabue taglia corto: «E’ inopportuno che un regista si sovrapponga all’originale». Non una parola in più, amen.  

 

 

Pisapia e Moratti uniti in Comunione e Liberazioneultima modifica: 2011-05-16T15:08:00+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento