Comunisti, insieme per l’opposizione di classe e l’alternativa di sistema

Comunisti Insieme per ----.jpgfoto MOWA

Ricostruire e rifondare il partito comunista – Rilanciare la sinistra anticapitalista – Costruire un vasto fronte di resistenza alla crisi – Basta politiche governiste

Sabato 2 luglio ci siamo sono riuniti a Roma per riprendere e dare seguito al confronto unitario iniziato con l’assemblea di Livorno dello scorso gennaio.

Preso atto che i comunisti oggi sono sparsi in molte organizzazioni differenti, e che tantissimi sono ormai quelli “senza tessera” disillusi dai percorsi politici che abbiamo attraversato, pensiamo sia sempre più urgente un confronto e un’iniziativa dal basso che dia un segnale di “unità utile” alla prospettiva di ricostruzione di un Partito Comunista degno di questo nome e all’altezza dello scontro di classe oggi.

Questa per noi è l’unità nella lotta, nella costruzione di un’opposizione di classe contro le politiche antipopolari dei governi siano essi di centrodestra che di centrosinistra, contro il fascismo, contro le politiche liberiste della UE e contro le guerre imperialiste.

Per fare questo dobbiamo recuperare la nostra autonomia e non ripercorrere gli stessi errori (governismo e subalternità alle compatibilità) che ci hanno condotto alla attuale frammentazione e crisi di radicamento tra i lavoratori dipendenti, i precari, i pensionati, le donne, gli immigrati e tutte le fasce più fortemente colpite da questa crisi strutturale del sistema dominante.

D’altronde la crisi che abbiamo di fronte non è una semplice crisi finanziaria o congiunturale. Siamo di fronte a una crisi “di sistema”; probabilmente la crisi più grave di valorizzazione del capitale da molti decenni a questa parte. Una crisi di sovrapproduzione su scala mondiale di questo livello vuol dire che i paesi capitalisti non possono uscirne con semplici mezzi di sostegno al consumo o palliativi riformisti utilizzati nel passato. Per riprendere un ciclo di accumulazione di profitti per i capitalisti è necessaria una vera e propria aggressione al lavoro salariato in tutto il pianeta che produca cancellazione di forze produttive, azzeramento di diritti, distruzione dell’ambiente, competizione internazionale e guerre.

Non sono un caso le forti riprese delle lotte sociali e sindacali nei paesi imperialisti, e in vasti strati del mondo capitalista, in cui i governi attuano feroci politiche di austerity di concerto con istituzioni internazionali come FMI e BCE.

Anche in Italia, i segnali di ripresa del conflitto sociale di questi ultimi mesi sono molteplici. La reazione operaia contro il Piano Marchionne; gli scioperi che hanno caratterizzato la risposta del lavoro salariato all’attacco di Governo, Confindustria e BCE; il moltiplicarsi delle lotte dei precari contro la crisi e l’austerity; l’esito delle ultime amministrative che ha visto non solo la sconfitta pesante delle giunte di destra ma anche il successo di liste e candidati identificati come elementi di discontinuità con gli apparati del PD; l’enorme successo della mobilitazione popolare referendaria che marca una forte inversione di tendenza all’egemonia ultradecennale dell’ideologia del libero mercato e del “privato è bello” che continua a caratterizzare molte politiche locali sia del centro-destra che del centro-sinistra.

Quello che manca a questi segnali di resistenza al capitalismo, è un’anima ricompositiva di classe e una prospettiva di alternativa all’intero sistema dominante che prefiguri l’uscita dal capitalismo come la vera via d’uscita di sinistra alla crisi.

E invece sono evidenti i tentativi di tornare alla subalternità della sinistra di classe e sindacale alle compatibilità capitalistiche.

 

 

Il nuovo patto sociale siglato dalla Cgil con Confindustria, ed i sindacati collaborazionisti Cisl e Uil, fa il paio con la riproposizione di alleanze governiste da parte della FdS che ci riporteranno sulla stessa strada, sbagliata e fallimentare, dell’Arcobaleno. D’altro canto, non sono sufficienti e adeguate nemmeno le risposte minoritarie finora messe in campo, con micro-partitini o col rifugiarsi in un movimentismo antipolitico inconcludente. Questa strada rischia solo di alimentare la diaspora silenziosa e la frammentazione delle forze comuniste e anticapitaliste.


Quindi, il percorso di collegamento e di ricomposizione dei comunisti ovunque collocati che ci proponiamo è quello di un laboratorio politico nazionale dei “Comunisti Insieme” che sia aperto e animato ugualmente dai compagni critici del PRC, del PdCI, del movimento dei Comunisti Uniti e altri della diaspora diffusa disponibile.

Come già fecero nella propria epoca Lenin e Gramsci con la formazione di “frazioni comuniste”, per arrivare poi alla costituzione del Partito, anche oggi questo laboratorio politico dovrà favorire la costruzione di un quadro comunista adeguato alla ricostruzione di un Partito per i comunisti ovunque collocati coinvolgendo tutte le energie politiche disponibili.

Per far questo dovrà trovare forme di collegamento e di iniziativa comune in ogni territorio possibile e coordinarsi a livello nazionale. Questo laboratorio politico rimarrà trasversale, per cui ogni singolo comitato locale o compagno sceglie la propria collocazione organizzativa: se dentro o fuori della FDS, se in comitati o associazioni di comunisti che organizzano la diaspora, se nei partiti o organizzazioni comuniste esistenti. 

 

Tutti però lavoreremo per dotarci di un documento politico e di una strategia comune a livello nazionale che tenteremo di riportare nei congressi o nella vita politica di ciascun pezzo possibile dell’attuale arcipelago comunista. L’approccio che tenteremo di utilizzare con tutti i progetti di unità e ricomposizione dei comunisti esistenti è quello della “sfida unitaria”. Ossia, un atteggiamento critico sulle discriminanti che abbiamo posto ma aperto alla massima collaborazione su ogni singolo punto possibile. Questo per far emergere le contraddizioni politiche reali e mettere da parte quelle determinate dalle piccole beghe tra gruppi che non sono utili a creare le condizioni per un percorso necessario realmente aperto e costituente che coinvolga larghe forze.

Gli obiettivi politici principali di questo laboratorio sono quindi riassumibili nella necessità di:

  1. porre le basi per la ricostruzione di un soggetto politico che persegua coerentemente una linea di classe in questa direzione: il Partito Comunista
  2. contribuire ad un vasto fronte di resistenza sociale alla crisi;
  3. favorire le condizioni per una prospettiva di uscita dal capitalismo;

Per favorire questi obiettivi dobbiamo: 

 

– agire per unire, collegare e salvaguardare le energie conflittuali, le militanze dei compagni/e collocati sia dentro che fuori i partiti comunisti della FdS; difendere le comunità resistenti e le esperienze politiche, in particolare quelle di base; mettere in contatto le diverse realtà critiche presenti nel paese, ancora scollegate e frammentate, al di là dei riferimenti a differenti aree e organizzazioni, per impedire che il dissenso diventi sfiducia e disimpegno;

sviluppare tavoli di confronto permanenti tra tutte le esperienze comuniste ed anticapitaliste, sociali e politiche, disponibili ad una ricerca e ad un lavoro comune, e questo rigorosamente sul terreno dei contenuti, delle analisi e delle concrete esperienze nelle lotte sociali, proponendo la convergenza su battaglie comuni per costruire un processo di riaggregazione su contenuti di classe;

– rafforzare, monitorare e collegare la presenza dei/lle compagni/e, dei circoli e sezioni di PRC e PdCI, delle varie forze e realtà comuniste, nelle lotte sociali, agendo in maniera dialettica (impegno diretto, proposta, sintesi e orientamento politico nei/dei movimenti) e facendo anche la necessaria chiarezza sulla contraddizione sempre possibile tra impegno sociale e rappresentanza politico-istituzionale, che spesso rischia di distruggere la credibilità della nostra iniziativa politica; 

 

– riaffermare la necessità di un partito comunista di quadri ma con un radicamento di massa, riempiendo questa enunciazione, che in sé rischia di essere formalistica e persino feticistica, di contenuti concreti. C’è bisogno di una riflessione di fondo su questioni centrali come la linea politica, la democrazia interna, la forma partito, il contrasto alla formazione e alla separatezza dei ceti politici, la critica alla “doppiezza”, all’istituzionalismo, al governismo così come al settarismo dogmatico. Occorre  una adeguata formazione teorica e pratica, una rinnovata rielaborazione sulla questione giovanile e su quella meridionale, la differenza di genere, sul rapporto tra ambiente e contraddizione di classe, sul senso della militanza e la funzione indispensabile dell’opposizione, sulla gestione delle risorse. 

– riaggregare su programmi e obiettivi concreti una sinistra anticapitalista, un ampio fronte di realtà sociali e politiche presente nei luoghi del conflitto, con l’obiettivo di ricostruire una rappresentanza autonoma e indipendente della classe e favorire la costituzione di un Blocco Sociale antagonista agli interessi del capitalismo.

I tre obiettivi di cui sopra si possono tradurre in tre campi d’intervento strutturali del laboratorio:

1) la questione politica: percorsi per la ricostruzione del Partito Comunista; alleanze, sinistra anticapitalista ed elezioni; congressi PRC e PdCI e relazioni tra le aree comuniste;

Proposte e obiettivi emersi nell’incontro nazionale:

·  Formazione di un coordinamento nazionale basato sulla rappresentanza dai territori di nuclei, circoli o comitati, coordinamenti di comunisti ovunque collocati.

·  Mappatura delle forze presenti sui vari territori (quanti, dove, cosa fanno).

·  Documento politico a tesi per il movimento comunista contenente elementi di programma minimo di classe (eventuale riflesso nei congressi PRC/PdCI).

·  Risoluzione politica aggiornando quella di Livorno.

2) la questione sindacale e la relazione coi movimenti: sindacato di classe e linea dei comunisti nei sindacati; fronte di resistenza alla crisi e blocco sociale; movimento referendario e lotte sociali; antifascismo e movimento contro le basi e la guerra;

Proposte e obiettivi emersi nell’incontro nazionale:

·  Autoconvocati. Costruzione di un Consiglio Nazionale dei Lavoratori e di una rete di delegati combattivi per il sindacato di classe.

·  Campagna riduzione d’orario e sulla precarietà.

·  Partecipazione a eventuale proposta di Costituente dei Beni Comuni con punto di vista di classe.

·  Elaborazione punto di vista su lotte ambiente e lotte per la casa (elaborazione di un manifesto nazionale).

·  Obiettivo di un giornale – voce delle lotte del mondo del lavoro (Assemblea?).

·  Obiettivo di stabilizzazione dei comitati referendari come movimento contro le privatizzazioni.

·  Incontro annuale dei lavoratori comunisti.

·  Mappatura contatti di giovani presenti nei gruppi locali.

·  Campagna contro le basi e per il ritiro delle truppe.

3) la questione teorica e culturale: coordinamento degli strumenti di comunicazione; formazione quadri e pubblicazioni; iniziative editoriali e divulgative.

Proposte e obiettivi emersi nell’incontro nazionale:

·  Convegni teorici + pubblicazione finale.

·  Centro culturale e collaborazione con e in associazioni marxiste: Marx XXI, Marxismo Oggi.

·  Pubblicazioni di riflessioni e bilanci delle lotte.

·  Coordinamento e interscambio tra strumenti di comunicazione (siti, giornali, case editrici).

·  Incontro nazionale siti – case editrici – giornali comunisti.

·  Proposto un approfondimento sui comunisti ed il ruolo della UE (contro le politiche della UE o fuori dalla UE?)

Si da mandato al coordinamento nazionale provvisorio che ha preparato i lavori dell’incontro nazionale di cominciare a lavorare da subito per rendere operativi questi propositi:

a)      elaborando una proposta di coordinamento nazionale stabile;

b)     selezionando le priorità operative su cui intervenire da subito.

Per adesioni e informazioni: comunistinsieme@inventati.org

 

Comunisti, insieme per l’opposizione di classe e l’alternativa di sistemaultima modifica: 2011-07-28T01:10:00+02:00da iskra2010
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