Correzioni di linea e posticipazioni di parole d’ordine

 

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Nota di Alice

14 agosto 2011

Il prof. Mario Monti, dopo che Berlusconi e Tremonti hanno accolto le condizioni poste dalla Banca Centrale Europea e hanno varato la finanziaria n. 2, in un fondo apparso sul Corriere della sera del 14 agosto dice, in sostanza, che il Governo ha cambiato linea e nei prossimi mesi farà e farà bene quel che non ha fatto o ha fatto male nei passati anni. Speriamo che così sia; per quanto tutti, compreso il Professore, sappiamo che ogni botte dà il vino che ha e non può dare quello che non ha.

Il timore è che il prof. Monti abbia fatto molto rumore per nulla. Se non si affida a chi porta un’azienda sull’orlo del baratro il compito di risanarla, vogliamo continuare ad affidare agli stessi statisti improvvidi il compito di salvare il paese?
 
Monti dice che Berlusconi e Tremonti hanno cambiato linea. In realtà, hanno cambiato solo pelo. Sul “Corriere” del 14 agosto ha parlato anche Luca di Montezemolo in favore della patrimoniale. A ragionare con categorie berlusconiane, dovremmo concludere che Montezemolo sia un Masaniello. In realtà, l’ex-presidente di Confindustria, come Paolo Bonolis in uno spot televisivo, pagherebbe il caffé volentieri a troppi, se Luca Laurenti non avesse già assicurato di pagare per tutti.

Dopo le correzioni alla manovra anche Emma Marcegaglia è sbucata da dietro il cespuglio per ribadire che “da Iva e pensioni passa la crescita” [“Il Sole –24 Ore”, 14 agosto].  

L’asserzione è discutibile. Quel che è certo è che la conduzione di Confinfustria da parte di Emma si qualifica per l’abitudine di commentare le proposte altrui – sia il Governo o sia la Fiat – più che per la capacità di mettere sul tavolo e imporre le proprie.

Gli industriali in Italia – è ormai noto – soffrono di solitudine e di qualche interferenza iperuranica: mali oscuri, astrali. In Confindustria, dovrebbero assumere come consulente o come segretario Leon Panetta, ex dirigente della CIA americana, il quale ha così teorizzato: “Nella nostra democrazia si governa attraverso la capacità di guida o spinti dalla crisi. Se questa capacità esiste, il Paese può evitare, o controllare, le crisi. Ma se la leadership  non è capace di assumere quei rischi e quei sacrifici essenziali per governare, statene sicuri che saranno le crisi a guidarci e governarci” [cfr. CARLUCCI Antonio, I dieci anni che cambiarono la CIA, “L’Espresso”, 19 maggio 2011, p. 86] .

Correzioni di linea e posticipazioni di parole d’ordineultima modifica: 2011-08-31T00:43:00+02:00da iskra2010
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