Quegli inquietanti “Io il debito non lo pago”

IMG_3548+logoMOWA.jpgfoto MOWA

di Angelo Ruggeri 

Civiltà cattolica, cambiando il precedente giudizio sul marxismo, ha riconosciuto che “la questione del plusvalore non ha perduto nulla della sua attualità. Se il denaro come tale non si moltiplica da se stesso, da dove deriva allora la rendita e come si spiega l’accumulo dei beni nelle mani di pochi? Non risulta contraddetta la tesi marxiana che alla fine è sempre il lavoro reale degli uni quello che crea la richezza eccessiva degli altri” (La civiltà cattolica, n. 3824) 

Viceversa, di tutto questo non hanno nozione alcuna quelli che “io il debito non lo pago”, una inquietante galassia movimentista, tanto variegata quanto priva di teoria critica della storia, di critica dell’economia e critica del diritto dello Stato. 

Nella spirale di crisi e di crolli originati non semplicemente dal “governo delle banche” (come si scrive in certi documenti “sindacali” e pensa il movimentismo di pseudo-sinistra), ma dal capitalismo finanziario (cioè industriale e bancario) protagonista principale dell’imperialismo e delle guerre interimperialiste economiche e militari di “Il secolo lungo del ‘900″ (dagli anni ‘80 dall’’800 ad oggi).

Scuotete la polvere dai vostri cervelli (e bando al movimentismo specie se fine a se stesso). La crisi nasce da quella del sistema di accumulazione, dalla impossibilità di accrescere all’infinito il saggio di profitto e l’estorsione del plusvalore ai lavoratori che nei Paesi di capitalismo maturo sono in numero sempre minore e devono  sempre più da soli mantenere l’intera società.        

Per cui il comando del Capitale ha spinto ad una finanziarizzazione dell’economia, usando il plusvalore estorto per la speculazione finanziaria, dove buona parte del plusvalore estorto, non solo rientra nel processo produttivo e come investimenti, ma finisce nel gioco borsistico, nel calderone della finanza dove viene spesso bruciato come, per altro, analizzato dalla critica comunista e marxista all’economia capitalistica.

Quando deperisce la teoria della prassi e il cervello sociale democratico di massa di “sinistra”, rimangono solo la teoria dell’azione e il cervello sociale reazionario di massa della estrema destra. O no?

Senza teoria e storia, non si perde solo la memoria.

Domanda delle cento pistole,a proposito di “io il debito non lo pago”.  

Siamo dunque alla vigilia e in grado di fare come la Russia con la Rivoluzione d’Ottobre? O come la Francia con la Rrivoluzione dell’89? 

O piuttosto di fare come la Germania dopo la prima guerra mondiale, che nel 1923 non pagò una rata del dibito e fu dissaguanta e in parte occupata, fino a partorire  il modello nazional-socialista a cui forse pensano, oggi, alcuni dei soggetti componenti di tale galassia movimentista, che propongono di non pagare il debito?  

Basta porsi tali domande per capire che c’è qualche cosa di molto inquietante in tale movimentisto troppo spesso fine a se stesso e che privo di ogni teoria critica e di teoria organizzativa, finisce con assomigliare piu che altro ad un biancorosa Blake, a dei biancorosa Black Bloc.  

Passi per la borghesia e i borghesi del c.d. “popolo viola”, ma è ancor piu preoccupante vedere che vi fanno parte punte avanzate c.d. del movimentismo, anche di quello sindacale, del trotzkismo ferrandiano, del cossutismo masciano, fino ai no-Tav e ai referendari “indignados”.

Tra ex comunisti diventati ambientalisti (quindi contrari all’unità del scienze propria del marxismo e quindi anti-marxisti) o Reggioemiliani  gia luxemburghiani ed amici di Occhetto dai tempi della FGCI e tutti gli altri sembra che ci sia dimenticati cose semplici semplici.

Intanto dimenticano che l’Equador, che prendono a riferimento ha “contrattato il debito” e non già “non pagato il debito”.  

Ma questo è una quisquiglia rispetto al resto che dimenticano tutti costoro che sono spesso antimperialisti a senso unico, cioè antimperialismo USA, ma ben proni e disponibili verso l’imperialismo Europeo della UE dei liberisti e dei riformisti (inseparabili tra loro) che l’hanno accettata, legittimata e contribuito quindi ad edificarla già nel momento in cui hanno accettato la c.d. “Carta dei diritti” europea, che subordina tutto, e quindi anche tutti i diritti individuali e pseudo sociali, al potere  dell’impresa privata e al primato del mercato capitalista.

Donde che non rivendicano piu un potere sociale, ma chiachierano verbosamente di diritti cartacei e individuali, riconoscendo che è potere solo quello dell’impresa e non può essercene un altro, un potere sociale che darebbe effettività sostanziale anche ai diritti: insomma, insomma “non avrai altro Dio che il potere d’impresa”.

Insomma Dio ha creato l’Uomo e l’Uomo ha creato la persona giuridica, cioè l’impresa, che ha edificato il suo “paradiso” UE di sovranità BCE.

Ingorano la teoria dell’imperialismo e quindi della guerra economica interimperialista che è in corso assieme alla guerra “umanitaria” interimperialista che permette alle potenze imperialiste di guerreggiare tra di loro ma lontani dal territorio del blocco atlantico del capitale finanziario UE-USA.

Per cui, se fossero gli USA a scegliere il default, non si scatenerebbero gli appetiti e la guerra per spartirsi il bottino da parte di una borghesia capitalista europea che già vediamo guerreggiare umanitaristicamente per spartirsi la Libia e l’Africa Sud e Nord Sahariana?  

Del resto in tutti i loro documenti sui problemi nazionali, non solo non partono ma neanche fanno una analisi internazionale.

Abbiamo accennato, a proposito degli accordi sindacali, che si sta seguendo la via della nazionalizzazione della clase operaia. La stessa già in atto in Germania e che ripercorre quella dei dei tempi della Prussia che nazionalizzava la classe operaia ai fini della guerra militare mentre oggi (già in  Germania) la si nazionalizza per fini economici, fini di guerra economica. 

Con un default, si porterebbe ancor piu avanti questo processo, con il il medesimo nazionalismo, con cui oggi le classi dominanti spacciano la politica dei sacrifici (c.d. della “solidarietà”!), dicendo che siamo tutti nella stessa barca: padroni e operai, affaristi e lavoratori a reddito fisso, faccendieri e disoccupati. Anzi,  in caso di default, i proletari verrebbero assemblati nel fascio di un blocco nazionale militarizzato, da opporre al “nemico esterno”, nemico economico, la finanza internazionale, la “bancocrazia” – hanno scritto nel documento sindacale non firmato ma scritto in ambienti Fiom – in attesa che evochino gli spettri giudaicomassonici. 

Mio Dio come siamo – sono – caduti in basso  da quando si accetta la tesi – su cui nascono documenti che parlano di “governo delle banche” e l’ipotesi di non pagamento del debito –  secondo cui la crisi e il debito sono originati da cause e problemi finanziari; mentre si sa da tempo ( e molto meglio con Marx) che le crisi finanziarie sono un epifenomeno, che esplodono e rendono eclatante quella che è ed era la crisi in atto nel processo di accumulazione del capitale, nel rapporto salario profitto e nella sovraproduzione. Nascono nella crisi del processo di accumulazione, perchè l’estorsione del plusvalore non riesce piu a produrre una quota di profitti, un incremento del saggio di profitto per dirla in termini marxiani, in grado di aumentare il processo di accumulazione, Per cui i capitali si sono rivolti alla finanza cercando di alimentarsi con la speculazione con le conseguenze che abbiamo visto in questi anni. 

Perchè il plusvalore estorto non solo non rientra nel processo produttivo ma viene usato nel gioco speculativo del calderone finaziario. Dove si brucia.

Tutte le stangate ordinate da UE, BCE, FMI e B.M.,  seguono il comando del Capitale (che la pseudo sinistra non sa piu come funzione, oggi) e servono per alimentare il capitale secondo la teoria propinata dalla borghesia (di destra e sinistra) della c.d. insufficenza del Capitale, che è diventata una teologia per la politica di tutti i governi di destra e di sinistra d’Europa, sul terreno che porta ad una redistribuzione della richezza dai salari al capitale e alle rendite. In una spirale di crisi in cui le avvisaglie di recessione dimostrano come e quanto sia evidente che la creazione di ricchezza fittizia della finanza non può sostituirsi all’economia reale, alla produzione di ricchezza effettiva che si realizza in fabbrica e nel rapporto tra capitale e lavoro. Come è evidente del resto nei Paesi c.d emergenti. 

Quegli inquietanti “Io il debito non lo pago”ultima modifica: 2011-09-24T23:17:00+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo