Uomini della caverne aiutano il capitalismo in crisi

 

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di Angelo Ruggeri 

L’occhio di Spartaco (OSSERVA, REGISTRA, MEMORIZZA E NON DIMENTICA, annotando prove a carico di coloro che verranno processati dai futuri tribunali di Norimberga ) “Come tutto ciò che non ha basi storiche, non solo non è conservatore, ma ama le innovazioni alla follia. Non lascia sussistere nulla in pace, ed anche se migliora, di rado cambia senza tregua” (Alessandro Herzen, sullo Zar Alessandro, su chi e sulla pseudo “sinistra” che nel “ventennio” si sono appiattiti su “il mondo è cambiato” con la gloablizzazione, sul Pds-Ds e ancor piu il PD dei filocapitalisti antisociali e antipopolari laici e cattolici liberali, come Enrico Letta della Trilateral dei capitalismi finanziari anonimi condannati dal Papa, che tradiscono il cattolicesimo sociale della Costituzione e del Concilio Vaticano II) 

“MOLTI CHE APPAIONO O VORREBBERO ESSERE DEGLI OPPOSITORI, FINISCONO, IN REALTA’, CON L’ESPRIMERSI NELL’AMBITO DEI VALORI, DELLE FORME FILOSOFICHE E DEL LINGUAGGIO DELLE CLASSI DOMINANTI” (Gramsci) 

“Chissà se ci si ricorda delle TRE DESTRE – la vecchia destra detta Casa della libertà, reazionaria, conservatrice, anche leghista e/o neofascista; la nuova destra c.d. “sinistra” liberale e filo capitalista; e la VERA DESTRA (ovvero il capitalismo) quella del c.d. “CENTRO”, dei puri capitalismo “forti”. e non capitalisti “spuri” come Berlusconi. 

Le TRE DESTRE, è riportato in appendice del nostro Leghe e leghismo ideologia economia politica dei “forti”(pag. 249), ma apparso su Il Lavoratore (9/6/95), seguito da “La morte dei rapporti personali” (pag. 251), da “Crisi sociale e crisi della famiglia“(pag. 254), da IL CERCHIO QUADRATO DEL CAPITALE pag.260), ed anche: “DALLA DESTRA ARROGANTE ALLA DESTRA MISTIFICANTE – Borsa e mercati brindano alla sconfitta elettorale della “vecchia destra”,alla vittoria della“vera destra”e della “nuova destra” di “sinistra” su cui contano per entrare nell’Europa di Maastricht”

(a. ruggeri, rivista La contraddizione, Roma, n. 54, maggio 1966.) 

A fare un governo del capitalismo e cioè di VERA DESTRA senza più alcuna mediazione di politica e “politici”, ci provavano da 15 anni. Ora ci sono riusciti col “governo del “capo” Napolitano” con Mario MONTI UOMO Goldaman Sachs e della Trilateral di Rockefeller (anche lui Bilderberg di razza) e del Bilderberg Group fondato dal Principe Bernardo d’Olanda, e col cattolico-liberale e antipopolre vice capo-PD, ENRICO LETTA UOMO della Trilateral dei capitalismi finanziari anonimi come li ha definiti e condannati Benedetto Ratzingher 

Di ciò, e di tali mire, abbiamo riparlato, avvertendo e citando il dibattito di 10 anni fa sul Corsera (non a caso) quando già allora gli allievi e mentori di Monti, Alesina e Giavazzi ritenevano che non servisse un potere politico, ritenendo che già di per sé fosse POLITICO il GOVERNO DELLA BCE quale GOVERNO DEL CAPITALISMO FINANZIARIO, cioé della osmosi inestricabile e indistinguibile tra le imprese del capitalismo industriale e le imprese di servizio dell’intermediazione capitalistica privata delle Banche non è quindi la cosa diversa ed opposta al “GOVERNO DELLE BANCHE”: chi lo usa mostra di essere egemonizzato dalla cultura dell’avversario che dice di combattere e cade nello “slogan” che, per dirla con Pasolini, è sempre espressione della cultura d’impresa. 

In tal modo si mostra di non conoscere – E QUINDI RISCHIA DI NON SAPER COMBATTERE EFFICACEMENTE – e di non saper analizzare per combatterlo adeguatamente, il carattere specifico e quindi concettuale del fenomeno che ha tratti orami distintivi e assai marcati propri e segnanti dell’età contemporanea, che per l’appunto viene anche definita l’età dell’imperialismo del capitalismo finanziario (grande protagonista di tutte le guerre mondiali e non) che è per l’appunto IL DOMINIO, ESERCITATO CON MEZZI CONGIUNTAMENTE ECONOMICI, POLITICI E MILITARI, DALLE NAZIONI CAPITALISTICHE INDUSTRIALIZZATE,CHE SI SCONTRANO SIA TRA LORO, IN CONFLITTI INTERCAPITALISTICI, SIA CONTRO E AI DANNI DI NAZIONI PIU’ O MENO DEBOLI CHE SONO STATE E VENGONO COLONIZZATE O RIDOTTE ALLO STATO DI SEMI-COLONIA, COME ANCORA OGGI COL c.d. “Neo” COLONIALISMO e c.d. “Neo” IMPERIALISMO DEL CAPITALISMO FINANZIARIO. 

Sembra quindi opportuno ricordare quanto precisamente analizzato da Gramsci con i necessari riferimenti storici e quindi con l’analisi della realtà effettuale, e che riprendiamo da “Caro Gramsci“: 

A differenza degli ideologici no-global, che come i locali e presunti globali movimenti statunitensi si sperdono in gruppetti che si muovono su tutto e non cambiano niente, Gramsci, sviluppando la concezione “dell’egemonia”(rintracciata in Machiavelli), ha colto che, grazie ad essa, un sistema sociale ed economico, anche se in crisi, può conservare il consenso…(quando chi gli si oppone è egemonizzato dal linguaggio, dal senso comune e persino dal “folclore” delle classi dominanti). 

Gramsci ha infatti analizzato come il dominio di una classe, oltre che il prodotto del suo potere economico o della coercizione, è più dovuto alla capacità di persuadere il dominato ad accettare il sistema di credenze della classe dominante e a condividerne i valori sociali, culturali e morali, TANTO CHE MOLTI CHE APPAIONO O VORREBBERO ESSERE I SUOI OPPOSITORI, FINISCONO IN REALTA’CON L’ESPRIMERSI NELL’AMBITO DEI VALORI, DELLE FORME FILOSOFICHE E DEL LINGUAGGIO DELLE CLASSI DOMINANTI. Da qui la necessità di una riforma anche culturale e morale per realizzare la rivoluzione e la centralità dell’istruzione e della cultura: e quindi di avere una concezione del mondo criticamente coerente – essere cioè filosofi – che si esprime nel linguaggio: si è sempre conformisti, di un qualche conformismo ma bisogna vedere di quale conformismo si è: delle classi dominanti e del loro linguaggio oppure di una opposta concezione critica e coerente? (Gramsci) 

Come ben sappiamo, soprattutto con Gramsci ma non solo, il linguaggio contiene in sé, ed esprime, una filosofia ed una concezione del mondo, e per questo tutti gli uomini sono filosofi, anche quando dicono “cavolate”. 

Allora il problema è:

pensare senza avere una consapevolezza critica, in modo disgregato e occasionale subendo la concezione del mondo tramite l’egemonia culturale delle classi veicolata col linguaggio, col senso comune (ideologia in pillole delle classe dominante) e persino con il “folclore” (credenze, superstizioni, opinioni giornalistiche e di intellettuali, modi di operare della gente)?

OPPURE elaborare (cosa fatta negli ultimi 150 anni) ED AVERE LA PROPRIA CONCEZIONE del MONDO CONSAPEVOLEMNTE CRITICA E CRITICAMENTE? 

ESSERE GUIDA DI SE’ STESSI O ACCETTARE PASSIVAMENTE DALL’ESTERNO L’IMPRONTA CULTURALE TRASMESSA NELLA FORMA MINIMA MA PREGNANTE E SIGNIFICATIVA DEL LINGUAGGIO ? (Gramsci) 

Perché senza questa seconda capacità SI RESTA IN UNA CONCEZIONE DEL MONDO CHE NON E’ CRITICA. E QUANDO TALE CONCEZIONE NON E’ CRITICA E QUINDI COERENTE MA solo OCCASIONALE ( come non è coerentemente critica ma occasionale dire “GOVERNO delle BANCHE”) SI APPARTIENE CONTEMPORANEAMENTE A PIU’ CONCEZIONI, E NELLA PROPRIA PERSONALITA’ (sia di “io” sociale che di soggetti collettivi),SI ACCUMULANO SIA ELEMENTI ARRETRATI PER UN VERSO E AVANZATI PER UN ALTRO, SIA PREGIUDIZI DI TUTTE LE FASI STORICHE GRETTAMENTE DI OGNI TIPO: SIA GRETTAMENTE LOCALISTICHE CHE INTUIZIONI GRETTAMENTE UNIVERSALI, GRETTAMENTE “MONDIALISTE”.

SI’ CHE, SENZA UNA CONCEZIONE DEL MONDO CRITICAMENTE COERENTE E CHE SI ESPRIME ANCHE NEL LINGUAGGIO, SENZA LA CONSAPEVOLEZZA DELLA SUA STORICITA’: DEL PENSIERO, DELLA CONCEZIONE CIOE’ DELLA FILOSOFIA E CRITICA DELLA STORIA,SEPARANDO QUINDI LA CULTURA DALLA STIRA E DALLA CULTURA DELLA STORIA SI FINISCE CON L’ESSERE COME DEGLI UOMINI DELLE CAVERNE, privi appunto di concezioni e linguaggio coerenti e di consapevolezza critica del mondo e consapevolezza critica della sua storicità. (ANTONIO GRAMSCI) 

Il discorso, specie in riferimento all’attualità, non è concluso, ci fermiamo per ragioni di tempo e di lunghezza sopportabile, ma continuerà senza soluzione di continuità come tra ogni mail o articoli. 

Uomini della caverne aiutano il capitalismo in crisiultima modifica: 2011-12-24T08:06:00+01:00da iskra2010
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