La canzone di Sergio-due anni quasi dopo Pirola

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di Angelo Ruggeri

Si dice “meglio tardi che mai”, mentre la formula esatta era: “meglio mai che tardi“. E’ comico vedere Ciampi che vuole unire l’Italia al bel canto di Fratelli d’Italia…quando i problemi non sembrano problemi di… accordi musicali.. Comunque resta vero che le coscienze spaccano le pietre perché i falsi d’autori sono oro del Giappone che in Italia, ahimè, si chiamava ( ma non si chiama più) ottone.. sempre per stare nell’equivoco italiano..musicale…

Il punto”, appunto: “quella cosa che c’è quando governa lei” ( democrazia). Ci siamo! Stavolta è detta chiara. Non una democrazia altra, cambiata, ma un’altra democrazia, cioè altri al comando mediante la maggioranza. Traduco in termini di Chiesa: non una Chiesa altra, ma un’altra chiesa, ove io faccio il Papa e non tu. Ma, e il popolo ? Neanche stavolta, caro Angelo, riesco a criticarti.

Buon Anno con l’augurio di tenere ferma la coscienza per rompere le pietre o certe teste. Giuseppe Pirola s.j.

La canzone di Sergio e dei “desaparecidos”

Mi si permetta in primis di ringraziare Sergio Rodriguez che mi scrive da Montevideo chiamandomi “fratello”, credo perché, quando lui era uno dei “desaparecidos”, fatto sparire, sequestrato e torturato dalle squadracce della giunta militare uruguayana, in combutta con governo e servizi USA, ho avuto fortuna nel riuscire a creare un movimento di protesta anche internazionale e di prese di posizione, anche da parte dei vertici dell’ONU e del Vaticano per esempio, del capo dello Stato e del Governo, di segretari nazionali di partiti e sindacati, di Consigli di fabbrica e di vari movimenti come Magistratura Democratica e di altri di cui ero parte come Medicina Democratica, la rivista di MaccacaroSapere”, Il Movimento per la difesa del diritto di sciopero, ecc., che hanno permesso, o spinto, la giunta militare, dopo sette lunghi mesi di sparizione e torture, a riconoscere che Sergio Rodriguez non era più un “desaparecidos” ma era loro prigioniero e questo era ciò che chiedevamo per salvarlo dall’essere definitivamente eliminato.

Era venuto a Milano a trovare la famiglia “bloccata in Italia dal golpe”, ma era voluto rientrare in Uruguay per partecipare, durante le feste di Natale, all’organizzazione delle proteste degli studenti universitari di Montevideo, durante le quali Sergio ed altri vennero presi e fatti “sparire”.

L’unica sua parente, l’anziana nonna, da quel giorno, si recava presso le sedi della polizia e dell’esercito per denunciarne la scomparsa e chiedere che riconoscessero che Sergio era loro prigioniero.

Il padre, Julio Rodriguez, nei giorni in cui avvenne il golpe, attuato da militari e servizi segreti americani col sostegno e il riconoscimento del governo USA per prevenire la sicura vittoria elettorale del Fronte democratico (Partito comunista ed alleati gruppi democratici e di cattolici di sinistra), si trovava in viaggio in Italia con la famiglia ed, essendo ricercato, in quanto dirigente comunista del Fronte democratico, dovette restare in esilio.

Divenne docente di storia alla Statale di Milano e all’Università di Cagliari, ma era dedito all’elaborazione teorica marxiana ed, in particolare, ad approfondire la teoria del valore in Marx, contestando le critiche che, da allora, furono rivolte a tale teoria e che oggi si sono dimostrate errate.

Sì che anche Civiltà cattolica (dei gesuiti) ha riconosciuto la fondatezza delle teoria del valore di Marx (rivista con cui collaborava Pirola che me ne ha consegnata una copia a meno di due mesi dalla morte).

Il padre di Sergio, Julio Rodriguez, fino a quando non cadde la giunta militare, tenne il nome di Santiago Hernanez che gli avevo dato io quando organizzai il primo festival provinciale di Varese dell’Unità, e lo invitai a tenere una conferenza. Grazie al fatto che Julio, quando è tornato a Montevideo mi chiedeva di inviargli tutti i libri pubblicati, o, mano a mano che uscivano, libri che riguardassero sia l’economia politica che la critica o l’approfondimento della teoria del valore (moltissimi in quegli anni, da e su Sraffa a Napoleoni, ecc.), una parte cospicua dei miei circa 12 mila volumi è composta ed arricchita dai libri che riguardano la teoria economica, l’economia politica e la teoria del valore, che acquistavo sempre in doppia copia, una per Julio e una per me.

Grazie Sergio di avermi chiamato “fratello”, anche pensando al fatto che quella degli USA viene definita una “grande democrazia” ma, invece, è stata, ed è, non solo il mandante ma spesso l’organizzatrice diretta dei massacri, delle torture, dei golpe e delle sparizioni perpetrate in tutta l’America Latina. Ancora oggi hanno campi di concentramento e di tortura nei paesi dell’Est, Africa ed Asia. Io mi sento di omaggiare un inglese come Hobson che, aprendo un discorso teorico di grande rilievo(proseguito da altri nei decenni successivi ad oggi), tanto sul piano economico, quanto sul piano politico e non mancando di tentare una ricostruzione unitaria dell’uno e dell’altro aspetto dell’imperialismo, fu il primo a parlare di “IMPERIALISMO” come “sbocco politico esterno a cui conduce e corrisponde, all’interno un sistema economico, una generale deformazione autoritaria dei principi e degli istituti della democrazia parlamentare”.

Questo dovrebbe dire qualche cosa anche agli italiani e all’Italia di oggi e ai Paesi imperialisti dell’Europa, dalla Francia all’Inghilterra e alla Germania finoall’imperialismo del capitale finanziario della UE, che ben al di là dei loro confini sono portatrici di guerre, dirette o per procura o per interposti Paesi e persone, che esplcitano in modo solo più eclatantei contenuti di un dominio che èintrinsecamente espresso di un imperialismo sia politico che economico, volto ad imporre, anzitutto, l’oppressione di un potere di classe a cui poi segue o può seguire (ma può anche essere preceduto da)l’intervento armato,coinvolgendo non solo i popoli e i Paesi che vengono aggrediti ma anche popoli e Paesi che vengono coinvolti e trascinati, subendo un’Alleanza stipulata tra Stati ideologicamente ispirantisi alla logica di un mercato internazionale unificato e gerarchizzato dalle potenze guida del capitalismo finanziario anglosassone ed Europeo.

La canzone di Sergio-due anni quasi dopo Pirolaultima modifica: 2012-01-30T08:05:00+01:00da iskra2010
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