Roberto Scarpinato: Che destino infame, dover dare la mano a certa gente…

 

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da: Il Venerdì de la Repubblica

18 maggio 2012

di Piero Melati

Il procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato dice: Più passano gli anni e più provo disagio a partecipare alle commemorazioni. Ha anche scritto: Siedono, talora in prima fila, personaggi dai dubbi trascorsi, ai quali si è costretti a stringere la mano per dovere di ruolo.

Perché prova tanto disagio?

Si offre una narrazione semplificata. Da una parte Falcone e Borsellino, che con il maxiprocesso ripristinarono l’autorità dello Stato e per questo vennero uccisi, dall’altra i carnefici, che hanno il volto di Riina e Provenzano, ex villici eletti a icone del male. È una parte della storia”.

E l’altra parte?

Se la mafia fosse fatta solo di ex villici ce ne saremmo già liberati. Invece c’è una vasta terra di mezzo abitata da un popolo di colletti bianchi, che hanno fatto le nostre scuole, frequentano le nostre chiese, pregano lo stesso Dio, si incontrano nei salotti, e che sono i coprotagonisti“.

A che titolo?

“O sono i capi della mafia…”

I capi della mafia?

“Sì. La mafia dei corleonesi, quella degli ex villici, è durata 15 anni. Dall’Unità d’Italia a a oggi molti capi della mafia sono stati di estrazione borghese

Di estrazione borghese?

Michele Navarra era medico, Michele Greco un proprietario terriero che frequentava i migliori salotti“.

E oggi chi sono i nuovi padrini?

Medici, architetti, avvocati, imprenditori. E parlo solo di quelli già condannati per mafia“.

E poi?

Poi c’è un altro popolo di colletti bianchi di cui, dopo processi costati lacrime e sangue, sono state accertate le responsabilità. Sono i collusi, i contigui“.

Basta così?

No. Poi ci sono uomini dello Stato. Contrada, numero tre del Sisde, il dirigente della Mobile di Palermo D’Antone, assessori regionali, Giulio Andreotti, sette volte presidente del Consiglio e ventidue ministro: la sentenza d’appello confermata ha certificato i suoi rapporti con la mafia fino al 1980“.

Tutto questo non viene ricordato?

“Tutto rimosso. Un’amnistia permanente per amnesia collettiva. Alle giovani generazioni viene fornita una lettura riduzionista. Viene rimossa quella parte di storia che ci chiama in causa, che dice corresponsabili pezzi della società e delle classi dirigenti”.

Che danni ha prodotto la rimozione dei fatti?

“Proiettare il male su alcune figure elevate a mostri è mistificante. Il male è tra noi. Falcone, Borsellino, Chinnici, Costa non si sono dovuti misurare solo con Riina e Provenzano, ma con quel mondo che ho descritto. Un mondo di potenti che ha impedito a Falcone e Borsellino di portare a termine un progetto. Il pool antimafia venne decapitato, la campagna di delegittimazione fu potente. E questo non appena vennero varcate le Colonne d’Ercole, il confine invisibile“.

Quale?

L’arresto di Ciancimino, quello dei Salvo, l’annuncio nell’istruttoria del maxi dell’uso del reato di concorso esterno contro le infiltrazioni della mafia dentro le istituzioni. Da quel momento li definirono Torquemada e giudici sceriffi. C’erano i colletti bianchi dietro le lettere anonime del Corvo, la loro impronta sulle indagini bloccate“.

E oggi?

“Il gioco grande del potere, come lo definì Falcone, si intravede nelle indagini sulle stragi. Scenari inquietanti che vanno al di là di coloro che per quei delitti si sono sporcati le mani. Appena dopo l’esplosione, in via D’Amelio sparisce l’agenda di Borsellino, il suo promemoria sui fatti più indicibili. Falsi collaboratori depistano le indagini. E poi la trattativa“.

Che cosa si è appurato?

“O la trattativa fu condotta davvero fra mafia e uomini dello Stato oppure fu fatto credere alla mafia che si stava trattando e la mafia di conseguenza si mosse per alzare il prezzo della trattativa. In ogni caso vari elementi inducono a ritenere che Borsellino fu eliminato perché si temeva che potesse essere di intralcio alla trattativa“.

Quali sono i rischi di oggi?

Dire che la mafia si è estinta. La Germania ha fatto i conti col nazismo. L’Italia non ha fatto mai i conti col fascismo, le stragi, l’alta mafia. La nostra storia nazionale è stata segnata da una criminalità del potere di cui sono state protagoniste alcune componenti delle classi dirigenti. Depistaggi e reticenze dimostrano che questa storia lambisce ancora il nostro presente“.

Roberto Scarpinato: Che destino infame, dover dare la mano a certa gente…ultima modifica: 2012-05-28T08:29:00+02:00da iskra2010
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