Il j’accuse del fratello del magistrato: «Paolo è stato ucciso dallo Stato»

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23 maggio 2012

INTERVISTA A SALVATORE BORSELLINO

«Questo», dice, «è un delitto di Stato, i politici lo sanno e non vengono più in via D’Amelio il 19 luglio»

PALERMO – “La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, che coinvolgesse tutti, che abituasse tutti a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Da queste parole pronunciate dal fratello Paolo Borsellino il 23 giugno del 1992 durante una commemorazione per Giovanni Falcone, parte il “j’accuse” di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato.

DELITTO DI STATO – “Siamo alla ricerca della verità e della giustizia che ancora non abbiamo avuto – dice all’Italpress – tutti sanno che le corone di fiori da parte dello Stato, per questo che è un delitto di Stato, sono fuori luogo, i politici lo sanno e non vengono più in via D’Amelio il 19 luglio”. Dal 2007 con il Movimento “Agende Rosse”, chiede con forza che sia fatta giustizia per le vittime delle stragi. “Quando Paolo fu ammazzato, la nostra famiglia rifiutò i funerali di Stato e anche quest’anno io e i ragazzi del movimento contesteremo qualsiasi istituzione si presenti in via D’Amelio – assicura. L’agenda rossa di Paolo è stata sottratta poco dopo l’esplosione, ci sono le foto eppure non si è mai dato vita ad un processo. Dico sempre che ancora non ho potuto né piangere né seppellire mio fratello perché fino a quando non saprò la verità non avrò pace”.

LA TRATTATIVA – E aggiunge: “Il sacrificio di Giovanni e Paolo è servito e servirà per le nuove generazioni che vogliono cambiare le cose, giro incessantemente tutto l’anno per l’Italia e incontro giovani studenti e associazioni assetate di sapere, è grazie a loro che ho ritrovato la speranza e la voglia di combattere. Negli adulti invece leggo soltanto l’indifferenza, la stessa che hanno avuto tutti i governi che si sono susseguiti in Italia dal ’92 ad oggi, anzi dirò di più, tutti i governi che abbiamo avuto dopo le stragi hanno continuato a pagare le cambiali contratte durante la trattativa tra Stato e Mafia che le precedettetrattativa alla quale Paolo si oppose e per la quale fu uccisoPenso che la seconda Repubblica abbia un peccato originale: le stragi del ’92 alle quali sono succedute quelle del ’93“.

GIUSTIZIA – “Forse io non ci sarò più quando giustizia sarà fatta, però – conclude Paolo Borsellino – continuo a lottare perché non si abbassi la guardia e affinché i giovani continuino a chiedere la verità per Paolo anche dopo la mia morte. E’ un dovere per Paolo, e soprattutto per le generazioni future, affinché – conclude – possano crescere in un paese dove si possa vivere nella bellezza del fresco profumo di libertà”.

Il j’accuse del fratello del magistrato: «Paolo è stato ucciso dallo Stato»ultima modifica: 2012-05-29T08:24:00+02:00da iskra2010
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