Dens dŏlens 76 – “Perché Israele non vuole uno Stato unico?”

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di MOWA

Ci siamo, nuovamente, interrogati sul perché Israele non voglia risolvere un problema che, invece, la comunità civile internazionale chiede a viva voce di affrontare: la formazione di uno Stato unico aconfessionale che comprenda sia la popolazione israeliana che quella palestinese.

Non vogliamo partire dalla storia del popolo ebreo perché non avrebbe senso e, soprattutto, sarebbe anacronistico se non, addirittura, ridicolo. Vogliamo partire dalla considerazione di carattere politico che ogni formazione che si dichiari tale, e libera da “pregiudizi”, dovrebbe sollevare e cioè quello della struttura dello Stato israeliano… come Stato teocratico camuffato da Stato democratico.

Ci scandalizziamo davanti a paesi che hanno avuto e hanno Repubbliche (?) Islamiche come l’Iran, con a capo l’Ayatollah Khomeini, o l’Afghanistan, con presidente il fondamentalista Burhanuddin Rabbani (con l’identico Mohammed Omar che si interponeva nei due mandati di Rabbani) ecc., perché non dovremmo dire nulla sulla teocrazia di Israele?

Voler separare le cose sarebbe un affronto all’intelligenza… non esiste una teocrazia migliore dell’altra, soprattutto per coloro che hanno combattuto per avere un paese democratico con una Costituzione come la nostra che rispetta sì le varie confessioni, ma le tiene separate dalle funzioni dello Stato.

La definizione di uno Stato è data dai suoi confini che sono stabiliti da scelte politiche condivise o meno dalle etnie del posto ma, nel caso israeliano, la Dichiarazione d’indipendenza dello Stato ebraico in Palestina è stata fatta senza l’indicazione dei confini, lasciando così aperta la possibilità di espansione oltre le le linee stabilite dall’ONU.

Provate, come abbiamo fatto noi, a domandare ad un abitante di Israele quali siano i confini del suo Stato e vedrete quanta reticenza nel rispondere…

Non solo non rispondono, in quanto l’infarinatura teocratica li ha convinti della giustezza delle loro azioni, ma, soprattutto, perché considerano tutti coloro che gli si oppongono come antisemiti.

Guardate che la “chiave di volta” del problema mediorientale israelo-palestinese è proprio in quella banale e strumentale “non risposta” che alimenta le successive autogiustificazioni da parte di Israele e le continue trasgressioni dei trattati internazionali.

La strumentalizzazione, quindi, da parte delle potenze occidentali di quell’area diventa il vero ed unico motivo e scopo per guadagnare altro denaro sviluppando, ulteriormente, il conflitto anziché reprimerlo.

Perché avere quell’area geografica (o qualsiasi altra) instabile vuol dire per i capitalisti più controllo per i loro loschi mercati… Ed è stato, forse, questo il motivo per cui la Svizzera si è inserita nella diatriba sulla creazione dei due stati invece che promuoverne uno solo (1) ripercorrendo, così, a ritroso il percorso fatto a Basilea nel lontano 1897 dove misero le basi per la creazione dello Stato sionista israeliano.

La dimostrazione pratica di come il capitale usi, per le proprie finalità, le religioni lo si è visto in oriente con Hamid Karzai a cui hanno “costruito un paese” come la Repubblica (?) Islamica d’Afghanistan contrariamente a com’era quando c’era il Partito Democratico Popolare dell’Afghanistan (PDPA, nel 1978 – d’ispirazione marxista), il quale aveva chiesto la laicizzazione della società afgana… Ed è stato indubbiamente questo il motivo per cui la CIA fece di tutto per metterci le mani e ribaltarne la situazione politica, così come, d’altronde, stanno facendo da anni con lo Stato d’Israele.

Ricordano un po’ la storia dell’Inghilterra con il Canale di Suez: per realizzarlo indebitarono l’Egitto, attraverso i banchieri Rothschild, costringendo le autorità cairote a vendere le azioni del canale agli inglesi; oppure, il colpo di stato contro il sultano Abd ul-Hamid il quale non vedeva di buon occhio la massoneria che considerava (giustamente) l’espediente utilizzato dalle potenze occidentali per la penetrazione politica nel suo paese perché, dette potenze, si erano servite della formazione dei Giovani Turchi (omonimo del movimento mazziniano Giovane Italia e che facevano riferimento alla loggia Macedonia Resurrecta di Salonicco, il cui dominus era il veneziano nazionalista turco Emmanuel Carasso e, dove, quasi tutti i massoni, erano dell’area geografica dove viveva una colonia di dönme – nome dato agli ebrei nel XVII secolo a quelli convertitesi all’islam e seguaci di Sabbatai Sevi) per attuare feroci pulizie etniche (armeni, greci, bulgari). (2)

Come dimenticare, poi, il ruolo occulto della banca Comit nel sostenere l’ascesa del fascismo, (3) banca gestita dall’ebreo polacco (naturalizzato italiano) Giuseppe Toeplitz, lo stesso banchiere, che finanziò il movimento sionista (e che lo scrisse al suo collega e amico massone Cesare Goldmann). (4) Sarebbe anche interessante rilevare i rapporti tra ebraismo e massoneria… ma ci riserviamo di farlo più avanti perché, altrimenti, bisognerebbe parlare dei circoli massonici e finanziari internazionali, dove si include la Comit.

Sappiamo che nella storia i banchieri hanno finanziato sia a destra che al centro e “asini_stra” (e non centra nulla l’antisemitismo), ora si tratta di comprendere il ruolo assunto dalla borghesia e quali mezzi economici e culturali utilizzi (ed abbia utilizzato) o metta a disposizione (e, nel caso, se l’inventa), per piegare la volontà delle persone onde evitare che capiscano i veri piani in atto… che sono, sempre e comunque, a scapito dei plagiati.

Ricordiamoci che i morti e i feriti, delle varie incursioni, nelle varie parti del mondo (medioriente incluso) sono solo un puro calcolo statistico per i lucrosi affari dei capitalisti… perché, a costoro, non interessa assolutamente se sei confessionale, laico, ateo o altro ma solo il fruscio della carta-moneta.

Null’altro!

Ecco la ragione del perché i comunisti devono chiedere la cessazione delle ostilità in medioriente e la formazione di un unico Stato aconfessionale come quello italiano…

Perché tutti devono avere diritto di cittadinanza.

note:

  1. http://iskra.myblog.it/archive/2012/11/28/la-svizzera-appoggia-la-palestina.html

  2. Intrighi d’Italia di G. Fasanella e A. Grippo ediz. Sperling & Kupfer

  3. Al casinò con Mussolini – Gioco d’azzardo, massoneria ed esoterismo intorno all’ombra di Matteotti di Riccardo Mandelli ed. Lindau pag.37

  4. Archivio storico Banca Commerciale Italiana (CpT = copialettera Toeplitz) vol. 54, foglio 88, 9 aprile 1927

Dens dŏlens 76 – “Perché Israele non vuole uno Stato unico?”ultima modifica: 2012-12-17T08:06:00+01:00da iskra2010
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