Dens dŏlens 94 – “Siamo veramente sicuri di non sapere chi sono i mandanti?”

di MOWA

Nei documenti e libri sulle varie stragi è costante la presenza di: criminalità (più o meno) organizzata, massoneria (deviata? Da chi e cosa?) italiana ed estera, servizi segreti nazionali ed internazionali “deviati” (sic!), “politici” (locali, nazionali e internazionali), organizzazioni para-proto-filo-ex-fasciste o para-militari o pseudo-civili, ecc. …Spesso, gli uni sono intrecciati o sovrapposti agli altri dandoci la conferma che il legame tra queste forze esista e non sia una mera supposizione.

Questo legame è stato fatto emergere grazie alle indagini di fedeli servitori della verità e dello Stato che hanno portato alla luce l’inquietante scenario che si è creato nel nostro ( ma non unico) paese, il connubio tra potere e affari: il potere per il dominio e gli affari per la prevaricazione dei ricchi sui poveri.

E i dati ISTAT sono lì a testimoniare il quotidiano regredire della nostra penisola verso la povertà di nuove classi sociali, l’aumento dell’indigenza di settori sempre più ampi della popolazione causato dalla perdita di posti di lavoro, la difficoltà di farsi curare per i continui tagli alla sanità con l’aumento (con i vari balzelli posti) dei ticket e la privatizzazioni delle strutture ospedaliere o la riduzione complessiva dei servizi pubblici alla persona che erano sintomo di un paese progredito e civile.

A questo punto c’è da chiedersi quanto questa premessa c’entri con il resto, per capire è importante leggere quanto disse Angelo Siino (uomo di Cosa Nostra) al magistrato Tescaroli nell’udienza dibattimentale del processo per Capaci, del 24 novembre 1999

Domanda:

Lei è a conoscenza di pubbliche esternazioni del dottor Borsellino sul collegamento tra l’uccisione di Falcone e le investigazioni da lui svolte nel settore della gestione degli appalti?

Risposta:

Sì. Nel periodo immediatamente dopo l’uccisione del dottor Falcone, il dottor Borsellino disse che una pista da seguire era quella degli appalti e che senza dubbio c’era stato un qualcosa che aveva determinato l’uccisione del dottor Falcone a causa del suo volersi filare la questione degli appalti”…

E andando avanti nelle dichiarazioni, l’uomo della Cupola, Siino puntava il dito contro apparati dello Stato per la strage di via D’Amelio :

Borsellino l’ammazzarono loro, non guardate solo a me, guardatevi dentro anche voi [1] aggiungendo: “Ne so poco perché qui non mi passano nemmeno i giornali. Ma questa storia della trattativa, di un mio patto con lo Stato di tutti gli impasti coi carabinieri e servizi segreti legati al fatto di Via D’Amelio non sta proprio in piedi. Io della strage non so parlare. Borsellino l’ammazzarono loro”. [2]

Precisando:

loro sono quelli che hanno fatto la trattativa, cha hanno scritto il papello. Ma io della trattativa non posso saperne niente di niente. Perché io sono oggetto e non soggetto di trattativa. E la stessa cosa è per quel foglio con le mie richieste che qualcuno avrebbe presentato attraverso Vito Ciancimino. Mai scritto da me. Facciamo pure la perizia calligrafica appena viene fuori e scopriremo chi è, io non ho niente a che fare con questa vicenda.

Se andassimo a vedere, poi, il ruolo avuto (anche nell’assassinio di Falcone che indagava sia su Gladio che sui capitali della criminalità in Borsa) dai diversi funzionari dello Stato il dubbio diventa certezza. Rilevanti le motivazioni del decreto di archiviazione (sic!), sollecitate dall’allora Procuratore della Repubblica di Trapani, sul Centro Scorpione della Gladio siciliana depositate nel giugno 2000:

L’ipotesi investigativa avanzata dalle diverse autorità inquirenti era che accanto a una Gladio ufficiale vi fosse un’organizzazione segreta, composta da un numero limitato di soggetti, che, senza alcuna legittimazione istituzionale, abbia agito con finalità turbativa della vita politica nazionale e di eversione dell’ordine democratico. Il Centro Scorpione di Trapani fu realizzato nel 1987 ufficialmente per contrastare le possibili infiltrazioni della Libia […]. Le indagini della procura di Trapani, iniziate nel 1991, trovarono nuova linfa nel 1996 attraverso i contributi informativi provenienti dal collaboratore di giustizia Francesco Elmo. [Fiancheggiatore esterno dell’organizzazione segreta e parallela ai servizi segreti poi diventato collaboratore di giustizia. Ndr] Elmo riferì che nel 1983, mentre frequentava la facoltà di ingegneria dell’università di Palermo, ove esternava le proprie idee politiche di destra, fu contattato da un giovane, Emilio, il quale gli propose di entrare a fare parte di una struttura clandestina in funzione anticomunista. A seguito della sua accettazione, il giovane universitario lo mise in contatto con un agente della polizia di Stato, Emanuele Piazza, il quale diventò un suo referente della polizia di Stato. Il predetto Piazza, agente esterno del SISDE, fu ucciso subito dopo il fallito attentato dell’Addaura ai danni di Giovanni Falcone.

Inciso: Piazza oltre ad essere un agente del SISDE e scorta di Falcone, praticava la subacquea, era inserito nella struttura Stay Behind del Centro Scorpione e fu ucciso in circostanze misteriose. Il fratello di Piazza (avv. Gianmarco) sull’episodio all’Addaura dichiarò, nel 2010, al quotidiano la Repubblica:

Mio fratello ha detto che a organizzare il fallito attentato al giudice Giovanni Falcone non era stata la mafia, ma era coinvolta la polizia. Ricordo ancora le sue parole: c’entra la polizia”.

Mentre il collaboratore di giustizia Elmo dava ulteriori indicazioni:

A poco a poco, l’Elmo cominciò a fare la conoscenza degli appartenenti a questa struttura parallela ai servizi segreti, tra i quali Elmo indicava uomini politici, appartenenti alle forze armate, professori universitari, professionisti e commercianti, e anche il noto Bruno Contrada”. [3]

Si prospettavano altri scenari che delineavano (su indicazione di Elmo) tre livelli della Stay Behind: il primo, costituito da civili assoldati da coloro che avevano simpatie anticomuniste; il secondo, composto da sottufficiali dell’esercito e delle forze dell’ordine; il terzo, il più segreto, ufficiali e massoni di primo piano in possesso del NOS (Nulla Osta di Sicurezza) NATO.

Ancora Elmo: “L’organizzazione clandestina si sarebbe resa responsabile o compartecipe, nel corso degli anni Ottanta, di una serie di clamorosi episodi delittuosi avvenuti nella Sicilia Occidentale, tra cui il fallito attentato a Giovanni Falcone all’Addaura, l’uccisione dell’agente di polizia Emanuele Piazza, l’omicidio Mattarella, l’omicidio La Torre, l’omicidio Chinnici, la strage di Pizzolungo, eccetera”. [3]

La pertinace professionalità di Giovanni Falcone lo spingeva a indagare su Gladio e sulla pista terroristico-politico-mafiosa nei delitti di Dalla Chiesa, La Torre e Mattarella.

Significativo e di rilevanza assoluta fu il giudizio del giudice che indagò sulla strage di Piazza della Loggia e del treno Italicus, Grassi:

Lo svelamento di Gladio/SB, [Stay Behind ndr] apparve di estremo interesse in tutti i processi per strage. Molteplici elementi avevano fatto ritenere l’esistenza di collegamenti tra lo stragismo che aveva insanguinato l’Italia dal 1969 e le strategie di provocazione e di morte che avevano visto coinvolti eversori di destra assieme ai vertici di servizi segreti nel contesto di attività anticomuniste. […] [La tesi che] Gadio avesse unicamente una funzione antinvasione apparve smentita da numerosi e concordanti indizi. […] I rapporti del Comitato di studio sulle operazioni governative del Senato degli Stati Uniti d’America e in particolare quelle sul coinvolgimento nei complotti destinati all’assassinio di leaders stranieri sono importanti. Questo Comitato è in possesso di quello redatto il 20.11.75 dedicato alle covert operations destinate alla eliminazione fisica di alcuni leaders che lottarono controle dittature nazifasciste: tra questi Patrice Lumumba, Fidel Castro, Rafael Trujillo, Ngo Dihn Diem e René Schneider. Il primo fu artefice della indipendenza del Congo, Castro fu liberatore dalla dittatura batista, il terzo fu il presidente della repubblica Dominicana, il quarto fu presidente del Vietnam del Sud, il quinto era il generale cileno vicino ad Allende. Eliminazioni tutte riuscite tranne quella contro Castro. […] Tecnica tipica utilizzata dalla CIA era il congelare l’apparato investigativo, messo in moto da una covert action, precostituendo uno o più colpevoli intossicati. [4]

A questo punto dovremmo chiederci se è legittimo che un Presidente, come quello statunitense, che si definisce democratico e che vuole la democrazia nel mondo, può avere, ogni giorno, sul suo tavolo una lista da firmare di persone da eliminare. [5]

Sono, quindi, giustissime le obiezioni che stanno sollevando a livello internazionale sul diritto di vita e di morte dei popoli da parte degli imperialismi che si concretizzano con l’assassinio selettivo dei propri leader. [6]

Non avevano, allora, detto bugie alcuni ordinovisti pentiti delle stragi commesse, come Paolo Aleardi, [7] quando sosteneva, nel 1982, al giudice Imposimato che: “…una parte della Democrazia cristiana e da ambienti conservatori del Vaticano, che prospettavano in termini drammatici il pericolo di un avvento comunista al potere[8] dei rapporti dell’organizzazione di destra Ordine Nuovo con massoneria, CIA, SID, settori del Vaticano e della Democrazia cristiana. Conferme che sono scritte in un rapporto segreto RSD/IZ n. 230, [9] del giugno 1967, trovato a Montebelluna durante le indagini per la strage di Piazza Fontana che affermava:

L’esistenza della guerra occulta non è una novità. Il presente rapporto ne delinea il quadro attuale” […] “La radice di questa trama internazionale si trova a Washington, molti dei tramiti maggiori si trovano a Roma, al Vaticano . [10] esordendo sul ruolo della CIA e del gruppo Bilderberg: “Al termine della seconda guerra mondiale, per contenere la marea comunista i vincitori occidentali decidevano un’alleanza delle forze liberali laiche con quelle cattoliche. Terreno di incontro erano le NEI (Nouvelles Equipes Internationales) con sede a Bruxelles, una sorta di ufficio di collegamento cattolico-massonico con la funzione di promuovere lo sviluppo delle forze democristiane più progressiste in tutto il vecchio continente.

Non bisogna dimenticare in questa “rivelazione” il ruolo assunto da padre Felix Morlion con la Pro Deo l’Università domenicana di Roma “da sempre crocevia di incontri tra uomini della CIA, alti prelati e grandi industriali[11] come non bisogna dimenticare il ruolo assunto dal MACI (Movimento avanguardia cattolica italiana) voluto dall’allora cardinale Montini che aveva tra i suoi dirigenti Piero Cattaneo che era stato coinvolto nella strage di Brescia. [12]

Emblematica la storia del nostro paese ma, se fossimo più lungimiranti, potremmo dire di tutto quello a cui assistiamo nel mondo (Libia, Egitto, Siria, Afghanistan, Iraq, ecc.), storia che è stata esposta molto bene dal giudice Grassi e che viene riconfermata dall’ordinovista Carlo Digilio, in quanto ha sostenuto nell’interrogatorio col giudice Salvini il 4 maggio 1996.

Tra le forze della struttura occulta c’era anche la loggia CAMEA, Centro di attività massoniche esoteriche accettate, fondata a Rapallo nel 1958 dal medico Aldo Vitale e da Giovanni Allavena, il cui nome compare nelle liste della P2. Allevena era assurto alla guida del SIFAR nel 1966, come si legge nella relazione del gruppo Democratici di sinistra del 22 giugno 2000 in Commissione stragi, p.309. Nella CAMEA ci sarebbero stati Concutelli e uomini di Cosa Nostra: <<Stefano Bontate, Giacomo Vitale, Michele Greco, detto “il Papa” e il fratello Salvatore Greco, il mandante dell’omicidio di Dalla Chiesa>>. E, secondo il pentito Leonardo Messina, anche Totò Riina, Francesco Madonia, Mariano Agate. (Commissione antimafia, relazione su mafia e politica, doc. XXIII n. 2 del maggio 1993, pp. 62-63). La CAMEA è la rappresentazione plastica dell’alleanza tra servizi, mafiosi, massoni, terroristi di Ordine Nuovo e Gladio, la stessa alleanza che ritroviamo in via Sicilia.” [13]

Via Sicilia a Roma, ricorda molto via Gradoli a Roma o via Bligny n. 42 a Milano, perché è stata la base-sede di diverse attività che sono:

n. 235 sede occulta del nuovo servizio militare italiano usata per dare copertura ai neofascisti (qui sono avvenuti gli incontri tra il capitano Labruna del SID e i terroristi di Ordine Nuovo Marco Pozzan e Massimiliano Fachini);

n. 159 sede dei servizi segreti americani OSS (poi CIA), qui fu creato il primo nucleo dei servizi segreti, il SIFAR;

angolo con via Romagna sede dell’OMPAM (Organizzazione Mondiale per l’Assistenza Massonica) creata da Licio Gelli;

n. 66 domicilio della compagnia aerea Itavia spa con sede legale a Catanzaro; al n. 59 sede del Protective Service dell’UR, controspionaggio dell’OSS;

n. 50 sede dell’Alcione detective, agenzia di investigazioni a cui il 18 luglio 2001 giunge una telefonata partita dalla scheda telefonica SIM venduta a Nadia Desdemona Lioce delle Nuove Brigate Rosse;

n. 42 base dell’organizzazione terroristica di destra Ordine Nuovo coperta dalla società Mondial Export di Mario Tedeschi e Romano Coltellacci;

n. 22 nel 1944 James Jesus Angleton insediò qui l’unità “Z” del servizio “X2”, l’OSS;

n. 20 residenza del cittadino Abdel Latif Lequel, ufficialmente commerciante, inserito in una lista di cittadini libici da espellere consegnata a Mousa Salem, raappresentante del servizio informativo di Gheddafi.

A pochi metri di distanza da Via Sicilia troviamo nella stessa via Vittorio Veneto al n. 121 l’ambasciata degli Stati Uniti D’America ed al n. 125 l’Hotel Excelsior il famoso “quartier generale” di Licio Gelli.

Facendo pochi passi ancora nella via XX Settembre troviamo al n. 8 la sede dell’ufficio “G” del SID diretto dal colonnello dei servizi segreti e massone Vito Miceli e frequentato dal capitano e massone Antonio Labruna; mentre al n. 123 la sede del ministero della Difesa dove c’era il SIFAR prima che diventasse SID. Poco lontano al n. 11, a Palazzo Caprara, si trovava indicato lo Stato maggiore della Difesa, diretto dal generale Giuseppe Aloia indicto come il capo di Gladio.

Tra queste vie c’era in via Barberini l’ufficio del colonnello Renzo Rocca a capo del SIFAR. [14]

A questo punto possiamo avere ancora dubbi su chi siano gli esecutori e i mandanti?

Il punto in comune tra i vari soggetti destabilizzatori è che volevano una Repubblica presidenziale…

 

Note:

[1] “la Repubblica” 25 luglio 2009

[2] “Corriere della Sera” 19 luglio 2009

[3] Paolo Mondani, Armando Sorrentino “Chi ha ucciso Pio LaTorre?” ed. Castelvecchi pag. 144 -145

[4] Sentenza-ordinanza nel processo penale 1329/A/94 del GI L. Grassi relativo alla strage dell’Italicus e della Stazione di Bologna

[5]La kill list di Obama” http://iskra.myblog.it/archive/2012/06/14/la-kill-list-di-obama.html; “L’arte della guerra : Menomale che Barack c’èhttp://www.globalresearch.ca/5311752/5311752

[6]Eliminazione dei leader. Cancro indotto?http://www.iskrae.eu/?p=4995

[7] Strage mancata al CSM del 1979

[8] Atti della Commissione P2

[9] Allegato alla requisitoria di Alessandrini

[10] Rapporto informale di Giannettini alla requisitoria di Alessandrini su Piazza Fontana.

[11] Giuseppe De Lutiis, Il golpe di via Fani ed. Sperling & Kupfer

[12] Atti del giudice istruttore Giovanni Arcai e riportati nel libro di Emanuele Bettini, Gladio, la Repubblica parallela ed Ediesse.

[13] Ferdinando Imposimato, La Repubblica delle stragi impunite ed. Newton Compton – Nota 29 p. 345

[14] ibidem p. 47

Dens dŏlens 94 – “Siamo veramente sicuri di non sapere chi sono i mandanti?”ultima modifica: 2013-06-03T01:25:23+02:00da iskra2010
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