Dens dŏlens 142 – “Massoni, ‘ndrangheta e…”

di MOWA

Meno male che, come previsto dalla nostra Costituzione, c’è ancora l’autonomia della Magistratura, altrimenti…

Provate ad immaginare, se fosse passata la modifica della Costituzione (auspicata da quasi tutto l’arco parlamentare, da destra a “sinistra”, dai berlusconiani ai renziani) con tutti quei politici coinvolti in situazioni spiacevoli con la giustizia, se i magistrati sarebbero stati in grado di ottenere un così eccellente risultato.

Come direbbe il comico Crozza nell’imitare il parlamentare (sic!) Razzi: “…Non credo proprio!”

Ci saremmo trovati con un nulla di fatto sia sul versante giudiziario che storico. Giudiziario perché le inchieste non ci sarebbero state e storico perché avremmo avuto conferma di quello che sosteniamo da diversi decenni e cioè lo stretto connubio tra criminalità organizzata e massoneria e tra massoneria e potere politico.

Una trade union indissolubile come lo è stata tra gli ‘ndranghetisti come dimostrato nel giuramento del filmato qui sotto.

Cosa diversa successe alle indagini di De Magistris.

Infatti, De Magistris aveva focalizzato i passaggi importanti di questa alleanza tanto che la reazione fu quella di estrometterlo impedendogli di continuare il suo straordinario lavoro di magistrato… Nel suo caso, potremmo dire, che là dove non è arrivata la criminalità a zittire il magistrato è arrivata, sottobanco, la sua alleata “masso-politica”.

Quest’altra indagine, invece, encomiabile lavoro d’equipe tra magistrati e ROS dei carabinieri, sta a testimoniare come la ‘ndrangheta, come tutte le altre criminalità, sia sempre stata al “servizio” dei poteri forti. Lo stesso vale per quelle figure del giuramento dei ‘ndranghetisti “Mazzini, Garibaldi, La Marmora”, tutto ciò rafforza la nostra tesi sulla continuità e la contiguità con lo sviluppo di questo paese sotto l’auspicio di una “sovranità limitata” a favore della masso-borghesia. In senso lato.

Forse qualcuno, oggi, potrebbe sostenere che non vi fu la “trattativa Stato-mafia”?

I terroristi come lo era Mazzini, infatti, sono sempre stati funzionali al potere e la storia del nostro paese (ma non l’unico) ne è la dimostrazione vivente sull’uso funzionale di questa pratica. Guardate come sono state utili al potere, prima le organizzazioni di destra e poi quelle sedicenti di sinistra come le BR.

Obiettivo?

Lo status quo a favore dell’élite e a scapito delle politiche comuniste.

Il comunismo, infatti, è il nemico principale, è il comun denominatore che unisce queste nefaste soggettività, perché divulgatore di teorie paritarie e di distribuzione delle ricchezze a tutti.

Se fate caso, poi, sia la borghesia che la criminalità agiscono per avere segreti bancari, societari, di investimenti, ecc. tutti a danno di chi, invece (come i comunisti o i cattolici popolari), chiede reale tutela nel lavoro, sui diritti, stabilità economica, sicurezza, salubrità, ecc.

Casualità?

“…Non credo proprio!” Citando, di nuovo, il comico Crozza nell’imitare Razzi.

Qualcuno pensa che i siciliani stiano meglio avendo la mafia o i calabresi la ‘ndrangheta?

Assolutamente no!

Anzi, sono castigati due volte.

Primo. Perché non hanno ottenuto un benessere generalizzato.

Secondo. Con l’inquinamento delle tradizioni culturali. Perché, con la scusa dell’appartenenza regionale, pochi soggetti si sono arricchiti illudendo gli altri che si è “tutti sulla stessa barca”, dello stesso ceppo d’origine territoriale.

Tutte “minchiate”, inventate di sana pianta dall’élite, per zittire la giusta rabbia che dovrebbe far saltare le fondamenta di un potere subdolo e perverso.

A dire il vero, ve ne sarebbe un terzo che aggrava ulteriormente la differenza tra malaffare e popolazione e sarebbe quello che il “terzetto” (borghesia, massoneria, criminalità) non ha guardato in faccia nessuno per inquinare irreparabilmente terreni fertili e produttivi, facendo ammalare o morire i suoi stessi corregionali. Anzi si scambiano favori per la realizzazione di questi crimini. Esempio di connubio tra criminalità, massoneria e imprenditoria per lo smaltimento dei rifiuti lo svelano sia Gaetano Vassallo che Antonio Schiavone che dicono che dalla evoluta “Germania arrivavano camion che trasportavano fanghi nucleari. Vi erano fusti che contenevano toluene, ovvero rifiuti provenienti da fabbriche della zona di Arezzo: si trattava di residui di pitture”[…] “Il sistema era unico, dalla Sicilia alla Campania. Anche in Calabria era lo stesso: non è che li rifiutassero i soldi. Che poteva importargli a loro, se la gente moriva o non moriva? L’essenziale era il business.” […] “fino al 1991, per la zona del Sud, fino alle Puglie, era tutta infettata da rifiuti tossici provenienti da tutta Europa e non solo dall’Italia.

Non stiamo esagerando perché è storia di tutti i giorni che leggiamo, ahimè(!), sulle cronache dei giornali.

La cultura dell’arricchimento indiscriminato, purtroppo, lascia morti e feriti sul terreno degli onesti. Questa mancanza di lungimiranza da parte dei capitalisti-criminali dovrà fare i conti, ben presto, con il problema demografico mondiale oltre che con il dato alimentare visto che il 75% del terreno coltivabile è distribuito tra America Latina e Africa (dati del Dipartimento Agricoltura della FAO) e la continua erosione delle nostre parti con la cementificazione porterà, inevitabilmente, a conflitti sociali non indifferenti.

A qualcuno, infatti, parrà singolare che la criminalità abbia usato, nel suo giuramento di affiliazione, quel linguaggio ma, in realtà, la storia della prassi dei fenomeni criminali nel nostro paese è di una verità sconvolgente nel comprendere la “sintonia” con il potere tradizionalmente detto della borghesia che sia essa “parvenu” o aristocratica nuova o di vecchia data. I fatti storici parlano da soli a sostegno della nostra tesi.

Quelle persone citate nel giuramento, infatti, sono la testimonianza dell’evoluzione della fase raggiunta, di quanto l’aspetto “legale” della società, abbia vittoriosamente lavorato per l’eliminazione delle organizzazioni politiche come il PCI e del suo influente supporto culturale a contrasto di quelle politiche antisociali come sono la borghesia ed i suoi derivati. La magistratura potrà ben poco con un sistema sociale, così indotto, che svicola dai dettati costituzionali prediligendo la concorrenza alla solidarietà, l’individualismo al bene collettivo, il segreto alla trasparenza.

Mazzini, Garibaldi e La Marmora, infatti, sono state rappresentazioni di un potere piramidale che nulla ha da spartire con il benessere collettivo basato sulla reale libertà degli individui consapevoli e responsabilizzati nel decidere le sorti del proprio futuro, quel potere è l’esatto contrario. Non era stata casuale la scelta di Marx di allontanare quel Mazzini dall’Internazionale comunista marchiandolo oltre a “Teopompo” come “terrorista al soldo del potere” (inglese) e, apostrofandolo come “vecchio somaro”. Perché la prassi di questa massoneria, era ben lontana dai propositi dei comunisti, anzi, era quella di insinuarsi, strumentalmente, nelle file degli oppressi per usarli per il consolidamento dei propri interessi (borghesi)… Ne sono testimonianza la strage della popolazione contadina di Bronte (Sicilia) fatta da Garibaldi con il generale Nino Bixio.

Oggi, anche grazie a diversi libri di attendibili storici, possiamo conoscere la vera storia, infatti nei testi viene messo in risalto cosa esattamente si proponessero alcuni “eroi della patria”. Infatti, sta affiorando il lato oscuro di cosa fecero come danno, questi massoni, a popolose comunità come, ad esempio, quella napoletana con l’”esproprio” (rapina) e non la distribuzione, della loro riserva aurea (ecc.) a favore della “nobiltà” piemontese, oppure, lo scandalo delle privatizzazioni dei beni pubblici (già sentito queste parole?). O, ancora, la società fasulla del massone Pietro Bastogi che avrebbe dovuto costruire le ferrovie meridionali ed, invece, fece sparire montagne di soldi pubblici. E via cantando con altre infinità di esempi…

Complici?

I soliti: borghesia e criminalità, con l’intermediazione della massoneria.

Quindi perché meravigliarsi delle parole del giuramento dei ‘ndranghetisti.

Nobili (nell’accezióne del termine) furono, solo, quelle persone (comunisti, cattolici-popolari, alcuni socialisti) che capirono il ruolo della massoneria come collante tra le parti riuscendo, con estrema abilità, a “fare” una Costituzione italiana con l’articolo 18 e che oggi, la massoneria vorrebbe togliere… costi quel che costi. Infatti l’articolo 18 della Costituzione nel secondo capoverso recita : “… Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.” E la criminalità organizzata non è una struttura paramilitare? Non nel senso stretto del termine ovverosia con divise di riconoscimento ma…

E la massoneria?

Non si avvale, forse, di questi malviventi?

Avete dimenticato quanto emerse dalla Commissione sulla loggia massonica P2?

Facciamo quadrato affinché tutto ciò non continui e che non avvenga la modifica della Costituzione.

Riprendiamoci quel che è nostro, come la Costituzione nata dalla Resistenza, per non rovinare, ulteriormente, il nostro futuro di persone oneste.

Dens dŏlens 142 – “Massoni, ‘ndrangheta e…”ultima modifica: 2014-11-27T01:02:36+01:00da iskra2010
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