Solo combattendo per il Socialismo-Comunismo si sconfigge il nazifascismo

 

Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer

per la ricostruzione del P.C.I.

di Domenico Marino *

Stiamo assistendo, spesso imbelli e inebetiti, ad una recrudescenza del fenomeno nazi-fascista. Formazioni residuali e fuori dalla storia come Forza Nuova e Casapound, col loro delirio di razza italica (manco fossero al mercato delle vacche…) e la loro ideologia mortifera, hanno ampio spazio nei media e non pochi favori e finanziamenti da parte dell’establishment economico e politico (1).

Per inciso Casapound ha una sede, di grande valore, “occupata” nel centro di Roma con il beneplacito delle istituzioni della Stato e di quella città.

 

Il fabbricato di Via Napoleone III, occupato da Casapound, movimento di estrema destra, è stato acquistato dal Comune di Roma nella manovra di Bilancio del 2012, per un valore di 11 milioni e 800 mila euro, attraverso una permuta con il Demanio di Stato.

Ma perché formazioni fasciste, che insieme contano poche migliaia di militanti in tutta Italia e percentuali di voto dello zero virgola hanno tanto spazio nel dibattito mediatico? Perché non marginarizzarli con una corretta informazione sul nazifascismo e ancora meglio reprimerli a norma di legge e di Costituzione? Perché gran parte del mainstream indugia ancora, e capziosamente, sui pericoli del comunismo e non si preoccupa seriamente di formazioni, queste sì, pericolose socialmente e individualmente, che inneggiano all’odio razziale, organizzano provocazioni, atti terroristici e stringono rapporti occulti con massonerie, ex brigatisti come Valerio Morucci, mafie e servizi segreti?

La risposta è semplice e chiara: essi rappresentano come in passato i cani da guardia e gli utili idioti da sacrificare in difesa del sistema capitalistico, che attraverso molte sue istituzioni e strutture (leggi Nato) li protegge, coccola e arma, contro i comunisti e le lotte operaie, per poi scaricarli e sacrificarli appunto sull’altare della patria in propria difesa.

Perché questo sono stati il fascismo e il nazismo: cani da guardia del sistema capitalistico e dei suoi “boss” da cui, come emerge da documenti recentissimi, hanno avuto ampi finanziamenti.

La mascella volitiva di Mussolini ha masticato a quattro palmenti soldi provenienti da grossi industriali a grossi istituti di credito (le offerte oscillano tra le 200.000 lire dell’epoca del Credito italiano e le 100 lire di una drogheria. Tra i sovvenzionatori l’Ansaldo di Perrone (industria meccanico-militare), Max Bondi (industria metallurgica – Ilva) e Lorenzo Allievi (industria elettrica), Giacinto Motta (Edison) e Giovanni Agnelli (industria metalmeccanica – Fiat) (2).

Altro che partito del popolo…

La storia si ripete due volte” diceva un certo Karl Marx “La prima come tragedia la seconda come farsa”. Ma è indubbio che dietro ad una nuova farsa si possa nascondere una nuova e pericolosa tragedia.

Questo perché non c’è un vero argine politico e culturale rappresentato dalle formazioni politiche odierne, che pur appellandosi, pro domo loro, ai valori dei Costituenti ne rinnegano uno dei tratti essenziali e imprescindibili: l’antifascismo militante! Nei fatti sia il Pd (di Renzi che di Prodi) e Forza Italia (del massone piduista Berlusconi) con i loro governi e le loro legiferazioni hanno dato una impostazione statuale più vicina al “ventennio” che al patto sociale nato dalla Resistenza. Questo è avvenuto nell’ambito della scuola, del lavoro, della sanità e anche in ambito istituzionale (vedi maggioritario, modifiche alla Costituzione, tentata abolizione del Senato, presidenzialismo in pectore, governatorati regionali, sindaci sempre più assimilabili a podestà etc.). Mentre movimenti come M5S e Lega si sperticano nella difesa “democratica” di questi “gruppuscoli” antidemocratici.

Ciò ci fa capire che il modello nazi-fascista sia quello più amato dai padroni e dai propri politici di turno, che preferiscono l’autoritarismo alla democrazia: le ruspe e i vaffa…

Spesso quando pensiamo alla morte di una democrazia ci viene in mente un golpe più o meno violento; eppure non dovremmo dimenticare che sia Fascismo che Nazismo si sono legittimati prima passando dall’urna (maggioritaria) per poi abolire i principi democratici a favore del totalitarismo di matrice capitalista.

Questi eventi però non capitano improvvisamente, senza essere giustificati e preparati da dinamiche politiche antecedenti. Essi spesso sono la conseguenza di un lungo processo di erosione delle istituzioni democratiche, che si verifica all’interno dell’ambito della legalità. Non sono solo i colpi di Stato ad uccidere le democrazie. Spesso le democrazie implodono da dentro, aprendo le porte a istanze e figure che, piegando a poco a poco le regole del sistema a proprio favore, ne stravolgono completamente il volto. Questo in Italia è avvenuto con la seconda Repubblica che ha avuto come presupposto il golpe strisciante all’interno del P.C.I. partito che, fino a quando è stato diretto da comunisti, ha rappresentato l’unico vero baluardo antifascista ben organizzato. Non per niente negli ultimi trent’anni il canovaccio per le riforme politiche è stato il programma di “rinascita democratica piduista del masso-fascista Licio Gelli. Infatti questo è il progetto della nuova masso-borghesia: meno democrazia per tutti in favore di una “democrazia” per pochi (vedi Huntington).

Questo ci dovrebbe far riflettere per poi riformulare quello che è il concetto di dittatura. Oggi non c’è bisogno di azioni eclatanti e roboanti per fare un colpo di Stato. Basta mettere al giusto posto, nei gangli dello Stato, attraverso la massoneria, il vero e solo partito della aristo-borghesia, gli uomini a suo servizio e attraverso think tank come l’Aspen institute (di cui fanno parte molti parlamentari, ministri e giornalisti) e il Bilderberg, plagiare il consenso delle masse.

Questa fascistizzazione della politica e dello Stato discende direttamente dal pensiero elitario e autoritario delle classi dominanti, che in forma più rozzamente folkloristica e violenta è espresso da coloro che inneggiano a Mussolini e allo squadrismo di quartiere.

Questo spiega perché pochi giorni fa a Bologna le forze dell’ordine hanno preferito picchiare i manifestanti animati da spirito antifascista e resistente piuttosto che vietare la piazza, secondo la legge, a dei nazi-fascisti impenitenti.

E’ il solito amaro refrain: con la scusa del terrorismo si fascistizza lo Stato. L’attentato contro l’incolumità di persone innocenti a Macerata, ad esempio, non è l’atto di uno squilibrato ma un atto di pianificata politica terroristica fomentata da quell’odio razzistico che poi non è altro che una manifestazione macroscopica della lotta di classe perpetrata dai padroni del mondo a discapito dei proletari, dei lavoratori i quali per fare argine e tornare a vincere devono organizzarsi come massa critica RESISTENTE in un nuovo grande Partito Comunista.

Tutto questo ebbe un inizio con l’operazione di Luciano Violante nel 1996 sui “ragazzi di Salò”, è continuata poi con l’attacco alla Resistenza da parte del giornalista rovescista storico Giampaolo Pansa nel 2003, con il libro Il sangue dei vinti; proseguita dal presidente massone Carlo Azeglio Ciampi (3) nel 2004 con l’istituzione de La giornata del ricordo, una chiara falsificazione della storia sui fatti relativi alle foibe per fini politici; un’azione proseguita dal suo successore, il massone Giorgio Napolitano (4) e oggi da Mattarella.

Tutte operazioni politiche tese a sdoganare il fascismo e inocularlo sistematicamente nelle nuove generazioni, da utilizzare come carne da macello per le attuali e prossime guerre imperialiste.

Se non si combatte, politicamente e culturalmente il sistema capitalistico, avendo il Socialismo e il Comunismo come orizzonti valoriali, la lotta antifascista tende all’insuccesso.

Ora e sempre Resistenza!

 

* Segretario della Sezione comunista Gramsci-Berlinguer di Pisa

Solo combattendo per il Socialismo-Comunismo si sconfigge il nazifascismoultima modifica: 2018-02-22T06:58:44+01:00da iskra2010
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