Dens dŏlens 294 – Il rossobrunismo di Diego Fusaro…

di MOWA

Ci “fremevano” le dita (ma eravamo bloccati dalla legge elettorale per le votazioni del 4 marzo) nel voler far conoscere a più soggetti l’altra faccia del “cattivo maestro“, filosofo portatile e telegenico (che viene sempre presentato come marxista), Diego Fusaro (per chi sia realmente) ovvero: un compiacente servitore e traghettatore di un’idea rossobruna che conduce, non certo ad uno Stato democratico e men che meno comunista, ma ad un modello di mondo molto élitario.

Ecco qui sotto nel post, infatti, la prova – provata – di un filosofo, al servizio dei poteri forti, che dispensa “consigli” ai confusi elettori del 4 marzo 2018 conducendoli verso due schieramenti politici: Casapound e il PC del suo concittadino torinese Marco Rizzo.

Il servizievole cane da guardia dell’idea élitaria e reazionaria nazionalbolscevica, dopo aver nella sua lingua fusariana detto per anni nei suoi sproloqui poco o nulla per “occupare lo spazio”, si rivela più spregiudicato del solito nella sua perfida dinamica figura di endorsement, suggerendo (più esplicitamente, in relazione al suo acquisito peso mediatico) cosa e dove le persone dovrebbero votare, parlando, come nel gioco delle parole bifronti che si presentano con la caratteristica di essere lette sia in un verso che nell’altro pur mantenendo, però, sempre un senso compiuto, e andando nella direzione di un suo abbraccio ideale al socialismo controrivoluzionario fine ottocentesco e culminato nel circolo proudhoniano, e mai esplicitamente acclarato nei suoi intenti.

Il “filosofo”, dopo aver gettato per anni secchiate di scoperta dell’acqua calda ai suoi ammiratori, con l’intento, citando August Bebel, di somministrare facili capri espiatori di “socialismo degli imbecilli”, ora si comporta più pragmaticamente del solito, pur sempre incapace di vedere le forze dell’economia dietro i comportamenti degli individui.

Infatti, è significativo il fatto che, il gianesco filosofo abbia scelto, come suggerimento elettorale, due formazioni politiche che hanno nei loro simboli la combinazione di un tris di colori: rosso, nero e bianco. Colori che si era già chiarito in un precedente post dal titolo Dens dŏlens 141 – “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio!”

…Questi tre colori sono riconducibili a molte realtà esoteriche e afferenti al “Libro dei morti” d’origine egizia: il Nero la Morte, il Rosso l’Ascensione ed il Bianco la Resurrezione.

Il NERO, per i fanatici dell’esoterismo, viene attribuito a Saturno (in astrologia considerato un pianeta malefico, nella scienza ermetica viene detto del ‘drago nero‘ o piombo dei filosofi). A questo colore viene attribuito il valore del “CAOS” primitivo…

“Emblema dell’elemento terra, notte, morte.” […]

Il BIANCO, comenella GENESI il giorno succede alla notte, la luce succede all’oscurità ed essa ha come colore il BIANCO. Giunta a questo stadio,la materia è ormai libera da ogni impurità, perfettamente lavata ed esattamente purificata. Il BIANCO è il colore degli “INIZIATI”, quello di chi abbandona le tenebre e segue la luce. Spiritualmente rinnovato.

Il ROSSO è il colore del “FUOCO”, esaltazione, predominio, sovranità, forza e apostolato.”

Tre colori che per la Massoneria assumono una rilevanza particolare. Infatti, “E’ noto che la Massoneria impiega simboli per insegnare lezioni morali. Una bella definizione della massoneria è quella di essere un sistema morale velato da allegoria e illustrato da simboli. Tre colori sono fortemente simbolici per essa. Il rosso, il bianco e il nero. In particolare questi ultimi due rientrano in molti aspetti dei rituali massonici” […] “Proprio le caratteristiche conflittuali di questo colore ne fanno il colore bandiera delle culture giovanili ribelli come naziskin, dark, punk, heavy metal. E nel contempo viene usato anche con evidenti connotazioni marziali ad esaltare il coraggio, la fedeltà incrollabile, l’esperienza, il potere. Molte unità militari di élite usavano l’aggettivo nero o il colore delle uniformi o delle insegne per incutere timore reverenziale ed indicare il valore in battaglia degli uomini che le componevano. Illustri esempi sono le Guardie Nere (Black Watch, 42° Reggimento Highlanders) dell’esercito britannico, i vari reggimenti e compagnie nere di ventura, dalle guerre del quattrocento italiano fino alla guerra dei trenta anni e all’epopea napoleonica (le teste di morto del Duca di Brunswick) ma anche i Cavalieri di Malta o alle varie legioni nere in genere espressioni di milizie paramilitari di ispirazione ultranazionalista, i Ninja, gli Assassini, le SS di Hitler o le Camice Nere di Mussolini, la cintura nera, ovvero il maestro esperto nelle arti marziali, gli uomini in nero (men in black) per indicare gli agenti federali degli USA o alle liste nere di proscrizione.

I tre colori (rosso–nero–bianco) sono riproposti incredibilmente, anche, nel Partito Nazionale Bolscevico del nazionalista rosso-bruno Eduard Limonov (pseudonimo di Eduard Veniaminovich Savenko) sui valori di Aleksandr Dugin. Quest’ultimo, a partire dal 1980, aderì al movimento neonazista Ordine Nero SS fondato e capitanato da Yevgeny Golovin (noto, anche, come Reichsführer).
Otto anni più tardi, assieme all’amico Geydar Dzhemal (in seguito fondatore ad Astrakhan del Partito del Rinascimento Islamico – Islamskaia Partiia Vozrozhdeniia), Dugin si unirà al gruppo nazionalista anti-occidentale Pamjat di Dmitry Vasilyev. Una militanza, questa, destinata a esaurirsi ben presto. Di lì a poco, infatti, Dugin verrà espulso dall’organizzazione ufficialmente “per avere contatti con rappresentanti di circoli di immigrati dissidenti di credenze occultiste e sataniste in particolare con lo scrittore Yuri Mamleyev”.

Dugin rispunterà nelle cronache dopo aver fondato il “movimento chiamato Unione Giovanile Euroasiatica [che] compirà atti di vandalismo e di violenza in territorio ucraino e verrà messa al bando dal governo di Kyiv”.

Inoltre, questi colori, simbolicamente, richiamano “involontariamente” anche i simboli del NSDAP (Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi o del Partito Nazista

 

Qualcuno, forse, anche in questo caso, come in quello accaduto con altri soggetti, potrebbe pensare che sono, solo, frutto di straordinarie e involontarie coincidenze?

Se, da una parte, il neo-comunismo (conosciuto ai più come Eurocomunismo) dell’allora P.C.I. aveva fatto fare dei notevoli passi in avanti nell’espansione dei diritti e nel riconoscimento della causa comune proletaria, dall’altra, la massoborghesia si spingeva a riproporre, eterodirigendo teorie antieuropeiste e/o sovraniste di cui, oggi, sono portatrici diverse formazioni politiche come il PC (di Marco Rizzo appunto!), il M5S, la Lega Nord (ora Lega Salvini), Forza Nuova, Casapound…

Infatti, se con il neo-comunismo, del P.C.I., P.C.F. e P.C.E., degli anni ’70, trovava come punto unificante dei diversi partiti comunisti europei far emergere la debolezza dell’ormai sopraggiunta mancata spinta propulsiva dell’U.R.S.S., e come soluzione realistica ed alternativa alle pressioni politiche internazionali, verso una maggior battaglia comune come conduzione della propria “…azione in condizioni concrete differenti, e per questo fatto ciascuno di essi realizza una politica che rispose ai bisogni e alle caratteristiche del prorpio Paese. Al tempo stesso, lottando in paesi capitalistici sviluppati, essi constatano che i problemi essenziali che stanno loro di fronte presentano caratteristiche comuni e richiedono soluzioni analoghe”. Intento che li portava a costruire un socialismo come “…fase superiore della democrazia e della libertà; la democrazia realizzata nel modo più completo. In questo spirito, tutte le libertà frutto sia delle grandi rivoluzioni democratico-borghesi, sia delle grandi lotte popolari di questo secolo, che hanno avuto alla loro testa la classe operaia, dovranno essere garantite e sviluppate…”. O, per essere più chiari, nell’indirizzo verso la “… trasformazione socialista, presuppone il controllo pubblico sui principali mezzi di produzione e di scambio, la loro progressiva socializzazione, l’attuarsi di una programmazione economica democratica a livello nazionale… ” (Valli, 1977, 218-219).

I massocapitalisti, dall’altra, alimentavano (e finanziavano) formazioni disgreganti per il proletariato verso un sovranismo inconcludente e anestetizzante nelle finalità del neo-comunismo come una autentica rivoluzione sostanziale di modifica dello stato di cose esistenti… sino a utilizzare teorie nazi-maoiste come (ad es.), Lotta di popolo per un entrismo nelle formazioni della sinistra. Entrismo nelle idee della sinistra con il progetto di bloccarne le soluzioni a favore degli oppressi e di cui, ancora oggi, sentiamo le conseguenze con gli “enfant prodige” alla Diego Fusaro, portati in auge da diversi discutibili e inguaribiliidioti.

 

 

 

CasaPound esulta per l’appoggio di Diego Fusaro, che neppure li vota

CasaPound

CasaPound ha celebrato come una dichiarazione di voto alle elezioni politiche una dichiarazione di Diego Fusaro molto ambigua, che in una intervista di presentazione del proprio movimento ha dato la sua opinione sul rinnovo del Parlamento di domenica 4 marzo.

CasaPound esulta per l’appoggio di Diego Fusaro, che neppure li vota

CasaPound Italia, sul suo profilo Twitter, ha condiviso in modo entusiasta l’intervista che il ricercatore di filosofia ha concesso al sito Affaritaliani prima del voto. In questo colloquio tra Fusaro e il portale c’è un vago appoggio a tutte le forze che lottano contro il sistema capitalista e quella che l’opinionista sovranista chiama talassocrazia finanziaria cosmopolita.

«Sono molto indipendente nelle mie posizioni e appoggio incondizionatamente tutti i movimenti che nuocciono di più ai vertici dell’aristocrazia finanziaria. Quindi, indistintamente, dai comunisti di Marco Rizzo a CasaPound di Simone Di Stefano, passando per tutti i movimenti non allineati e stigmatizzati dal sistema», dice Fusaro al direttore di Affaritaliani Angelo Perrino. Non c’è quindi una vera e propria dichiarazione di voto, come invece propaganda CasaPound sul suo profilo Twitter: «A sorpresa l’endorsement di Diego Fusaro per CasaPound, vera forza antisistema.#OraVotoCasaPound». 

 

Endorsement è il termine inglese utilizzato  per tradurre indicazione di voto. In campagna elettorale tutto fa brodo, ma è curioso che un movimento di estrema destra, che rivendica la continuità col fascismo, mostri un simile entusiasmo per chi dice di sostenere tanto CasaPound quanto i comunisti come Marco Rizzo. Fusaro ha semplicemente ribadito quanto sostiene da molto tempo, ovvero che appoggia tutti quei movimenti anti globalizzazione, in senso vago e non strettamente elettorale.

Dens dŏlens 294 – Il rossobrunismo di Diego Fusaro…ultima modifica: 2018-03-05T05:21:18+01:00da iskra2010
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