CASO MORO E STRAGE DI BOLOGNA. FASCISTI NAZISTI GELLI E SERVIZI

COINCIDENZE ILLUMINANTI NELLA STRAGE DI STATO DI VIA FANI

Cosa ci faceva a Bologna nei giorni antecedenti la strage del 2 agosto 1980 l’agente dei Servizi Tullio Olivetti, quello, per intenderci, del bar-pasticceria-gelateria di via Fani che offrì riparo agli assassini della scorta di Aldo Moro? (*)

Bologna 2 agosto 1980 strage alla stazione 85 morti e 200 feriti

A Roma lui e il fratello Annibale gestivano anche il bar Euclide (piazza Euclide 48, tel. 870852), covo di Stefano Delle Chiaie di Avanguardia Nazionale e di Pino Rauti di Ordine Nuovo, ambedue parastatali dell’eversione, finanziati lautamente dai Servizi. A Roma chi voleva contattare i boss nazisti e fascisti andava a colpo sicuro al bar Euclide, di Tullio Olivetti e del fratello.

Dopo aver dichiarato fallimento, Tullio Olivetti chiude nell’estate 1977 il bar-pasticceria-gelateria all’incrocio fra via Fani e via Stresa (numeri civici 109, 111, 115, 117 e 119 su via Fani, 150, 152, 154, 156 e 158 su via Stresa), per preparare adeguatamente la logistica della strage, evidentemente già programmata con largo anticipo (**); ma contemporaneamente apre, insieme al fratello Annibale, altre sedi e numerose diverse attività.

Foto dell’incrocio fra via Fani e via Stresa presa da un terrazzo del palazzo di via Fani in cui si trovavano società di comodo, piduisti, fiduciari e prestanome dei Servizi; a sinistra si vede anche l’insegna verticale del bar Olivetti, che si trova proprio nell’epicentro dell’isolato della strage e della fuga dei brigatisti. Il palazzo in cui si trova anche il bar Olivetti è di proprietà dell’ENPAF (Ente Previdenza e Assistenza Farmacisti)

A Olivetti Annibale, Bar Pasticceria, sono intestati i numeri telefonici 874673 in via Archimede 12 e i numeri 878017 e 879957 in via F. Cevenini 119, 121, 123, 125, 127. Alla Olivetti SpA Bar Caffè Ristorante, corrisponde, in via Salaria 55 il numero 861093; in via Salaria 85-87 il numero 866241; in via Flaminia Vecchia 716, 718 e 720 il 3275492; in via Stresa 150, 152, 154, 156 e 158 i numeri 3452453 e 3452463. Quest’ultimo numero nello stradario telefonico era intestato a Olivetti Tullio.

Dalla lettura delle visure storiche delle società possedute interamente o in parte dal clan Olivetti emergono altre sedi: a Roma via Romagnosi 1/B, via Bertoloni 29, via XX Settembre 58/A, via Stringher 27, via Stringher 36, Largo dell’Olgiata 15, via Ruggero Bonghi 11, Corso d’Italia 35/B; a Colleferro via Pietro Della Valle 2 e via della Selva 81; a Milano via Alberto da Giussano 15: sedi legali di commercialisti o di imprese aperte, chiuse, attive, inattive, fallite, riaperte, con frequenti variazioni di statuto e di indirizzo, in una ridda di scatole cinesi cui è difficile tener dietro … (***)

La Ditta con le sue propaggini aveva a sua disposizione, quindi, numerosissimi recapiti telefonici, intestati o alla società o ai figli o, indifferentemente, all’uno o all’altro dei due fratelli, ai soci estranei alla famiglia e ai commercialisti fiduciari dei Servizi: segno che l’agente Tullio Olivetti era un funzionario ad alto livello, e poteva disporre di più di un ufficio. Del resto la sua implicazione in un traffico d’armi e di droga internazionale prova che le sue relazioni pericolose potevano andare oltre Roma e l’Italia (****).

Fra gli indirizzi romani di Tullio Olivetti quello di via Bertoloni 29 merita una riflessione. Abbiamo visto infatti come in via Bertoloni 31 due utenze telefoniche rimandano all’ingegner Roberto Bisignani, milionario con vasti possedimenti in Argentina, amico di Andreotti e padre di Luigi e di Vincenza. Nell’agenda telefonica di Licio Gelli ad uno dei due numeri corrisponde il nome di Vincenza Bisignani. Tra il 1980 e il 1981 Gelli telefonava frequentemente ai Bisignani dalla suite dell’Hotel Excelsior in cui era il suo quartier generale.

Bene, nel portone accanto, in via Bertoloni 29, c’è la sede legale della Inter.Cos, una delle tante società di cui Tullio era presidente del consiglio di amministrazione.

Sull’altro lato della strada, al numero 32, c’è la clinica privata MATER DEI. Uno dei suoi recapiti telefonici (873041) è chiamato più volte da Licio Gelli; lo stesso numero è chiamato da Leda Pagliuca Minetti, la compagna di Stefano Delle Chiaie, e da Paolo Signorelli, di Ordine Nuovo, rautiano poi entrato nel MSI. Inoltre nell’agenda di Romano Coltellacci, di Ordine Nuovo, presso la clinica MATER DEI viene attribuito un recapito telefonico al medico Carlo Alberto Guida, che faceva parte di Lotta di Popolo.

Via Bertoloni è un vero e proprio distretto in mano ai Servizi, come l’isolato via Fani / via Stresa / via Madesimo, costruito dai Bonanni per l’ENPAF (un Ente in mano ai massoni) e, di fatto, centrale logistica della strage del 16 marzo. La signora Margherita Ingargiola testimoniando davanti al giudice nel 1997 afferma che a disposizione di Federico Umberto D’Amato (direttore generale dei Servizi e uno dei più importanti registi italiani della strategia della tensione per conto della NATO) c’erano diverse unità immobiliari (*****):

So che il D’Amato aveva la disponibilità di una decina di appartamenti, ricordo che uno era ubicato all’inizio di via Bertoloni, lato Piazza Euclide, un altro che aveva avuto per lungo tempo era in via dell’Archetto 22, poi ne aveva avuto un altro in via San Martino della Battaglia..”

L’orologio della Stazione di Bologna fermatosi a causa dell’esplosione all’ora della strage

Rispondiamo allora con chiarezza alla domanda iniziale: Cosa ci faceva a Bologna nei giorni antecedenti la strage del 2 agosto 1980 l’agente dei Servizi Tullio Olivetti ? Faceva il suo mestiere: pianificava la logistica della strage della stazione, così come due anni prima aveva dato il suo contributo professionale alla strage di via Fani con l’omicidio della scorta e il sequestro di Aldo Moro.

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(*) il suo nome figura negli elenchi delle persone presenti in città nei giorni precedenti la strage del 2 agosto predisposti dalla Questura di Bologna, come si legge nella relazione di Giuseppe Fioroni alla Commissione Moro del 15 dicembre 2015.

(**) curatore fallimentare è l’avvocato Bruno Manzella, allora residente in via Giovanni Pierluigi da Palestrina 19

(***) tra le più importanti, che a loro volta controllano, a grappolo, altre società, ricordiamo: Inter.Cos. SRL; Theorema 200 – SRL; AERODOMA SRL; C.C.I. – Compagnia Costruzioni Internazionali SPA; IRETA-Italiana della Ricerca Economica e delle Tecnologie Avanzate SRL; C.C.C. – Compagnia Costruzioni Cervinia SRL; OLIVETELLA SRL; IMMOBILIARE GEA SRL; CO.GE.RO COSTRUZIONI GENERALI ROMA SPA; IMMOBILIARE FAUSTINA SRL; PRATO VERDE 2000 SRL; I.R.I. SRL; T.T.I. TRATING TECHNOLOGY INVESTMENTS SRL; TRANSIMMOBILIARE 82 SRL; MONTEPITTI SRL; EDILQUATTRO SRL; SOVITAL SRL; VALLINFORTE SRL; OLIVETTI TULLIO & FIGLIO SAS

Niente male per un barista-pasticcere- gelataio!

(****) indagato fin dal 1977 in seguito ad un rapporto del Tenente Colonnello Antonio Cornacchia nell’ambito di un’inchiesta per traffico internazionale di armi e di valuta falsa insieme a Luigi Guardigli, suo socio nella RA.CO.IN.

(*****) nell’ambito dell’inchiesta su Federico Umberto D’Amato per sottrazione di documenti attinenti la sicurezza dello Stato, la teste Ingargiola depose il 21 maggio 1997 dinanzi al Procuratore Generale della Repubblica.

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Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer

per la ricostruzione del P.C.I.

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CASO MORO E STRAGE DI BOLOGNA. FASCISTI NAZISTI GELLI E SERVIZIultima modifica: 2018-05-06T06:00:40+02:00da iskra2010
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