Dens dŏlens 306 – Poveri noi!

di MOWA

Non passa giorno in cui non siamo subissati di cattive informazioni che inducono i disattenti ad essere ‘preda’ di queste maldicenze comunicative.

Infatti, ci siamo imbattuti in alcune recentissime notizie che potrebbero recare danni (anche irreparabili) di rigidità culturale a quei soggetti non proprio abituati al senso critico.

Ci riferiamo, ad esempio, alla notizia, riportata da la Stampa (del gruppo GEDI che annovera tra le sue fila giornali o periodici come la Repubblica, il Secolo XIX, l’Espresso, Micromega, Limes…) dal titolo Pioggia di razzi e raid: a Gaza è scontro fra jihadisti e Israele dove si commette l’errore (voluto?) di usare la parola impropria jihadisti, che ha tutt’altro significato da ciò che sta accadendo in quel luogo di Palestina. Infatti, secondo l’enciclopedia Treccani, la parola in questione significa:

Nel linguaggio religioso islamico, la ‘guerra santa’ contro gli infedeli, per l’espansione della comunità ed eventualmente per la sua difesa. È un dovere collettivo, ma in base alle decisioni del capo della comunità, può divenire un obbligo individuale di tutti i credenti. Ha inoltre un valore perpetuo poiché la pace con i non musulmani è una condizione del tutto provvisoria. Gli sciiti, al contrario dei sunniti che antepongono all’attacco agli infedeli un chiaro invito alla conversione, pongono la guerra santa tra i fondamenti (arkān) dell’Islam.

Esagerare o estremizzare i concetti porta, inevitabilmente, le persone a valutare quanto accade sotto un’altra luce rispetto alla realtà e alimenta un ingiustificato odio verso quelle persone che chiedono (mettendo a repentaglio la vita) il recupero delle loro terre rubate con l’inganno come sostenuto in diverse risoluzioni ONU (oltre 70 in 70 anni) e disattese dai sionisti israeliani, partendo dalla più remota dell’Assemblea Generale, risoluzione 194 (1947): “i profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele”.

Quindi è improprio usare il concetto di jihadismo che è, tradizionalmente, riferito al macrofenomeno del fondamentalismo islamico che, attraverso una multitudine di soggetti o raggruppamenti, promuove la jihad contro coloro che a vario titolo sono considerati infedeli ma non riferibile al caso dell’occupazione delle Terre di Palestina dove la popolazione subisce, nell’indifferenza generale, un torto umanitario senza pari; aspetto umanitario che dovrà essere riaffermato. Quel termine potrebbe andar bene per quelli, ad esempio, dell’ISIS, che nulla hanno da spartire con la situazione palestinese.

Anche i tentativi di intermediazione egiziana per un cessate il fuoco degli israeliani sono stati vani, forse a causa della difficile governabilità dello stesso Egitto provocata da forze imperialiste che hanno ampliato i loro sforzi verso una maggior ingerenza in diverse aree del Mondo.

Una ingerenza militare che si concretizza favorevolmente quando si ottiene il consenso culturale che passa, anche, con articoli così siffatti.

Articoli, si diceva, che se mal fatti, potrebbero in alcuni casi, egemonizzare strati consistenti di popolazione e diventare ridicole posizioni di cariche pubbliche come in Austria, mentre, invece, dovrebbero suggerire di contare almeno sino a dieci (cento sarebbe meglio) prima di proferire parola.

Bisogna immaginarsi ora, cosa accadrebbe se tale scellerata richiesta austriaca fosse, per effetto della proprietà transitiva, estesa a tutti gli italiani dove i congiuntivi, per qualcuno, sono un opzional…

Dens dŏlens 306 – Poveri noi!ultima modifica: 2018-06-02T06:00:37+02:00da iskra2010
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