Crimea, la posizione de il Manifesto e Boldrini. La stessa Boldrini che era in “piena sintonia” con il nazista ucraino Paruby

La notizia sotto, che viene ripresa anche dal sito Marx 21, lascia capire come i reazionari (docili servi del grande capitale) lavorino alacremente per destabilizzare i paesi da sottomettere a loro uso e consumo. Un processo politico degenerativo, purtroppo, che ha radici lontane e che non ha mai smesso di mietere vittime inconsapevoli e in buona fede (lettori del quotidiano ed elettori) come in questo caso.

Storie di promisquità politiche o di correlazioni che risalgono, ancor prima della Resistenza nazifascista, sino a quelli più recenti dell’assassinio di Aldo Moro e che continuano con l’abbrivio su quegli orrori valutativi. Basti citare un breve brano (da pagg. 353) del libro IL PUZZLE MORO di Giovanni Fasanella per comprendere il motivo per il quale alcuni soggetti non abbiano fatto (e/o non possano fare) autocritica su diversi episodi che li vede coinvolti perché intrecciati ad interessi di paesi imperialisti come, ad es., la Gran Bretagna, la Francia, gli USA… e a danno dell’opportunità di una società socialista:

Ma fino a che punto potè spingersi il generale Dalla Chiesa? In realtà, nemmeno a lui fu consentito di oltrepassare un certo limite, quello che avrebbe portato alla zona grigia in cui la storia delle Brigate rosse, e quella del caso Moro, si saldavano con complicità interne e internazionali ritenute intoccabili. A questo proposito fu molto illuminante la testimonianza che ci diede uno dei suoi stretti collaboratori, il generale Nicolò Bozzo. Stavamo lavorando con Sabina Rossa a un libro su suo padre, Guido Rossa, il militante comunista ucciso dalle Br a Genova, la mattina del 24 gennaio 1979. E in quel contesto sentimmo anche il generale Bozzo, che all’epoca era il vice di Dalla Chiesa.

Dopo la morte di Moro, all’antiterrorismo era arrivata una soffiata secondo la quale, nel Vercellese, c’era un vecchio partigiano comunista che sapeva molte cose ed era disposto a raccontarle. Aveva combattuto durante la Resistenza in una delle formazioni guidate da Francesco Moranino, uno degli uomini più vicini a Pietro Secchia e a Vittorio Vidali. Nel Vercellese e in altre zone del Piemonte, le brigate garibaldine avevano avuto intensi rapporti con il Soe britannico e la Franchi di Edgardo Sogno. Moranino, tra l’altro coinvolto dopo la guerra in alcune sanguinose vendette partigiane, si rifugiò per una decina d’anni in Cecoslovacchia, dove c’era anche Roberto Dotti, l’esaminatore dei “questionari” brigatisti nonché uno dei partecipanti, nel 1970, al “giuramento” degli ex della Franchi nella villa di Biumo, in Brianza. E c’è da aggiungere che Franceschini e Curcio, già clandestini, all’inizio degli anni Settanta, durante una celebrazione del 25 aprile, si trovarono fianco a fianco con Moranino. Ma torniamo alla soffiata. Dalla Chiesa ordinò a Bozzo di andare nel Vercellese. Dove parlò a lungo con il vecchio partigiano, il quale gli raccontò di molti episodi di strana “contaminazione” tra rossi e neri avvenuti durante la guerra con la regia della Franchi. E gli rivelò che all’epoca fu creata una sorta di “tecnostruttura” – la definì così – composta da personaggi “promisqui”. E quell’organizzazione continuò a operare anche nel dopoguerra, e persino all’epoca della “strategia della tensione” e del caso Moro, manovrando i fili sie dell’eversione di destra che di sinistra a seconda dei momenti e delle convenienze. Bozzo preparò una relazione e la inviò a Dalla Chiesa. Dopo qualche giorno, il generale lo chiamò: “Vieni a Roma, perché abbiamo un appuntamento con Sogno”. Ci raccontò Bozzo: “Partii immediatamente. L’ex ambasciatore ci ricevette in una villetta. Io però rimasi fuori dalla stanza del coloquio, perché Sogno voleva parlare a quattr’occhi con Dalla Chiesa. Il colloquio durò a lungo. Quando finì e ce ne andammo, in auto gli domandai: Allora, che cosa devo fare con questi? Devo andare avanti?”. E lui mi risppose: “Lascia perdere, non ti preoccupare. E’ una storia più grande di noi, qui siamo a livelli internazionali, le Br non c’entrano più”. Mi disse proprio così. E mi fece capire che l’ombrello dei servizi anglo-americani proteggeva Edgardo Sogno e il suo ambiente. E la storia finì lì, non ebbe alcun seguito”. [La testimonianza del generale Nicolò Bozzo si trova in Giovanni Fasanella e Sabina Rossa, Guido Rossa, mio padre, Bur, Milano 2006]

Tesi e documentazione che confermano l’esistenza di personale (consapevole?!) mai vicino ad ideali socialisti ma bensì a quello dei reazionari azionisti come testimonia la provenienza di Renato Curcio o le stesse Brigate rosse.

Un quotidiano sorto con forti equivocità da essere oggetto di approfondimento e rivelare sconcertanti supporter economici anticomunisti.

Un quotidiano intriso di personale che ha aderito allo smantellamento di quel soggetto politico (P.C.I.) che era stato capace di avere quella progressione positiva sia verso i diritti sociali che quelli individuali nel nostro Paese e che faticosamente, oggi, si tenta di conservare.

Detto ciò, domandiamoci sui perché il paese si stia spostando sempre più a destra.

MOWA

di Mauro Gemma

Premetto, per chi non se lo dovesse ricordare, che la signora Boldrini aveva ricevuto a suo tempo il nazista DOC Paruby alla Camera, con tutti gli onori, definendo “fake news” tutte le notizie relative alla riabilitazione del collaborazionismo con Hitler e alle persecuzioni dell’opposizione comunista e democratica in Ucraina, nonché all’aggressione del Donbass antifascista, di cui la ex presidente della Camera ha sempre coperto il tentativo di pulizia etnica.

Intanto la Signora Boldrini, Del Rio e compagnia cantante da “coerenti antifascisti” quali sono, non si sono neppure accorti (e figuriamoci se denunciavano) del nuovo violento attacco contro i comunisti che si è tradotto anche nell’oscuramento del loro sito http://www.kpu.ua e nel sequestro dei loro dirigenti.

Ora, io non provo la benché minima simpatia per lo xenofobo e reazionario attuale ministro dell’Interno, ma in questo caso specifico certa sedicente “sinistra” ha sicuramente superato il maestro nella connivenza sfacciata e spregiatrice della verità più evidente con l’unico autentico regime fascista presente in Europa (un regime che perseguita, arresta, tortura e massacra i suoi avversari politici e che è impegnato in una feroce guerra di aggressione contro le popolazioni russe e russofone del Donbass), grazie anche al contributo delle Boldrini (che immediatamente dopo il golpe non mancò di esprimere la sua soddisfazione) e del partito di Pittella (quello che prima del colpo di Stato a Kiev si faceva applaudire sul Majdan dai sostenitori del partito fascista “Svoboda”).

 Inutile rilevare che un giornalaccio come il Manifesto impegnato in questi giorni a sostenere la controrivoluzione in Nicaragua (ma che coraggio definirsi “quotidiano comunista”!) ha immediatamente dato spazio alle fregnacce della Boldrini, amica dei fascisti ucraini e alle più che discutibili affermazioni dell’attuale ministro degli Esteri, in linea con quelle dell’imperialismo USA e UE.

26/07/2018

Crimea, la posizione de il Manifesto e Boldrini. La stessa Boldrini che era in “piena sintonia” con il nazista ucraino Parubyultima modifica: 2018-07-29T09:12:02+02:00da iskra2010
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