foto MOWA
di “Alice“
Il 12 settembre 2010 la ministra Gelmini ha dichiarato: “La scuola italiana cambia e parte la riforma che era attesa da decenni. Viene completamente ridisegnata la struttura della superiore, all’insegna della chiarezza e della modernità” [Salvo Intravaia, L’orgoglio della Gelmini…, “La Repubblica”, 13 settembre 2010, p. 3]. La ministra si accredita come donna della Provvidenza – la riforma era attesa da decenni e infine Lei è giunta per risolvere tutto – ed evoca, in modo discreto, Giovanni Gentile, il filosofo liberale addetto, in una precedente modernità, alla creazione dell’uomo fascista. La Gelmini vuole essere protagonista di una nuova modernità. Ma oggi non si tratta si creare “l’uomo nuovo”. Oggi Lor Signori vogliono lo Stato “leggero” e lo configurano solo come Municipio [=letteralmente, che prende soldi] e lasciano volentieri alla Chiesa [o alle cooperative di Comunione e Liberazione] il compito di preparare i consumatori di domani. La Gelmini, che è cattolica, ha parlato di “giornata storica”. Ha ragione: nel senso che sta ristabilendo attraverso la dequalificazione delle scuole pubbliche lo status quo ante rispetto alla formazione dell’Italia unita. E’ un momento storico, all’incontrario. La ministra si muove verso il futuro, a passo di gambero.