Dens dŏlens 6 – Ridateci il tempo di lavoro…

IMG_5074+logo.jpgfoto MOWA

 

di MOWA

 

La crisi economica spinge i lavoratori a cercare di risolvere le difficoltà che incontrano quotidianamente in diversi modi. Molti (la maggioranza), scelgono soluzioni individualistiche, altri (una bella fetta) scelgono di rivolgersi alle organizzazioni sindacali, nella speranza di trovare una risposta facile, altri ancora (pochi fortunatamente) escono dal mercato del lavoro ed imboccano la strada della criminalità.

Tutti i risultati raggiunti, comunque, non sono rilevanti, non hanno cambiato nulla, né inciso in modo sostanziale nella situazione in atto. Perché?

 

Perché queste persone non hanno ancora compreso che questo sistema borghese (il sistema borghese) ha compartimentato tutto (in un rapporto di forza tra classi sociali) e si relaziona con tutti nello stesso modo in cui si riperpetua. Si autopromuove e modifica continuamente le dinamiche che gli permettono di non perdere il potere.

 

Immaginate solo per un momento se i lavoratori, meglio sarebbe chiamarli oppressi, delle fabbriche in chiusura o chiuse (ma, anche, in attività) riprendessero, finalmente, coscienza del ruolo fondamentale da loro rivestito nel sistema produttivo, dell’importanza della loro funzione nei meccanismi di mercato dove sono diventati, da protagonisti, vittime e che, finalmente, se ne volessero liberare… liberarsi, come diceva Karl Marx, dal “vampiro che vive succhiando lavoro vivo e più vive quanto più ne succhia”.

 

Immaginate se questi oppressi chiedessero che gli venisse restituito il …. “furto di tempo di lavoro”… e che tale …“furto coatto di plus-lavoro”… fosse messo a disposizione di una società più solidale, trasformando la concorrenza tra i soggetti sulla terra in cooperazione.

 

Questa sarebbe la vera rivoluzione nel mondo!

 

Se questo obiettivo venisse raggiunto diverrebbero futili le dissertazioni sui giornali (dei padroni e suoi lacchè) che decantano le doti dei Marchionne di turno.

Non avrebbero più spazio quelli che, avendo “pelo sullo stomaco”, giocano con i soldi dei lavoratori, e li ricattano dicendo che “chiudono Pomigliano per “salvare” altre fabbriche”, né quelli, sempre con folto pelo sullo stomaco, che usano i soldi accantonati dai lavoratori per la pensione e poi proclamano di usarli per rilanciare le aziende come la FIAT.

 

E, sempre “nel paese che non c’è” (per ora!), i capitalisti sarebbero finalmente costretti, dopo tanti lustri, a lavorare a loro volta dimostrando alla collettività di aver realizzato qualcosa di utile per l’umanità e non essere più il vampiro che succhia il sangue dei lavoratori per un proprio tornaconto. I Soros, i Rockefeller, ecc. verrebbero messi nella condizione di contare nella società come qualsiasi altro individuo, ed il loro guadagno sarebbe la risposta alla domanda: “Quanto ho realizzato di buono per il globo oggi?”

 

Bel paese diventerebbe questo, che vedrebbe restituito agli uomini lo spazio per vivere ed il tempo per stare con gli altri serenamente, senza l’assillante problema del… “i soldi ci basteranno fino alla fine mese?”; dove si avrebbe la certezza di una casa dignitosa per abitare senza l’angoscia del non poter pagare l’esoso affitto o mutuo; un sistema-paese in cui ogni persona, che per anni è stata privata della “libertà” di contare, possa riscattarsi nel proprio nome e per sé stessa costruendo un futuro di cui sarà parte senza il controllo di intellettuali, economisti e sindacalisti “prezzolati” che, da sempre, l’hanno infinocchiata con la favola robinsonista che i capitalisti sono sempre esistiti da che c’è il mondo.

 

Vuoi vedere che, in questo sistema-paese, l’uomo si libererebbe, una volta per tutte, da un’esistenza in cui è costretto a vivere “come bestia da soma da lavoro, come una bestia ridotta ai più elementari bisogni della vita” ?

Dens dŏlens 6 – Ridateci il tempo di lavoro…ultima modifica: 2010-10-11T02:00:00+02:00da iskra2010
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