di “Alice”
Nell’articolo di “fondo” intitolato Quando gli italiani danno il meglio di sé del quotidiano Il Sole24Ore del 10 ottobre 2010 il professor Miguel Gotor, esperto di eretici e d’inquisizione, già normalista a Pisa e attualmente docente di storia moderna a Torino, racconta di un colloquio estivo su una terrazza romana con un capitano italiano in missione a Kabul. Il capitano “dolce era, bello e di gentile aspetto”: “negli occhi [aveva] il cielo di Kabul, quello vero, più intenso di quello che abbiamo vagheggiato inseguendo con la fantasia ‘il cacciatore di aquiloni’”.
Gotor ripensa a quel colloquio d’agosto quando apprende la notizia della morte di quattro soldati italiani e del ferimento di altri due.
Il pensiero del professore è fulmineo, attraversa tutt’intera l’Italia di oggi. La conclusione sua è perentoria: “Da una parte la politica che ha perduto ogni ideale, dall’altra gli alpini caduti a Farah. Non è difficile decidere qual’é la parte giusta”.
***
Si deve avere, naturalmente, rispetto per gli alpini morti a Farah, per gli altri soldati morti prima di loro dalle parti di Farah, per le opinioni del prof. Gotor e di tutti quelli che la pensano come lui.
Nel contempo però bisogna chiedere al prof. Gotor e a tutti i “saputi” extra moenia, [che parlano, cioè, di cose lontane e diverse rispetto a quelle di cui si occupano], se i morti e i feriti di Farah non siano figli della politica “che ha perduto ogni ideale”.
Conviene ricordare al prof. Gotor e a tutti i “saputi” che, secondo la Costituzione, l’Italia rifiuta la guerra per risolvere le controversie internazionali…
Personalmente mi auguro che il prof. Gotor si prepari fisicamente, si armi perfettamente e parta presto per Farah, in compagnia dei ministri della Difesa (tutti), dei presidenti del Consiglio (tutti) e quanti altri, caduto il muro di Berlino, non hanno pensato di rinegoziare il Patto Atlantico e tutt’insieme vadano in Afghanistan a esportare la democrazia e a raccattare qualche tonnellata di metalli nobili: l’esempio è la prova migliore che un’élite possa dare di sé!