Con Marx e senza Marx – Dal conflitto di classe al “mercato politico” (seconda parte)

Marx Karl 1.jpg

 di Salvatore d’Albergo

Assumendosi come retroterra di precedenti letture quella che, dopo la morte di Berlinguer, era più nitidamente apparsa la differenza tra compromesso storico e solidarietà nazionale cui seguì la strategia della “alternativa democratica” in antitesi al tatticismo della c.d. “alternanza di sinistra”, si è così avviato dal “CRS” come premessa di risvolti da far maturare in “DeD”, un tipo di riflessione coinvolgente con “parole chiave” gli specifici politico-sociali e politico-istituzionali – peraltro non più dominanti questi  ultimi come in serie precedenti – sul presupposto del rilancio di una collocazione degli intellettuali che ragionino, “a sinistra”, a partire dal riconoscimento che “c’è stato un rovesciamento di egemonia”: quella egemonia che era stata della cultura di sinistra in Italia “per il vettore del Partito Comunista”, poi delle “lotte operaie”, quindi della “contestazione giovanile”, ancora “della rivoluzione femminile” (3): e in virtù della quale avevano, appunto, senso le analisi sulla “diversità” dei comunisti e la funzione impersonata dal “CRS” nel segno dell’intervento sui processi di “trasformazione”. Ciò che – più propriamente – conduce a cogliere il notevole scarto che oggi è foriero di gravi perturbazioni nel sistema costituzionale, in quanto la cultura giuridica, che aveva supportato le lotte sociali e politiche per la “specializzazione del potere” finalizzata nei rapporti disciplinati dai Principi Fondamentali  e filtrati con il nesso tra la Prima e la Seconda Parte della Costituzione, si è poi trovata coinvolta nel defluvio durato un trentennio di scivolamento provocato dall’insinuarsi della strategia delle c.d. “riforme istituzionali” nell’ottica di un lavoro che i “giuristi democratici” avevano viceversa inaugurato per superare i limiti storici del costituzionalismo “liberaldemocratico”, nella prospettiva della “democrazia sociale”.

   Se infatti si parte dal riconoscimento (che nella medesima circostanza Tronti ha fatto) della gravità di effetti intrinseci al rilievo che “in questi anni abbiamo assistito al paradosso di una forza che continuava a legittimare i processi che la delegittimavano”, si può apprezzare quale tipo di conseguenze si ricollegano per l’operare di domani al ristabilimento di una conoscenza critica che fa constatare come il rovesciamento a livello mondiale ed europeo dell’egemonia sia dovuto a processi che “non avvengono solo perché avvengono, avvengono anche perché sono stati provocati”, perché “intervengono intenzionalità” che orientano le logiche di sistema (4).

   Ne viene che per fare una “controffensiva culturale occorre ripudiare la ricorrente demonizzazione del Novecento, tralignata in una valorizzazione della società civile “nel momento in cui, marxianamente, arrivava ad essere società civile “borghese”“  senza conflitto di classe: con la conseguente critica – anch’essa a fondamento marxiano – che la pratica della democrazia non si esaurisce “ai livelli istituzionali” in quanto democrazia politica “è società democraticamente organizzata”, sì che per rimettere al centro la categoria concettuale di “lavoro” – perciò la “Repubblica” si fonda “sul lavoro” – occorre ripudiare l’idea (cara a troppi costituzionalisti) che il livello della democrazia in America “sia il più alto livello di democrazia”, anziché quello della democrazia europea novecentesca, in cui primeggia per originalità e tuttora vigente (oltre il “vulnus” della revisione imposta dal centrosinistra nel 2001) quella italiana in quanto “democratico-sociale”: senza di che si gettano alle ortiche i Principi Fondamentali che fanno perno sul secondo  comma  dell’art. 3 – esaltato nelle lotte politico-sindacali degli anni ’60-’70 – nella prospettiva della socializzazione del potere di partecipazione di massa all’eliminazione degli ostacoli di ordine economico e sociale alla libertà e all’eguaglianza sostanziale dei cittadini, “facendo nessuna battaglia sui diritti collettivi e tutte le battaglie sui diritti individuali” (5). 

(segue)  

 

NOTE

(3) in DeD” 2004 n. 1

(4) Tronti, “CRS” del 2009

(5) Tronti, “CRS” 2007

Con Marx e senza Marx – Dal conflitto di classe al “mercato politico” (seconda parte)ultima modifica: 2010-12-27T01:11:00+01:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento