La Nota di Alice
“Come in un videogame: uccidi un mostro e subito ne spunta un altro”. Così il ministro aspeniano dell’economia in Italia ha detto a Parigi del suo lavoro. Per la serie: la crisi non è finita.
Che la crisi non sia finita, lo sappiamo tutti per esperienza personale e quotidiana.
Quanto al videogame, non sappiamo per certo ma riusciamo a immaginare che, quando ci si preoccupa soltanto di fare la guardia ai forzieri delle banche, possa accadere di vivere come in un videogame. Cadono le mura di Pompei e il ministrello è concentrato nel game, la gente è senza lavoro e il ministrello uccide un mostro, i cittadini senza-tetto razzolano nei bidoni della spazzatura e il ministrello ghigna perché ha ucciso un altro mostro…
Per far andare bene le cose di tutti in Italia – il paese col più alto debito pubblico e con la più alta e diffusa ricchezza privata – sarebbe necessario invertire la tendenza: rendere pubbliche le ricchezze private.
Non è necessario Carlo Marx. Basterebbe Quintino Sella, con meno tasse e più imposte.
Qualche giorno prima di Natale – a Natale ci sentiamo tutti più buoni! -, Giuliano Amato ha proposto che un terzo degli italiani – i meglio-stanti – diano in due anni 30.000 euro allo Stato; per questa via il debito pubblico scenderebbe sotto l’80% e sarebbe assai meglio sopportabile.
E’ un modo abbastanza originale di porre la questione: lo Stato non municipia [prende soldi], non ha la forza di municipare, e chiede col cappello in mano l’elemosina. Il derubato si appella al buon cuore di ladri e ladroni.
Staremo a vedere se i meglio-stanti saranno lungimiranti o se bene-intenzionato è soltanto Giuliano Amato.
Intanto la crisi continua ad azzannare e il ministrello a uccidere i mostri del videogame…