Nazionalizzare le banche e introdurre la patrimoniale per non pagare la crisi. La Camusso imbroglia…

 

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di Andrea

 

Va benissimo una patrimoniale. Ma va fatta parallelamente alla nazionalizzazione delle banche centrali BCE e Banca d’Italia che oggi sono in mano a banche private. Altrimenti si trasferiscono i soldi nelle tasche del vertice del capitalismo che sono appunto i banchieri, coloro che stanno manovrando la crisi di sovrapproduzione. Perché fargli questo regalo?

Banca d’Italia                                  Quote     Voti

Intesa Sanpaolo S.p.A.                      30,3%       50

UniCredito Italiano S.p.A.                  22,1%       50

Assicurazioni Generali S.p.A.               6,3%       42

Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A.   6,2%       41

INPS                                                 5,0%       34

Banca Carige S.p.A.                            4,0%      27

Banca Nazionale del Lavoro SpA.         2,8%       21

Banca Monte dei Paschi di Siena SpA   2,5%       19

Cassa di Rispar. Biella e Vercelli SpA    2,1%       16

Cassa di Rispar. Parma e Piacenza SpA 2,0%      16

Non credo che la Camusso questo fatto non lo conosca. Bisogna sempre diffidare dei craxiani, anche se sono donne… Il craxismo è quel virus che si è evoluto nel berlusconismo.  Vigilare compagni.

Saluti comunisti.


 

La Camusso: ‘Serve subito una nuova manovra con patrimoniale alla francese’ Lo ha detto al direttivo del sindacato

Il segretario della Cgil al governo: ‘Varare una patrimoniale sulle grandi ricchezze per mettere il paese al riparo dalla speculazione finanziaria – . E avverte: ‘Non abbandoneremo tavoli con confidustria –

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Roma, 2 dic. (Adnkronos/Ign) “Il varo di una manovra economica che consolidi il debito pubblico attraverso l’istituzione di una patrimoniale alla francese sulle grandi ricchezze per mettere il paese al riparo dalla speculazione finanziaria –  e l’avvio immediato di una discussione pubblica, prima del Consiglio Europeo del 16 e 17 dicembre, che metta a conoscenza le parti sociali e l’intero paese su quanto richiesto dalle regole del nuovo patto di stabilita’ europeo “- . Ecco la ricetta anticrisi della Cgil firmata Susanna Camusso.

 

La neosegretaria di Corso d’Italia ha avanzato le sue proposte al governo nel corso della sua relazione introduttiva al direttivo del sindacato. Il timore e’ che il Paese, prosegue Camusso, “si trovi senza saperlo si trovi da gennaio con la necessita’, imposta dalle nuove regole del patto di stabilita’, di varare manovre per giungere al dimezzamento del debito pubblico nei prossimi quattro o cinque anni. Per questo serve un consolidamento dei conti pubblici e l’avvio di una discussione sul patto di stabilita’ europea – . Una manovra necessaria’ per evitare ‘che si rischi di replicare decisioni di finanza pubblica come quella di luglio –  e che richiede che ‘il governo la smetta di nascondere la gravita’ della situazione e i rischi che il nostro paese senza un consolidamento del debito possa correre in prospettiva – . D’altra parte, per la Cgil, la dimensione della crisi in Europa e nel nostro paese si intensifica: “oltre le cause generali, come ad esempio il non aver individuato nel corso di questi due anni regole condivise sulla finanza, c’e’ una nuova fase caratterizzata dalla speculazione finanziaria e dall’attacco all’euro”, dice ancora. E la gestione dell’euro da parte della Germania e la speculazione che attacca i paesi del mediterraneo “denotano un peggioramento della crisi economica e sociale”. Il rischio e’ che “quanto stia accadendo possa non fermarsi ai piccoli paesi – , conclude.

 

Sul fronte della contrattazione e del dialogo sociale la Camusso poi promette che la Cgil non abbandonera’ i tavoli con Confindustria. “La Cgil continuera’ la discussione con Confindustria; non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare quei tavoli”. Il leader del maggior sindacato italiano davanti al direttivo ribadisce la volonta’ di andare avanti nel confronto con le imprese alla ricerca di un nuovo patto sociale. Un confronto gia’ avviato e che ha gia’ chiuso alcuni capitoli importanti ma che ora dovra’ affrontare il tavolo piu’ complesso, quello sulla crescita e la produttivita’, che Fiom e area di minoranza del sindacato hanno a piu’ riprese chiesto alla Confederazione di abbandonare. “I prossimi 15 giorni saranno decisivi per valutare se ci saranno le condizioni per un accordo”, dice ancora rassicurando come quello sulla produttivita’ “sia un tavolo appena agli inizi su cui la Cgil non pensa ad un accordo che esautori la titolarita’ contrattuale delle categorie”. E aggiunge: “E’ un tavolo a cui agganciare il ragionamento per nuove regole su democrazia e rappresentanza” ma non quello “per fare il tagliando al modello contrattuale nato dall’accordo separato”, avverte. Sara’ comunque il direttivo convocato per il 20 e 21 dicembre prossimo a fare il punto dello stato di avanzamento del confronto con viale dell’Astronomia in considerazione del fatto che le parti sociali avevano indicato la fine di dicembre come termine ultimo per il raggiungimento di un accordo complessivo.

Nazionalizzare le banche e introdurre la patrimoniale per non pagare la crisi. La Camusso imbroglia…ultima modifica: 2011-02-07T02:00:00+01:00da iskra2010
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