Pirola intellettuale organico a 1 anno dalla morte

 

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“La missione della Chiesa e il Regno di Dio sono la reale liberazione degli uomini da ogni male in terra. C’è una teologia della liberazione da filtrare e proseguire. Il marxismo è filosofia della prassi, ortoprassia per la reale liberazione e critica di un processo storico a cui aderisce e si rinnova seguendo i processi storici in corso”(…) “Sembra (Bertinotti) un Preside che identifica il comanda e la decisione con se stesso, poi mi guardava con gli occhi fuori dalla sorpresa quando ho posto il problema della socializzazione e della democrazia in fabbrica per cui si lottava ed ora non se ne parla più. Caro Preside, qui si decide insieme… “; “Vendola ha in testa l’uomo astratto, quindi ideologico, che è l’opposto dell’uomo concreto di Marx” (Giuseppe Pirola)

 

Nel segno di una intramontabile presenza.

Solo alcuni brani indicativi di Padre Giuseppe Pirola intellettuale organico da ricordare in modo “vero”. Cioè a tutto tondo, non a “spicchi” ma nella Sua interezza di uomo veramente uomo (direbbe lui), di persona che non cambia giacca e vestito a secondo delle circostanza, di grande onestà intellettuale e del tutto scevro da ogni forma di ipocrisia ed intransigente con essa, con la mediocrità e l’opportunismo; e dunque anche nella pienezza del Suo ruolo culturale nella storia religiosa, civile, politica e sociale del Paese, del Suo irrecusabile impegno nei dibattiti, nelle conferenze e interventi politico-culturali anche nel mondo “laico”, nei Suoi apporti teorici e specialmente nel e per il ruolo da Pirola assegnato indeclinabilmente all’analisi “storica” che motiva una Sua permanente presenza nel rapporto tra passato, presente e futuro delle nostre istituzioni religiose e laiche.

 

“Restiamo fermi sulla critica da esercitarsi quotidianamente che, come per Marx, non è uno sfogo di un intellettuale arrabiato e impotente, pertinance o stanco. Parlo di me e del mio lavoro che sai. Il primo problema di un intellettuale organico -gesuita- è di far risuonare alta la voce di chi non ha voce (gliela hanno tolta)…Capire i fatti e non lasciare che l’intelligenza sia superata dai fatti o da vizi segreti. Il da fare : se l’analisi è giusta non c’è che mettere in moto il processo e il soggetto sociale del mutamento perché ogni situazione difficile richiama facilmente rappresentanti, o avvoltoi del potere. Togliersi di testa che il primo compito, il “tu che cosa proponi?” sia un modello, che invece è un’azione sociale guidata dalla critica. Caro preside, o chiunque altro (qui la critica di Pirola si riferisce in particolare a Bertinotti con cui si confrontò una sera alla Casa della Cultura di Milano: “sembrava un Preside che identifica il comanda e la decisione con se stesso, poi mi guardava con gli occhi fuori dalla sorpresa quando ho posto il problema della socializzazione e della democrazia in fabbrica per cui si lottava ed ora non se ne parla più”, n.d.r.) qui si decide insieme, perchè la decisione relativa a una situazione obiettivamente negativa riguarda la nostra vita e quindi spetta a noi.

Ora: è sicuramente frustrante che la sinistra non vada a sinistra; ma ciò non toglie la questione di fondo. E la questione di fondo è il “terzo” (che sarebbe il primo, di fatto e nelle false parole correnti), il “terzo” tra destra e sinistra; e finchè il “terzo” (il soggetto sociale, l’uomo in carne ed ossaè nella condizione in cui è posto dal capitale, che è ancora obiettivamente rapporto di produzione sociale mondializzato, che determina la vita sociale, l’intellettuale “organico al terzo” non può recedere dal proprio compito. La seconda: ciò giustifica per me lo stare nei movimenti, ove è ancora possibile e pensabile che quest’istanza che muove e il gridare sia agibile sia pure con difficoltà con cui misurarsi lucidamente”.

 

“L’oggetto della fede cristiana è la storia di salvezza o meglio con san Paolo di liberazione degli uomini dal peccato originale, cioè dalle condizione storiche dell’esistenza umana… I primi capitoli (2-3) della Bibbia non narrano l’origine del mondo fisico, ma l’origine della condizione umana nella sua tragicità che diventa scandalo, impossibilità di credere che l’uomo vive in un mondo creato da Dio che ama l’uomo e non da un Dio geloso della libertà umana come suggerisce il serpente. Quanto dico – e i preti nè lo dicono nè lo sanno- è dottrina approvata dall’ex Sant’ Uuffizio quando Ratzinger lo presiedeva….  Cristo ha annunciato il regno, e ha costituito in prima battuta non la Chiesa ma la comunità cristiana cui ciascuno accede mediante i sacramenti e dunque per opera di Cristo stesso, affidandole la sua missione che la comunità deve promuovere: la liberazione degli uomini dalla condizione umana detta sopra; la gerarchia o istituzione gerarchica non è escatologica ma provvisoria e solo temporale, per guidare la comunità nell’esercizio della missione di Cristo qui in terra. La Chiesa non annuncia sè stessa, i suoi problemi interni, non opera per la sua diffusione, non è auto- ma eteroreferenziale o aggrega gli uomini al regno, in cui Cristo libera gli uomini nel tempo della storia umana. Quindi aspettiamo ancora che Ratzinger dica chiaro che la missione fondamentale della Chiesa è il venire in terra del Regno di Dio, la reale liberazione degli uomini da ogni male; che l’istituzione è fenomeno secondario e quale sia il suo compito, portando avanti il processo aperto dal Concilio; infine che la proposta del regno e la risposta alla proposta sono libere, evitando la proposizione autoritativa di verità, contraria alla libertà dell’assenso. L’ultima enciclica (Spe Salvi n.d.r.) fa passi avanti ma a mio parere, segnati ancora da freni e titubanze. In altre parole: c’è una teologia della liberazione (Gutierrez) da filtrare e proseguire… La missione della Chiesa e il Regno di Dio è la reale liberazione degli uomini da ogni male. E fin quando il processo di liberazione dell’uomo è e resta incompiuto non si può ridurre Marx a un ideologo della prima rivoluzione industriale, in quanto il marxismo pensa all’uomo e al mondo concreto non con i piedi per aria. E’ filosofia della prassi, ortoprassia per la reale liberazione e critica di un processo storico a cui aderisce e si rinnova seguendo il processi storico in corso”.

Capirai perchè come ben sai dal tempo in cui venni al dibattito con te – che l’avevi organizzato – su cattolici e comunisti (c’erano anche Chiarante, il vaticanista dell’Unità, Santini, e Petruccioli e Mussi che all’opposto del primo ora a quanto pare gli ultimi due rinnegano tutto…) il dialogo serio tra cattolici (di una volta) e marxisti (di una volta) è stato possibile soprattutto quando ci siamo chiariti sulla critica di Marx alla religione, troppo in fretta e confusamente battezzata ateismo (borghese? No, vero?).

Ora i marxisti sono spariti, non sanno  che l’opera di Marx è Critica del capitale, del diritto e dello stato (borghese) è CRTICA DI… perché è filosofia della prassi che libera il mondo, ortoprassia perchè libera la filosofia dall’ideologia e quindi pensa il mondo concreto non con i piedi per aria ( come quell’uomo astratto quindi ideologico che abbiamo rilevato essere oggi quello di Vendola come di tanti, che è l’opposto dell’uomo concreto di Marx), cambiando i cieli dell’astrazione e la testa dell’uomo sulla terra dove né cammina ne cambia nulla. E non sanno che il marxismo è la critica di un processo storico che aderisce e si rinnova seguendo i processi storici in corso. Niente l’eterno Marx, ha detto tutto una volta per semprema appunto con Gramsci, con Bloch, ecc. (il capitalismo trasforma l’organizzazione sociale del lavoro, con la trasformazione scientifico-tecnica, che non riguarda solo la conoscenza della natura o delle risorse sfruttabili e dei mezzi e modi di produzione, ma la scienza dell’organizzazione della società, del diritto, dello Stato ecc. per conservarsi cambiando: bisogna che tutto cambi affinché nulla cambi ) che il papa tedesco (che pure ha fatto una svolta e passi in avanti con la Spe Salvi) non conosce ancora a sufficienza; perché anche se fa una revisione critica della passata posizione assunta dalla Chiesa nei confronti di Marx e del marxismo, se e fino a quando il processo storico reale di liberazione dell’uomo sulla terra è incompiuto, non si può ridurre Marx a un ideologo della prima rivoluzione industriale, e bisognerà pensare alla globalizzazione economica (finché c’è spazio mondiale di sfruttamento c’è spazio di sopravvivenza del capitalismo ecc..).  Ma dove sono ormai i marxisti meglio i marxiani, con cui ho lavorato una vita? Figure esemplari di uomini tanto onesti quanto poveri per sobrietà di vita…Sono diventati tutti.. cardinali.. Sedie e non idee e critiche proprieIl programma di destra ve lo facciamo noi, i prodi di… Prodi. Che compagnia nè di Gesù, nè di Marx… Ma noi non molliamo, vero? Continua a tenere duro.

 

Il Papa con la Spe Salvi ha fatto un grande passo avanti facendo ampi riconoscimenti a Marx

e alla “politica intesa come conoscenza scientifica della società per trasformarla non solo teoricamente ma anche col partito comunista” da lui avviata. L’unica critica papale a Marx che sia discutibile (dopo il merito di avere revisionato il giudizio precedente su Marx) è che rovesciato il sistema capitalista, il progresso nella lotta di liberazione è pur sempre affidato a uomini suscettibili non solo di errori ma di vizi..(peccati contro giustizia e libertà) che però va tradotta nella necessità della vigilanza critica del soggetto sociale della rivoluzione rispetto al potere e a chi lo esercita. Se guardiamo al mondo il Papa ha presente i due sistemi e in definitiva pur distinguendo tra problema sollevato da Marx e soluzioni storiche, prende una posizione di distacco da entrambi e fa critica “morale” di entrambi.

Se guardiamo all’Italia il papa non sa il problema che ha diviso l’Italia fin dalla Costituente e cioè l’accordo tra Togliatti e Dossetti e che la nostra Repubblica è antifascista e anticapitalista, mentre non fu d’accordo la DC di De Gasperi. Il nodo irrisolto ( le due anime della DC, il “compromesso storico” di Berlinguer, il duo Prodi- Bindy vs.Casini-Buttiglione che sono la mina vagante della politica italiana cioè la ex DC e la pretesa di rinascere) perdura in una situazione in cui però Marx, Gramsci e Togliatti sono dimenticati dalla stessa sinistra attuale e i vescovi italiani confondono questioni politiche e partitiche (giustizia) con questioni e motivazioni religiose (carità o pratica del vangelo) e non sembrano capire che la Chiesa istituzione non ha potere politico sulla società civile, non perché i “laici” glielo negano, ma in forza della missione di Gesù Cristo, per cui la comunità cristiana e la sua istituzione possono solo proporre il vangelo alla libertà degli uomini, senza pretese di ricorso diretto a mezzi politici (leggi, potere giudiziario e coercitivo), o a vie indirette. Il papa dice solo che tocca ai laici cristiani, in quanto cittadini, occuparsi di politica, non ai vescovi o ai preti o all’istituzione religiosa, come Ruini che morta la DC disse: la politica italiana la gestiamo da soli senza Dc e vinse un referendum predicando l’astensione, anziché il vangelo. Il caos è grande e il papa preferisce star fuori come nel caso Boffo, tranne quando Feltri ha toccato direttamente il Vaticano parlando di velina vaticana, anche se pesa il sospetto di un intervento del vaticano, perché In pratica Boffo si è dimesso, dopo tante difese episcopali. Il chiasso sulla vicenda Berlusconi non piace al vaticano.

Giuseppe Pirola

(Epistolario con A.R)

 

Pirola intellettuale organico a 1 anno dalla morteultima modifica: 2011-02-10T01:00:00+01:00da iskra2010
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