Errare umanum est…ma perseverare

 

Costituzione italiana 3.jpgelaborazione MOWA

 

 

Angelo Ruggeri e Salvatore D’Albergo *

 

Nel marasma delle deviazioni su “politica” e “antipolitica”, tardivamente e forse solo occasionalmente Rossana Rossanda – su il Manifesto del 4 ottobre – ha denunciato non solo le forze “di destra ma di centrosinistra ed ex nuova sinistra convertitesi di colpo allo Stato minimo, rinunciando ad un intervento pubblico” come asse dei bisogni, a conferma che “l’economia non ha sfondato il terreno della politica a insaputa sua e dei governi”. Una requisitoria contro tutta la “sinistra” politica e sindacale, succuba dell’incombere di Berlusconi dovuto all’abbandono del proporzionale “puro”, ricaduta “nelle mani incontrollate della proprietà privata” ed invitata “almeno a dire la verità, che evita accuratamente di dire”. Pertanto, sulla scia di tale critica e premesse analitiche, la verità è che se anche la Rossanda vuol guardare coerentemente al “fine” del socialismo, occorre rilanciare il metodo del materialismo storico. Per demistificare l’operazione ideologica e tattica insieme, di “rottura” acritica con il ‘900, ostentata nel segno di una futuribile catarsi che copre l’avventurismo di una “sinistra” che disorienta lavoratori e ceti popolari sotto l’attacco concentrico di CdL e Unione delle sinistre.

 

Per uscire dall’impasse imposta dalla sudditanza culturale e politica dei vertici della “sinistra” verso i gruppi di potere internazionali e nazionali, altro non c’è che tornare all’uso “politico” della teoria critica dell’economia politica e della teoria del diritto e dello Stato. Cioè alla “filosofia della prassi” che urge riattualizzare smettendo di fare “filologia” gramsciana e riprendendo le tante e incisive annotazioni di Gramsci circa l’interdipendenza che già e proprio nel 900, la filosofia della prassi sapeva cogliere tra rapporti civili e politici e rapporti economici. Nell’eguaglianza tra “filosofia e politica”, tra pensiero e azione (Q 7 § 35), donde il perspicuo concetto di “blocco storico”, che chiarisce come le soprastrutture sono il riflesso dei rapporti sociali di produzione (Q 8 § 182).

 

Esemplarmente attuale, Gramsci coglie l’antitesi tra la “nazionalizzazione” nella logica dell’economicismo, che con l’Imi e l’Iri salvava l’industria privata “per rimediare all’arretratezza, e la nazionalizzazione necessaria allo sviluppo dell’economia e come parte di una programmazione” democratica (Q 15 § 1°). Per cui non è un caso che sulla spinta delle intese con Dossetti e i cattolici sociali, ispirate dalla togliattiana “democrazia progressiva”, la nostra Costituzione reca in sé l’originalità di norme c.d. “programmatiche” e di “programmazione globale” dell’economia a fini sociali. Anticipate da Gramsci non meno del dominio della moneta e delle sue istituzioni, e della “rapidità di circolazione” internazionale “delle divise nazionali”(Q15§ 5) che oggi, viceversa, è preso a pretesto per dire apoditticamente che tale rapidità segnerebbe una cesura tra il capitalismo del XX e quello del XXI secolo. Cesura “totale” anziché “passaggio di fase, per enfatizzare il dogmatismo della “fine dello Stato”, “fine del lavoro” e del lavoro come fatto “individuale”. Con ciò non è cambiato la società ma soltanto la “sinistra”, cosa ben più grave in Italia che in qualsiasi altro paese dove non ha dovuto abiurare, come da noi, anche le basi costituzionali della democrazia e della Repubblica, le norme e il “gramscismo” di cui sopra. Con forze speculari a Forza Italia – come il PD – e alla destra in genere con cui – dal PRC agli ex Dc ed ex PCI – ci si accorda mistificando di “difendere la Costituzione cambiandola” e riproponendo tutto ciò a cui il popolo ha già detto NO solo un anno fa. Errare umanum est… perseverare è diabolico.

(17-3-09)

* Angelo Ruggeri e Salvatore D’Albergo (costituzionalista) del Centro Il Lavoratore

 

 

 

 

VOGLIONO CANCELLARE LA DEMOCRAZIA

CON IL PRESIDENZIALISMO PLEBISCITARIO E LA DITTATURA DEL PREMIER E DEL GOVERNO SUL PARLAMENTO E IL POPOLO CHE LO ELEGGE

Nella più totale inconsapevolezza organizzata dalla “sinistra di governo” che non chiama le masse di cittadini e lavoratori democratici alle urne come è assolutamente necessario fare e mobilitare

LA DEMOCRAZIA E’ UNA PIRAMIDE ROVESCIATA COL PARLAMENTO SOTTO IL POPOLO E SOPRA IL GOVERNO. VOGLIONO RESTAURARE LA PIRAMIDE DEL MODELLO MONARCHICO/LIBERALE PONENDO IL PREMIER AL POSTO DEL RE SOPRA IL GOVERNO E QUESTO SOPRA IL PARLAMENTO E IL POPOLO IN FONDO AL POZZO, FACENDOLO USCIRE UNA VOLTA OGNI 5 ANNI PER PLEBISCITARE IL PREMIER E IL GOVERNO.

CON UN PARLAMENTO UNA MINORANZA DEL TUTTO IMPOSSIBILITATI AD INTERVENIRE NEL PROCESSO LEGISLATIVO, PRIVI DEL POTERE DI INIZIATIVA ESCLUSIVA DEL GOVERNO E DEL PREMIER, COME CONSEGUENZA DELL’AVERLO INDICATO SULLE SCHEDE E PLEBISCITATO RENDENDO SUPERFLUO ANCHE IL CAPO DELLO STATO E IL VOTO DI FIDUCIA DEL PARLAMENTO, AL QUALE IL PREMIER ILLUSTRA IL PROGRAMMA E POI PUO IMPORRE QUANDO E QUALI LEGGI VOTARE, OLTRE CHE SCIOGLIERLO.

MA IL CENTROSINISTRA NON INFORMA E PARLA DI DEVOLUTION O DI SCUOLE E OSPEDALI REGIONALI O CON FASSINO DICE CHE “QUELLA DEL CENTRODESTRA E’ UNA RIFORMA CONFUSA” (SIC SIC SIC) TUTTO PER OVATTARE LA CRITICA AL PREMIERATO E NASCONDERE L’INCOMBENTE CESARISMO MESSO IN CAMPO DALLO STESSO CENTROSINISTRA: NELLE BICAMERALI E COL PRESIDENZIALISMO DEL PREMIERATO E DEL CANCELLIERATO A CUI GUARDA ANCHE UNA RIFONDAZIONE CHE MIRA PERSINO AD UNA BUROCRATIZZAZIONE DELLO STATO CON UN SENATO FEDERALE ALLA TEDESCA, CIOE’ NON ELETTIVO CIOE’ ASSEMBLEA DI NOTABILI, TUTTO PER NON SAPERE O PER NON VOLERE DENUNCIARE IL FEDERALISMO FORMA DELL’AUTORITARISMO CONCENTRATO NEI VERTICI PRESIDENZIALI DI STATO E REGIONI E IN QUELLI PADRONALI D’IMPRESA, PER METTERSI IN COMBUTTA TRA LORO.

PER QUESTO I COSTITUENTI RESPINSERO IL PRESIDENZIALISMO E IL FEDERALISMO CONSIDERANDO ENTRAMBI DUE FORME DELL’AUTORITARISMO MONARCHICO/LIBERALE, RISPETTO AL QUALE LA COSTITUZIONE VOLLE ROMPERE DEFINITIVAMENTE PERCHE’ SU TALE MODELLO AUTORITARIO LIBERALE POTE’ INNESTARSI IL FASCISMO DETTO APPUNTO REGIME DEL”CAPO DEL GOVERNO”: A CUI OGGI CI VOGLIONO RIPORTARE COL “GOVERNO DEL CAPO”, CIOE’ DEL “PREMIER” ANCH’ESSO IMPERNIATO SULLA SOPRAFFAZIONE DEL PARLAMENTO.

Il 25 GIUGNO DICIAMO NO ALLA SOPRAFFAZIONE DEL PARLAMENTO E ALLA CANCELLAZIONE DEI VALORI DELLA COSTITUZIONE DEMOCRATICA e ANTIFASCISTA, “FONDATA SUL LAVORO”, NATA DALLA RESISTENZA

NO al plebiscitarismo e al federalismo concentrato autoritario dei vertici padronali nell’impresa e presidenziali nello Stato e Regioni che porta all’introduzione delle imprese private nella gestione della cosa pubblica, persino di sanità, scuola, giustizia, ecc.

Il Movimento Antifascista di Difesa e Rilancio della Costituzione

Errare umanum est…ma perseverareultima modifica: 2011-03-30T00:22:00+02:00da iskra2010
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