Attacco insospettabile alla Costituzione

 

Costituzione italiana 6.jpgelaborazione MOWA

 

Proseguendo la discussione sulla Costituzione aperta sul numero di Marzo Valori pubblica questo intervento

Costituzione democratico-sociale: un attacco insospettabile

 

promosso da Rifondazione ora coinvolge tutta la destra con in testa AN

Ai segnali “visibili” della regressione del gruppo dirigente di Rifondazione, si stanno cumulando iniziative “coperte” dalla separatezza tra società e Parlamento. Si è infatti appreso, dai testi originali pervenutici dalla Commissione Affari Costituzionali , che nel nome di Franco Russo, Mascia e Frias, operano alla Camera due proposte di legge costituzionale, che concorrono a riaprire la fase del revisionismo che, almeno RC, dopo il voto referendario del 25-26 giugno 2006 che ha respinto il progetto Berlusconi, dovrebbe considerare chiusa, per passare dalla difesa al rilancio dei valori economico-sociali che hanno dato originalità alla Costituzione democratica e antifascista.

Tali proposte, riferite alla “forma di governo” per potenziare il presidente del Consiglio, e alla “forma di Stato” per completare con il Senato federale l’avvio federalistico imposto dal centrosinistra con soli 4 voti di scarto nel 2001, stanno avallando la strategia “bipartisan” che accompagna – tra le strida contrapposte dei prodiani e dei berlusconiani – il rovesciamento del ruolo assegnato, nel modello del ’48, al rapporto “governo-Parlamento” che, per la prima volta, in una costituzione dell’Europa occidentale, ha prefigurato gli strumenti di una strategia di democrazia sociale, in antitesi alla democrazia liberale.

Dietro il fumogeno del federalismo, divenuto la forma di Stato più omologa agli interessi del capitalismo, i relatori (on. Bocchino, AN; on. Sesa Amici, Ulivo) di un progetto di testo unificato, nella Commissione Affari Costituzionali del 12/06 sono stati confortati dall’adesione dell’on. Franco Russo ad un disegno che reca come aspetto qualificante la revisione antiparlamentare della “forma di governo”. Al punto che l’on. Russo nel progetto del 2/05, attesta il ritorno al potere di “revoca” dei ministri che era fissato a favore del capo dello stato nello Statuto Albertino (art. 65 del 1848); e dopo aver così riesumato il principio secondo cui il capo dello Stato è capo dell’esecutivo, senza coordinarlo con l’art. 87 della Costituzione vigente che dice l’opposto, non ha esitato a tradurre in norma l’auspicio dell’on. Bertinotti di copiare il cancellierato di Bonn. Apprezzato non solo perché lassù la legge elettorale è proporzionale (tacendo che è mista con l’uninominale e con l’abbattimento di voti alla base – con lo sbarramento), ma soprattutto perché la socialdemocrazia ha sposato quello che i giuristi enfatizzano come il rafforzamento del “kanzler-prinzip”, la cosiddetta sfiducia costruttiva. A sua volta chiamata “neo-parlamentare” per occultare il fatto che nel regime di Bonn, il cancelliere – eletto su proposta del capo dello Stato e non nel contesto di un dibattito tra le forze politiche (art. 63) – non può essere sfiduciato come nei Parlamenti che sono autonomi nelle loro scelte politiche, perché solo se si raggiunge preventivamente una maggioranza assoluta dei membri del Bundestag, si può ottenere la revoca da parte del capo dello Stato del cancelliere.

Ma ciò all’on. di Rifondazione non basta, perché nella sua proposta se il presidente del consiglio indicato nella mozione di sfiducia non la ottiene, “il presidente della Repubblica scioglie le Camere e indice nuove elezioni”: soluzione che, viceversa, nella Costituzione di Bonn è prevista solo come un’alternativa al diniego della fiducia chiesta dal cancelliere nell’esercizio delle sue funzioni. Così, soprattutto, l’on. Russo richiama il progetto Berlusconi, vituperato proprio per aver ipotizzato lo scioglimento della Camera imposto al presidente della Repubblica nel caso di approvazione di una mozione di sfiducia del premier.

Di fronte a tanto inequivocabile rovesciamento dei rapporti funzionali tra forma di governo “personalizzata” e forma di Stato di democrazia sociale, espropriata di conseguenti strumenti di democrazia politica, e dinanzi all’aggiunta della proposta di modificare la procedura di revisione costituzionale attualmente in vigore perché in linea con il principio elettorale proporzionale (sostenendo con un sofisma che per salvare la Costituzione dagli assalti di maggioranza che si suppongono sempre e comunque espresse dal principio maggioritario introdotto nel 1993 – che sono tali non nel Paese ma solo per effetto del premio di maggioranza – per cui si deve adeguare la Costituzione alla legge elettorale, anziché viceversa), si rende necessario aprire un dibattito di massa che demistifichi l’ingegneria istituzionale di cui si sono appropriati anche gruppi e personalità di sinistra per rilanciare il nesso tra questione sociale e questione istituzionale, come si fece nella fase costituente quando l’egemonia era della cultura politica marxista e cattolico-democratica, e non dei “giuristi accademici”, come “ceto” che sostituisce l’ideologia giuridica all’ideologia democratica della Repubblica fondata sul lavoro.

Paola Baiocchi direzione di Valori rivista di economia sociale della Banca etica di Milano

Paolo Barrucci Associazione e rivista Pianeta Futuro – Centro “Il Lavoratore”

Virgilio Baracchini della Unione Inquilini e associazioni antifascisti della Toscana

Gaetano Bucci del Movimento antifascista per il rilancio della Costituzione – Puglia – Centro “Il Lavoratore”

Giovanni Caggiati del Comitato antifascista di Parma;

Antonio Calabria Comitato antifascista delle Marche – Ancona

Andrea Catone Rivista La Contraddizione e Comitato antifascista– Roma – Centro Il Lavoratore

Domenico Chirico Movimento Antifascista rilancio Costituzione – Liguria – Centro Il Lavoratore;

Angelo Ciampi Movimento per la Difesa e il Rilancio della Costituzione – Milano – Centro Il Lavoratore;

Giovanni Chiellini, giudice e del Comitato difesa Costituzione di Firenze – Centro Il Lavoratore

Cini, Gabriele Visco Gilardi Rivista Percorsi di Integrazione, Istituto di Studi della Resistenza e Comitato famiglie di deportati e vittime del nazi-fascismo – Como-Varese-Milano- Centro Il Lavoratore

Cooperativa di studi e ricerche italiane ed europee “Marcella” – Como/Varese/Milano/ Bruxelles – Centro Il Lavoratore

Coordinamente nazionale dei Comitati per la difesa e il rilancio dei diritti costituzionali dei minori

Salvatore d’Albergo del Movimento antifascista nazionale per il rilancio della Costituzione – Milano-Roma – Centro “Il Lavoratore”;

Vittorio Gioiello del Movimento antifascista nazionale per il rilancio della Costituzione – Milano – Centro “Il Lavoratore”;

Franco Labonia Rivista Indipendenza – Roma –

Sergio Manes Associazione e Casa editrice Città del Sole e Comitato Antifascista – Napoli -;

Andrea Montella Rivista Valori;

Andrea Murone Associazione Nazionale Diritti dei cittadini

Rete Nazionale “Disarmiamoli” – Varese –

Silvia Protti Movimento antifascista Italia/Spagna – Madrid –

Sergio Rodriguez presidente Comitato antifascista del Lazio – Roma –

Angelo Ruggeri del Movimento antifascista nazionale per il rilancio della Costituzione – Varese/Milano – Centro “Il Lavoratore”;

Giuseppe Savoia Movimento antifascista per il rilancio della Costituzione – Como/Varese – Centro “Il Lavoratore”

Sotto le bandiere del marxismo, Associazione Sicilia –

Antonio Varanese Associazione e rivista Area Oltre e Comitato antifascista rilancio Costituzione – Abruzzo.


L’Occhio di SPARTACO

osserva, memorizza e non dimentica Rassegna e-mail

 

Dallo Zar Nicola al Pds-Ds-PD : come tutto ciò che non ha basi storiche, non solo non è conservatore, ma ama le innovazioni alla Follia. Non lascia sussistere nulla in pace, ed anche se migliora di rado, cambia senza tregua”. (A. Herzen dello Zar Nicola)

Da Gramsci-Togliatti-Longo-Berlinguer a Occhetto, D’Alema, Veltroni, Mussi, Bertinotti, Di Liberto: Ogni gigante…lascia dietro di se un nano, ogni genio un noioso filisteo, ogni agitazione del mare del fango, e appena spariscono i primi compaiono gli altri, prendono posto a tavola e stendono con prepotenza le loro lunghe gambe. I primi sono troppo grandi per questo mondo, perciò vengono schiacciati. Invece gli altri mettono radici e vi rimangono” (K.Marx)

 

Costi della politica. QUANTO CI COSTA RIFONDAZIONE

e il trasformismo dei vari Russo Franco e Spena?

Gli ex-PCI ed ex DP: dal partito dell’utopia al partito dell’interesse privato come causa di corruzzione dell’etica pubblica e il riformismo come strumento di cosiddetta modifica della realtà interpretata come acquisizione delle “stanze dei bottoni” che sono tante, per darne uno a ciascuno e a quanti più, per ottenere pagandola la fedeltà di APPARATNICHKI – che vanno dai consiglieri di quartiere fino alla UE – e il consenso di amici e familiari di questi a cui, in pratica, si sono ridotti ormai i voti di Rifondazione scomparsa dal Nord, dalle fabbriche e dal sociale.

Mentre alla camera trasuda il tipico TRASFORMISMO meridionale di Giovanni RUSSO SPENA , e mentre la Regione Toscana che è stata la prima ad incrementare il numero di consiglieri regionali e i ricchi e veri e propri stipendi a partire dai consiglieri di quartiere, ora sta correndo per far vedere che tale regione – autrice per altro del porcellum elettorale copiato e reso nazionale da Calderoli e dalla destra – riduce i consiglieri regionali, i vertici di potere della Rifondazione “al governo” hanno acquistato a pagamento pagine di Repubblica un giorno e del Riformista il seguente (e forse anche altre che non sappiamo) per dire che per salvare la costitizione occorre cambiarla, cioè quello che da Occhetto e dal Pds in poi i DS e la Margerita dicono da 20 anni: salviamo la costituzione, pur di aggiornarla, non demolirla”, secondo la falsa idea pidiessina e del Pp e dei DS – di cui Rifondazione mira a prendere il posto – che potenziando l’esecutivo anziché demolire la Costituzione la si aggiorni. Cosa aberrante e mistificante – e per di più a pagamento – perché si passa dal comitato di difesa della Costituzione al comitato per cambiarla, nascondendo e non dicendo che cambiando la forma di governo cambiano gli obbiettivi, perché attraverso il primato dell’esecutivo viene abolita la prospettiva di trasformazione e di critica degli assetti di potere del capitale che vengono così salvaguardati gestendoli in ogni particolare luogo sia economico che sociale, dai gruppi di vertici di partito e di sindacato.

Come è comprovato da quanto documentato nell’allegato che vi abbiamo inoltrato (Costituzione democratico-sociale: un attacco insospettabile, promosso da Rifondazione con tutta la destra, AN in testa), quando invece di determinarsi per reintrodurre il sistema proporzionale puro, si dice di modificare le norme di revisione costituzionalie dell’art.138 per ottenere che non sia alterata la Costituzione – alterazione effettuata dal centrosinistra con la legge 2001 con soli 4 voti di maggioranza – da maggioranze costituite dal premio di maggioranza, si mira ad imporre al popolo italiano il carattere irreversibile della legge elettorale maggioritaria contro la proporzionale eliminata nel ‘93, e quindi contro il pluralismo, magari anche col bipartitismo che sancirebbe l’autoritarismo integrale delle istituzioni che è la condizione operativa di una strategia di consolidamento del capitalismo e della classe dominante, idonea a portare alle estreme conseguenze quella concezione di “modernizzazione” reazionaria che a suo tempo ha concorso all’instaurazione del “premierato” da parte dello stesso regime fascista come regime “del capo del governo” (Duce), e regime della centralità nazionale dell’iniziativa economica privata delle imprese con cui ai lavoratori e sindacati imponeva di concertare e collaborare.

Donde la falsità e l’ipocrisia di quanto sostiene Rifondazione “al governo”, con slogan che ricordano quello con cui nell’ 83-84 si promosse la madre di tutte le privatizzazioni: “se volete delle ferrovie che funzionino sbaracchiamo queste FFSS pubbliche“, puntando sul disorientamento di un elettorato popolare e di massa che però esattamente un anno fa ha saputo cogliere le insidie della combinazione tra “premierato” e “federalismo” (che ora anche Rifondazione ripropone) e imponendo persino un quorum non previsto dal referendum, ha detto NO, respingendo le smanie neo-autoritarie del centrodestra e del centrosinistra e quindi anche quelle dell’attuale Rifondazioneneo-autoritaria del sistema sociale e del sistema politico (an.rugg.). 

Attacco insospettabile alla Costituzioneultima modifica: 2011-04-03T00:11:00+02:00da iskra2010
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