La Nota di Alice
Il Governo, inaffondabile [e non affondato anche per le complicazioni africane], ha approvato, tra sé e sé, la riforma “epocale” della Giustizia. Subito dopo, Berlusconi ha dichiarato: “Se la riforma epocale fosse stata approvata vent’anni fa, probabilmente non ci sarebbe stata Mani pulite”. Dunque, è per garantire Mani sporche che la riforma è stata annunziata, proclamata e portata in conferenza stampa. In verità, Berlusconi ha un obiettivo più ambizioso: visto che il porcellum [che in altri tempi si chiamò legge Acerbo] gli consente di nominare i parlamentari e di avere un Parlamento a sua immagine e somiglianza, egli cerca di mettere sotto controllo la Magistratura in modo tale che il potere sia uno e unitario e che egli possa atteggiarsi a grande timoniere. Egli vuole modificare la Costituzione nel senso che intende unificare i poteri che la Costituzione tiene separati e poi proclamarsi – magari come presidente della Repubblica – dittatore democratico o Re-Duce o Re della Repubblica. Il “grande” che Berlusconi vuole imitare non è Giustiniano – come ha pure detto – ma Mussolini. Dopo le manifestazioni imponenti del 12 marzo in difesa della scuola pubblica e della Costituzione, Mr. Silvio Papi Berlusconi ha detto che la sua riforma epocale servirà a impedire la dittatura della magistratura: si è trattato di un clamoroso lapsus freudiano. Ha attributo alla magistratura – che comunque non ha e non reclama il potere esecutivo né quello legislativo – il proprio obiettivo nascosto. Domenica, 13 marzo 2011.
Monnezza e tappeti pregiati
Al “Corriere della sera” di domenica 13 marzo è stato allegato un corposo supplemento intitolato “Italiani” per celebrare i 150 anni dell’Unità nazionale. Scrittori, storici, sondaggisti, critici d’arte, saggisti di vario genere e immigrati di varia provenienza hanno raccontato e cantato i miracoli del genio italico. Nello stesso giornale, in cronaca di Roma, compare – ed è già un miracolo! – un articolo di Laura Martellini sulla baronessa Maria Giuseppina Cordopatri, che coraggiosamente si è opposta in passato alla ‘Ndrangheta nella piana di Gioia Tauro e alla quale è stato revocato da un mese circa il programma di protezione perché le sue dichiarazioni non sarebbero utilizzabili. La storia della baronessa Cordopatri e della mancata protezione è abbastanza complessa ma è indecente che non si trovino i soldi per salvaguardare una vita mentre se ne consumano tantissimi, pubblici e privati, per mostre e supplementi. Una maggiore serietà non guasterebbe. Nessuna festa – sia per la più nobile e la più condivisa delle ragioni – vale la vita di una persona minacciata da briganti. Quanto al “Corriere della Sera”, sarebbe stato bello se il genio italico fosse stato impaginato nelle pagine di Peretola e Roccacannuccia e il supplemento fosse stato dedicato alla criminalità organizzata di Gioia Tauro, di Lombardia e di Bordighera. C’è che gli italiani sono stati sempre molto bravi a scopare la monnezza sotto i tappeti e a versare lagrime di coccodrillo…