Cervetti Macaluso Ferlini Turci Napolitano Comunione e Liberazione i Rothschild

 

Con gli articoli che leggerete qui sotto vedrete uno spaccato della politica e delle scelte editoriali degli ex Pci di area migliorista quella capeggiata da Giorgio Napolitano.

Troverete politici come Cervetti e Diliberto, capaci di riunirsi in circoli di “bibliofili” come l’Aldus Club, dove è vicepresidente Marcello Dell’Utri, come pubblicato dal Corriere della Sera il 23 ottobre 1998 e che vi ho allegato come pdf.

Troverete Massimo Ferlini, ex PCI e uomo di Gianni Cervetti, oggi presidente della Compagnia delle Opere, braccio economico di Comunione e Liberazione.

Quali interessi servono i politici miglioristi lo si evince bene dall’articolo del Corriere riportato qui sotto, dove si parla del responsabile economico del Pds Lanfranco Turci e dei Rothschild.

Fateci caso i miglioristi in politica stanno sempre in ambiti dove girano soldi. Ed hanno una passione per le rose, pur non praticando il giardinaggio.

I miglioristi con le le loro scelte politiche producono enormi trasferimenti di denaro, che chiamano riforme, ma vanno sempre in un’unica direzione: dalle tasche dei proletari a quella dei banchieri, “laici” o “cattolici“ che siano, il vertice della massoneria e della Rosa Rossa/Rosa nel pugno, di cui abbiamo scritto recentemente. I miglioristi sono i politici al servizio della P1, la gamba sinistra del capitalismo.

Saluti comunisti

Andrea

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Lunedì, 18 Aprile 2011 Ritorno a Botteghe oscure Gli ex Pci Macaluso e Cervetti al “Riformista”. di Massimo Neri L’arrivo ufficiale è imminente, previsto per la settimana successiva a Pasqua. Ma l’annuncio alla redazione c’è già stato: Emanuele Macaluso, 87 anni, è destinato a diventare il nuovo direttore del Riformista, quotidiano fondato nel 2002 da Antonio Polito (oggi editorialista del Corriere della Sera) e Claudio Velardi (ex lothar dalemiano, poi lobbista della comunicazione con mai celate simpatie berlusconiane).

 

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Emanuele Macaluso e Gianni Cervetti IL RITORNO DEI MIGLIORISTI. Storico esponente della corrente migliorista del Pci (la cosiddetta destra interna del partito), direttore dell’Unità dal 1982 al 1986, Macaluso si insedierà a titolo gratuito. Così come è previsto sia a costo zero l’impegno del settantasettenne Gianni Cervetti, altro migliorista e autore nel 1999 de L’oro di Mosca (inchiesta sui soldi sovietici al Pci), che presiederà la cooperativa cui gli Angelucci hanno affittato la testata arancione. L’accordo preliminare è stato firmato dopo quattro mesi di trattative e ora si attende l’incontro finale tra le parti. L’incognita della contestazione dell’Agcom agli Angelucci

 

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Via delle Botteghe oscure, a Roma. Eclissatisi nel tempo altri potenziali acquirenti o affittuari (prima fra tutti la cordata del terzista Enrico Cisnetto) la mossa degli Angelucci è stata obbligata, pena la perdita del finanziamento pubblico e la chiusura del piccolo quotidiano, che oggi vende meno di 2 mila copie in edicola.
Non a caso, il Riformista finisce agli uomini delle Ragioni del Socialismo, che già avevano un accordo con i re romani delle cliniche all’epoca delle direzione di Paolo Franchi, pupillo di Macaluso, per la cessione di una cospicua parte dei contributi di Stato.
Poi è accaduto che tra l’estate e l’autunno dell’anno scorso, l’Agcom ha messo sotto la lente d’ingrandimento i giornali della famiglia guidata dal patriarca Antonio (deputato del Pdl, ex uomo di Gianfranco Fini ora vicino al Cavaliere e amico inseparabile di Melania Rizzoli). Ossia Libero e Riformista. FORSE TAGLI ALLA FOLIAZIONE. Pesante la contestazione dell’Agenzia: un solo proprietario (Angelucci) per due testate che percepiscono soldi pubblici. Oggi pende un ricorso al Tar contro la mazzata di quasi 20 milioni di euro da restituire secondo la delibera dell’Agcom. Ma la situazione sembrerebbe essere sul punto di sbloccarsi.
Gli Angelucci continueranno con Libero, in mano alla coppia di direttori-manager Belpietro e Feltri, mentre il Riformista di Macaluso & Cervetti dovrebbe cavarsela con un milione e mezzo di euro all’anno: un terzo dei soldi che è costato il quotidiano generalista voluto da Antonio Polito al suo ritorno nel 2008. Di qui le varie incognite che pesano sulla redazione. La principale: si tornerà alle otto pagine di una volta? Il nuovo Riformista darà voce a Napolitano

 

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Giorgio Napolitano. Alla redazione Cervetti ha già spiegato che non c’è alcun «secondo socio occulto» come si vociferava. È previsto che Macaluso direttore abbia un numero due operativo. In pole c’è l’attuale responsabile Stefano Cappellini, ma non è escluso un clamoroso ritorno di Paolo Franchi, subentrato alla gestione Polito-Cingolani nel 2006.
Al momento i giornalisti sono una decina e l’ultimo ad andare via, in pratica messo alla porta dai nuovi editori, è stato il vicedirettore Ubaldo Casotto.
LA LINEA FILO-QUIRINALE. Unica certezza nella sede di via delle Botteghe Oscure è la linea politica che avrà il giornale: scrivere e dire tutto quello che il Quirinale pensa ma non può esternare ufficialmente.
Giorgio Napolitano, 85 anni, esponente storico dell’ala migliorista del Pci, sente infatti quasi tutti i giorni l’antico amico di corrente Macaluso e lo consulta nell’ora delle decisioni difficili. E questo potrebbe certamente rilanciare il Riformista, almeno nel dibattito politico, visto che il Colle è considerato nell’inner circle del Cavaliere il vero contrappeso del governo. In ogni caso, la nuova fase arancione si giocherà sempre nel recinto del Pd, progetto che a dire il vero non è mai piaciuto al garantista e socialdemocratico Macaluso. Ma oggi questo passa il convento.

 

 

 

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25 giugno 1997

Pagina 47

Schirinzi Claudio

COINVOLTO IN TANGENTOPOLI, L’ ESPONENTE DEL VECCHIO PCI E’ STATO ASSOLTO DOPO CINQUE ANNI DI ESILIO DALLA POLITICA Cervetti, una cena di bentornato con centodieci ex

Un misto fra una convention di partito, una festa di matrimonio, una cena di ex colleghi.
In realtà, la serata organizzata l’altra sera in onore di Gianni Cervetti non era nulla di tutto questo. C’era, è vero, l’aria da convention politica, c’era un clima di festa, c’era la cena, c’erano gli ex colleghi. Ma il risultato del mix è stato qualcosa di assolutamente particolare: l’occasione per rimettere insieme pezzi importanti della storia recente di Milano, per rivedere desaparecidos della politica, per rimescolare le carte in un gioco che fa scomparire i confini fra la cosiddetta Prima Repubblica e l’altrettanto cosiddetta Seconda. 
Cervetti, ex dirigente del Pci, ex parlamentare, ex “ambasciatore” del Partito comunista italiano a Mosca, aveva invitato alcune decine di amici per festeggiare la fine di un incubo: cinque anni fa era finito sotto accusa per una storia di tangenti alla MM. Si era autosospeso dal partito e dimesso da tutti gli incarichi. Insomma, un esilio volontario dalla politica. Poi un infarto, una condanna in primo grado a tre anni e all’inizio di giugno il lieto fine: assolto con formula piena in appello. Dunque, l’idea di una festa. All’invito di Cervetti hanno risposto in 110: comunisti, ex comunisti, socialisti, persone senza partito, vecchia e nuova classe dirigente. Il nucleo di una nuova possibile aggregazione politica? Chissà. Il festeggiato ha preferito non sbilanciarsi. Ha soltanto detto di non avere intenzione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Considera chiusa la sua vicenda giudiziaria.
C’è da credergli. Se avesse voluto regolare qualche conto, in questi anni non gliene sarebbe mancata l’occasione. Meglio pensare agli amici che sono accorsi per festeggiarlo. Due ex sindaci, Aniasi e Tognoli; due ex presidenti della Provincia, Andreini e Vitali; due ex vicesindaci, Quercioli e Corbani (che nel frattempo ha inventato e realizzato l’orchestra “Verdi”); moltissimi ex assessori, da Mottini (che continua a far politica con il Centro di iniziativa riformista), a Boioli (che teorizza la monarchia costituzionale come argine democratico agli eccessi del maggioritario), a Ferlini (che lavora con la Compagnia delle opere), a Korach, Castagna e altri ancora. Gente diversissima, dicevamo. Ed ecco il pittore Treccani con il segretario della Camera del lavoro Panzeri; l’assessore comunale allo Sport Scalpelli (che ha cambiato piu’ volte casacca senza pero’ farsi marchiare come traditore), con il segretario regionale del Pds Ferrari; il portavoce di Formigoni, Vallini, con il capogruppo della Quercia in Regione, Binelli; il segretario della Uil, Galbusera, e la vicepresidente del Consiglio regionale Adamo. E ancora: Banfi, Vertemati, Mariani, Cominelli, Sangiorgio, Bonecchi, Zaccagnini, Gianna Senesi, Sioli, Maria Costa, Zanchi senior, Rodriguez, Cerasi, Balzani, Fiorenza Bassoli, Quartiani, Zaccagnini e tantissimi altri. E tutti a domandarsi se Cervetti tornera’ alla politica. Lui non si sbilancia, ma e’ evidente che tornera’. Altrimenti sarebbe uno spreco: di passione e di intelligenza.

 

 

 

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28 novembre 1997

Pagina 25

PRIVATIZZAZIONI

Rothschild e Turci. Intesa perfetta

ROMA – Chiamati a raccolta dal presidente dell’Associazione Italia – Francia
Giancarlo Elia Valori, numero uno della societa’ Autostrade, politici e manager hanno ascoltato a Roma una conferenza del banchiere parigino David Rothschild. Tra i relatori anche il ministro delle Comunicazioni Antonio Maccanico, l’ex dell’Industria Antonio Guarino e il responsabile economico del Pds, Lanfranco Turci. Che ha subito trovato un terreno d’intesa sulle privatizzazioni con Rothschild: il nocciolo duro “non puo’ che essere una soluzione transitoria prima del mercato”.

Lanfranco Turci Campogalliano, 2 dicembre 1940  

Iscritto fin da giovane al Partito Comunista Italiano, è stato tra l’altro anche responsabile provinciale della Fgci di Modena. 
Con il PCI (nella corrente migliorista) fu eletto consigliere regionale dell’Emilia-Romagna nel 1970, nella fase di costruzione dell’ordinamento regionale. 
Negli anni successivi è stato dapprima assessore alla Sanità e poi Presidente della Giunta regionale dal 1978 al 1987. Dal 1987 al 1992 fu Presidente Nazionale della Lega delle Cooperative. 
Al congresso della Bolognina con Giorgio Napolitano ed Emanuele Macaluso sostenne la necessità di adottare un chiaro riferimento al socialismo nel nome e nel simbolo del nuovo partito. Con il Partito Democratico della Sinistra e poi con i Democratici di Sinistra fu eletto deputato nel 1992, 1994 e 1996 mentre dal 2001 occupò un seggio al Senato, divenendo membro della quarta commissione finanze e tesoro di Palazzo Madama.

Animatore con Enrico Morando, Luciano Cafagna ed altri dell’associazione “Libertàeguale”, sottosegretario all’industria nel secondo Governo D’Alema, nel 2006 ha abbandonato i DS, dopo le polemiche seguite alle vicenda scalate bancarie Unipol/Bnl e lamentando un deficit di laicità nella linea politica del partito. Turci è stato il tesoriere del comitato promotore referendario per l’abrogazione di alcuni disposti della legge 40, e ha aderito alla costituenda Rosa nel Pugno, con la quale è stato eletto deputato per la circoscrizione Toscana. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Finanze, e vice-capogruppo della Rosa nel Pugno alla Camera.

Nel luglio 2006, durante la crisi estiva del nuovo soggetto politico, fonda l’ “Associazione Per la Rosa Nel Pugno” con lo scopo di rilanciare l’idea e il progetto della Rosa nel Pugno, associazione alla quale aderiscono tra gli altri l’on. Salvatore Buglio, lo storico e filosofo Biagio De Giovanni, Luciano Cafagna ed Alberto Benzoni è guidata dai giovani Tommaso Ciuffoletti?(segretario nazionale) e Rosario De Maio? (tesoriere nazionale).

Constatata l’impossibilità di trasformare la Rosa nel Pugno da alleanza a partito, l’Associazione ha promosso il convegno di Bertinoro, lanciando l’idea di una Costituente di tutte le forze di matrice Laica e Liberalsocialista. Tale iniziativa politica ha trovato l’assenso dello SDI di Enrico Boselli, dal Nuovo-Psi di Gianni De Michelis, dai Socialisti Italiani di Saverio Zavettieri e dal gruppo di ex-diessini guidati da Gavino Angius che hanno dato vita alla Costituente per il Partito Socialista.

Candidato alle elezioni politiche del 2008 quale capolista del Partito Socialista nella circoscrizione Lombardia 2, non è risultato eletto in quanto il partito, non superando la soglia del 4% all’elezione dei rappresentati alla camera dei deputati, non ha ottenuto alcuna rappresentanza.

È stato il primo firmatario della mozione “Prima la Politica”, che ha candidato l’europarlamentare Pia Locatelli alla segreteria del Partito Socialista, in vista del congresso fondativo del PS che si è tenuto il 4,5 e 6 luglio 2008 a Montecatini Terme. La mozione ha ottenuto il 25% dei voti congressuali e ha appoggiato la candidatura alla segreteria di Riccardo Nencini, in cambio dell’elezione di Pia Locatelli alla Presidenza del Consiglio Nazionale. Lanfranco Turci è entrato a far parte della segreteria nazionale del PS.

 

Cervetti Macaluso Ferlini Turci Napolitano Comunione e Liberazione i Rothschildultima modifica: 2011-04-27T01:00:00+02:00da iskra2010
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