Brava Laura, partigiana e comunista non pentita né arresa

 

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Laura Seghettini vicecommissario della 12ª Brigata Garibaldi

Liberamente tratto dal libro di Laura Seghettini «Al vento del Nord. Una donna nella lotta di Liberazione» si è tenuto a Parma, al Teatro Due, lo spettacolo, di e con Laura Cleri, «Una eredità senza testamento». In sostanza, il racconto dell’esperienza partigiana di Laura Seghettini. Nata a Pontremoli (MS) nel 1922, maestra, la Seghettini scelse nel ’43 la strada della montagna delle brigate partigiane nell’Appennino Tosco-Emiliano, in cui combattè fino alla Liberazione, diventando anche vicecommissario di brigata.

Nel luglio ’44 la Seghettini subì la perdita di Dante Castellucci, partigiano «Facio», comandante valoroso del Battaglione «Picelli» operante in Lunigiana, col quale si era legata anche sentimentalmente. Facio fu assassinato per volere del partigiano comunista (o presunto tale) Antonio Cabrelli, «Salvatore», fu fucilato da partigiani a Zeri il 22 luglio ’44 incolpato ingiustamente, in seguito a un processo farsa. Nonostante ciò  la Seghettini continuò senza esitazioni la lotta partigiana, assumendo anche l’incarico, assegnato a poche altre donne, di.

Nonostante quella perdita per lei particolarmente dolorosa, nonostante la mancanza di chiarezza sulla vicenda da parte del proprio partito stesso (nel dopoguerra Giorgio Amendola, dirigente di primo piano del PCI e capo della parte “migliorista” del partito, a conoscenza della vicenda, non ne andò a fondo, e a Facio rimase la medaglia d’argento al valor militare conferita nel ’63 con una motivazione del tutto falsa), nonostante lo stato attuale di disgregazione della presenza comunista in Italia, la Seghettini nell’intervento che ha fatto al termine dell’ultima rappresentazione della recita sabato 30 aprile ha detto di essere rimasta comunista, anzi «l’ultima comunista rimasta». E a chi pur compiacendosi per questa coerenza le ha osservato di essere non l’unica comunista rimasta ma una delle/dei non molte/molti comuniste/i rimaste/i, lei ha risposto precisando di essere «l’ultima comunista rimasta vera». Detto con tono scherzoso, ma neanche tanto.

Brava Laura, compagna non pentita, né arresa, mai seduta su alcuna poltrona. Nemmeno a (i prossimi) novant’anni.

Giovanni Caggiati   –   Parma, 2/5/2011

 

Brava Laura, partigiana e comunista non pentita né arresaultima modifica: 2011-05-09T02:05:00+02:00da iskra2010
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