foto MOWA
Aden Arabia (anticipazione 2).
“Conosceva il ringhio piuttosto che le dolcezze della disperazione. Era un guastafeste:chiamava alle armi, all’odio di classe, classe contro classe, contro la borghesia, perché con un nemico paziente e mortale non esistono accomodamenti: non ci sono vie di mezzo. E dormire mai…” “Eravamo compagni di banco all’Ecole Normal di cui molti, come me erano felici e rappresentava il principio di indipendenza. Ed ora ecco un pazzo furioso, saltarci alla gola, fustigarla in tutti i modi, e attaccare “i cani da guardia del vocabolario” e “della borghesia”.
“Ed io, non sapendo come rispondere alle domande su di Lui, lo biasimavo e gli davo torto dicendo che era rabbioso come un cane’. Ma aveva ragione lui. Giovani e dure erano le sue parole: ma siamo stati noi a farle invecchiare e bisogna farle rivivere con Lui, l’uomo che disse di “no” fino all’ultimo…”
“Dopo di lui la Rivoluzione costruì la “Sinistra”che spirò mormorando un ultimo “Si”! Puzza questa carogna; militarismo, dittatura e fascismo nascono o nasceranno dalla sua decomposizione…noi che di essa siamo vissuti, di essa morremo” (J-P. Sartre, Prefazione a…)
L’uomo sopra tratteggiato, da J-P. Sartre, non è un’invenzione letteraria, è un uomo vero, in carne ed ossa, che è stato un nostro coetaneo e nel quale noi – e forse altri – ci riconosciamo (almeno un poco per non essere immodesti) anche nel carattere e in molti dei suoi tratti autobiografici: un uomo di cui abbiamo parlato e che abbiamo citato in diverse occasioni, anche in “dialogando con Joseph Halevi sotto le macerie della democrazia“ causate dallo snaturamento ideologico, sociale e politico di chi ha costruito la “Sinistra” placata e trapassata.
“Puzza questa carogna” e ci costringe a tapparci il naso quando dal suo corpo riverso, strisciando come vermi, oltre ai telletual-in emergono a rappresentare il pensiero della “Sinistra” o a dire di votare “Si” ai referendum, personaggi della borghesia-in, volti della pubblicità, modelle come la Bianca Balti che ha “pianto di gioia per Pisapia”, o “la mucca Carolina” e che si crede attrice, quale la Ferilli, o le Alba Parietti, o l’archetipo cinematografico della insignificanza culturale della “Sinistra” come il Moretti.
E così via cantando con Celentano, fino a tutti i personaggi degli Star-sistemi dello spettacolo e della politica, delle banche e della cultura accademica, delle industrie e della finanza, ovvero del capitalismo finanziario, ecc..
Tutti quelli, insomma, della borghesia di “sinistra” che abbracciano e diffondono la “cultura del narcisimo fase suprema del capitalismo“; tutti amanti dellacleptocrazia, non escluse le Luxuria “radicali”, le “lesbiche radicali” o i “gay radicali“ che, come in America, spingono la logica della separatezza al grado estremo della futilità in nome dei diritti civili individuali dello stato monoclasse borghese, quale è quello anche si regge sulla diade destra/sinistra. Occultando dietro la diversità di genere e sessuale quella sociale e di classe – insopprimibile – tra la borghesia e piccola borghesia a cui loro appartengono e quella dei vari proletariati, in cui anche una diversità sessuale e quella stessa di generenon li rendono assimilabili alla borghesia-in, ne li pone al di sopra delle differenze tra classi contrapposte, nella misura in cui anche ogni questione identitaria e l’identità personale è parte integrante di quella sociale e di classe.
Radical-chic
e tellettual-in “non svolgono funzione diversa da quella delle vetrine di moda o dell’Accademia dei gastronomi“ (Aden), a cui il “sistema” cerca di far rivolgere lo sguardo:
“Pur se c’è gente dappertutto: nelle campagne, nelle fabbriche e nei sobborghi a cui guardare e da cui imparare, si guarda a loro, per fare come loro, che si alzanoper far ridere i padronio dar loro un’ordinazione di illusioni, di argomenti, di giustificazioni, occultando e mistificando la realtà in cui viviamo, distraendo dalla “questione sociale”. Pagliacci e complici, ecco cosa sono, che “di quando in quando ci pregano di portare pazienza: presto il mondo e la società sarà salvata“: quando loro andranno al governo(Sic). (Aden Arabia)
Si che vorremmo dire, specie a chi l’ha perso diventando di “Sinistra”:
Per non morire di “Sinistra”, “cerchiamo di ritrovare il tempo dell’odio, del desiderio insaziato…” (dice Sartre), come Aden.
Giovani e dure le sue parole, che non lo furono meno quando diventa più anziano, hanno fatto e fanno di Aden il simbolo della rivolta giovanile per cui fu il nostro contemporaneo, ma anche il simbolo della rivolta dell’Uomo che è in ciascuno di noi.
Rovesciando il mito borghese secondo cui si è incendiari da giovani e pompieri da vecchi (mito che fanno di tutto per confermarlo, gli ex giovani vecchi istupiditi passati dalla Rivoluzione alla “Sinistra”), Aden, in età matura, recupera tutta l’intransigenza rabbiosa della giovinezza.
Aggiungendovi quello che contraddistingue il suo modo di polemizzare: la collera violenta. Con cui mescolando sarcasmo e ingiurie, investe non solo i nemici di classe, bensì anche quegli atteggiamenti che possono preludere ad una parziale tregua o peggio al “tradimento” (ogni riferimento all’attuale “Sinistra”, non è puramente casuale). (continua)