CGIL e “Sinistra” : dagli ideali all’ideologia della felicità-consumo

100_2376smalllogoMOWA.jpgfoto MOWA

 

di Angelo Ruggeri

“Ti lamenti ma che ti lamenti, picchia lu bastone e tira fuori li denti”; “Cristo rispondi dalla croce perchè ci si sono spezzati lu braccia e la giustizia qui nessuno la tiene che se ci fosse tu non saresti in croce”. “Ti lamenti ma che ti lamenti, picchia lu bastone e tira fuori li denti”(ritornello di una canzone di lotta dei lavoratori siciliani) 

LA “GAUDISSERIA” INDIVIDUALISTA E FAMILISTA TIPICA DELLA BORGHESIA HA CONTAGIATO I POLITICI DELLA ASINISTRA E I SINDACALISTI-CGIL, con conseguenze catastrofiche sul piano sociale dovute al fatto che HANNO RINUNCIATO ALLA STRATEGIA DEGLI ANNI 60-70 PERCHE’ “TROPPO FATICOSA”, PER METTERSI ALLA RICERCA DEL PIACERE E DELLA FELICITA’ INDIVIDUALE, AL COPERTO DI MISTIFICAZIONI QUALI QUELLI DEI RAPPORTI DI FORZA

DIMENTICANDOSI CHE QUANDO IN PRESENZA DI RAPPORTI DI FORZA MOLTO PEGGIORI DI QUELLI ATTUALI, ANTONIO GRAMSCI ANDAVA IN CARCERE MENTRE LORO VANNO AL GOVERNO(sono andati e mirano ancora ad andarci in qualunque modo) L’ANTIDOTO PER LAZZARONI E I “TENGO FAMIGLIA” IMPEGNATI AD INSEGUIRE L’IDOLOGIA DELLA “CACCIA ALLA GIOIA” E ALLA FELICITA’ INTESA COME  UN “FRUIRE DI PIACERI INDIVIDUALI” PER SE STESSI E PER I PROPRI FAMILIARI, CHE UNA IDEOLOGIA DEL CONSUMISMO che li ha portati a sacrificare ideali e principi e al narcisismo, all’individualismo, e a difendere i lavoratori come persona anzichè come soggetto SOCIALE di potere e SOGGETTO di autonomia sociale; e ad “(in)seguire sedie anzichè idee”, abbandonando la RIVOLUZIONE per COSTRUIRE LA SINISTRA.  

ADEN ARABIA, quindi, E’ UN ANTIDOTO A TUTTI COSTORO E PER CHI SA CHELA FELICITA’ SPESSO SI PAGA MA NON SI COMPRA MAI.  

Ecco cosa scriveva la CISL alla fine degli anni 70: “CONTINUARE IN QUESTA STRATEGIA CHE ABBIAMO SEGUITO NEGLI ULTIMI DIECI ANNI E’ TROPPO FATICOSO…”.

PER LO STESSO MOTIVO ANCHE QUELLI DELLA CGIL E DELLA “SINISTRA” HANNO RINUNCIATO ALLA FATICA CHE COMPORTA SACRIFICIO E HANNO SACRIFICATO I LORO IDEALI, PRINCIPI E VALORI PER NON “SACRIFICARE SE STESSI” PER INSEGUIRE E NON RINUNCIARE ALL’IDEOLOGIA DELLA “CACCIA ALLA GIOIA” VEICOLATA “DALLA” E “NELLA” c.d. SINISTRA, IN PARTICOLARE DALLA “BISOGNISTAAGNES HELLER (con la c.d. Teoria dei bisogni ) e dal famiferato “BARONE ROSSO” UNIVERSITARIO ASOR ROSA CHE GIA’ NELL’81 – oltre alla  famigerato teoria dell’autonomia del politco –  si adeguarano all’emergente dualismo “privato-politico” muovendosi nei circoli chiusi determinati da due coppie degli opposti: quello di privato-politica e qullo di presente-futuro, in nome dell’ideologia della “caccia alla gioia” (Asor Rosa) contro “L’illusione di Capitan Futuro” (Agnes Heller che pensando ad un presente senza passato e senza futuro oggi si trova a subire la fascistizzazione della sua Ungheria). 

ANCHE DALL’IDEOLOGIA INDIVIDUALISTA E CONSUMISTA CON CONSEGUENTE RINUNCIA AGLI IDEALI E AD UNA STRATEGIA “FATICOSA” COME QUELLA DEL CONTROLLO SOCIALE DELL’IMPRESA E DELL’ECONOMIA, DERIVA SIA LA SVENDITA OPERATA DALLA CGIL E DA MINORANZE E MAGGIORANZE INTERNE ALLA CGIL E ANCHE I LIMITI di strategia DELLA FIOM – derivati dal personalismo individualista – votata ad un DIFENSIVISMO che riduce il lavoratore a semplice PERSONA.

Mentre, viceversa, quando si faceva quella fatica a cui si è rinunciato per “godere” di più nel proprio individuale-privato IL LAVORATORE ERA E RIMANE UN SOGGETTO DI POTERE E AUTONOMIA SOCIALE (che già avevamo anticipato nel corso della vicenda di Pomigliano);  SIA IL CONCRETO OPERARE DI TUTTA LA SINISTRA PER IL DISFACIMENTO DEL SISTEMA POLITICO E DELLA DEMOCRAZIA SOCIALE DELLA REPUBBLICA E DELLA  COSTITUZIONE NATE DALLA RESISTENZA.

MA SIAMO OTTIMISTI PERCHE DURANTE IL VENTENNIO I CARCERATI E CONDANNATI SI SENTIVANO PIU LIBERI DI COLORO CHE ERANO FUORI, e STUDIAVANO E SI ACCULTURAVANO AGGIUNGENDO ALLA LORO CULTURA DELLA PRASSI ANCHE LA TEORIA DELLA PRASSI. PROVAVANO UNA FELICITA’ CHE E’ BEN DIVERSA E OPPOSTA DELLA FELICITA-CONSUMO A CUI SI GUARDA OGGI E CHE OMOGEINIZZA DESTRA E SINISTRA IN UN TOTALITARISMO – come diceva Pasolini -CHE NON HA PRECEDENTI NELLA STORIA E A CUI NEMMENO IL NAZISMO RIUSCIVA A PERVENIREQuindi siamo fiduciosi che una volta carcerati persino gli attuali dirigenti della c.d. “Sinistra” di ogni tipo e della CGIL possano finalmente acquisire una cultura vera e non fanfaluca come quella che produce la sedia e l’interna lotta tra sedie dell’uno e dell’altro e imparara che la felicità non è la felicità consumo a cui hanno educato se stessi e le masse tramite anche le fanfaluche teriche della BISOGNISTA AGNES HELLER (che con la sua teoria dei bisogni non ha saputo capire il ritorno del fascistismo nell’attuale Ungheria) seguita a ruota  da Asor Rosa che assieme e con altri  hanno teorizzato l’ideologia della “caccia alla gioia”    del “fruire di piaceri individuali“, di un “godere dell’attimo fuggente“, della “vita  felice” che sarebbe una “vita facile” ricca di piaceri e se possibile di orgasmi frequenti, di gioie individuali e familiari come se fossero possibili in un mondo in cui nessuno è libero e tantomeno felice se un solo uomo non è libero. 

PIU O MENO CONSCIAMENTE O INCONSCIAMENTE L’IDEOLOGIA CHE PERVADE I CERVELLI DI POLITICI E SINDACALISTI DELLA “SINISTRA” E DELLA CGIL E’ QUESTA IDEOLOGIA DELLA CACCIA ALLA GIOIA PER LA QUALE HANNO SACRIFICATO IDEALI, PRINCIPI E VALORI E RINUNCIATO ALLA FATICADI UN IMPEGNO DI LOTTA COME QUELLA CHE SI RICHIEDEVA NEGLI ANNI 60-70 per perseguire una strategia di controllo sociale dell’economia e dell’impresa: si può dire che progressivamente anche quella della CGIL e della “Sinistra” hanno rinunciato alla lotta di classePER LO STESSO MOTIVO PER CUI VI HA RINUNCIATO DA PRIMA LA CISL dicendo “è troppo faticoso”.

Sindacalisti CGIL e  personale della c.d. “Sinistra”, ALL’OPPOSTO DI COLORO CHE NEL VENTENNIO E NELLA RESISTENZA TROVAVANO LA FELICITA’ E LA LIBERTA’ ANCHE NELL’ESSERE CARCERATI – SI SONO CONVINTI CHE NON ESISTA GIOIA E FELICITA NELLA RINUCIA E NEL SACRIFICIO E diventando dei “tengo famiglia” SI SONO MESSI AD INSEGUIRE “SCRIVANIE SEMPRE PIU GRANDI” (come scrive Aden Arabia di suo Padre)

IN NOME DI UNA IDEA DI FELICITA INDIVIDUALE E CHE E’ UNA IDEOLOGIA DEL CONSUMISMO – il quale colloca la felicità nelprivato-presente, punto e basta in modo netto e brutale– che rifiuta “L’illusione di Capitan Futuro” (titolo di un saggio diAgnes Hellerquindi non poteva neanche immaginarsi l’attuale fascistizzazione dell’Ungheria- a cui fece ecoAsor Rosa: La felicità e la politica, sul suo Laboratorio politico)

DONDE CHE LA LEZIONE DI ADEN ARABIA E’ PER CHI CAPISCE CHE SI E’ PIU LIBERI E FELICI RINUNCIANDO, SACRIFICANDOSI, COME E’ PER TANTI UOMINI E DONNECHE NON SI FANNO CORROMPERE – le idee e gli ideali anzitututto – CHE NON STANNO ZITTI, CHE DENUNCIANO  ARBITRI E SOPPRUSI, PAGANDO SEMPRE UN PREZZO, SPESSO ANCHE ELEVATO. Felicità-pienezza di vita-creazione, contro felicità-consumo-passività: questo è il dilemma PERCHE’ LA FELICITA’ SPESSO SI PAGA, MA NON SI COMPRA MAI (idem per la libertà).

ADEN ARABIA OLTRE CHE PER I GIOVANI E PER I CANI DA GUARDIA DEL VOCABOLARIO E’ PER COLORO CHE RIFIUTANO L’IDEOLOGIA DELLA “CACCIA ALLA GIOIA” E DELLA “FELICITA’ CONSUMO” PROPRIA DI CHI DALLA RIVOLUZIONE HA COSTRUITO LA “SINISTRA” PER FARE UN “SOCIALISMO” PER SE’ E IL CAPITALISMO PER TUTTI.  

Caro M.,

colgo l’occasione per sottolineare  alcune cose, a partire dall’incipit del prossimo Aden Arabia 3: mentre ogni giorno giunge conferma di una CRISI MONDIALE ASSOLUTA, dove non c’è più un Principio, come fino al ‘500, quando quelli che “comandavano” erano almeno formalmente educati, mentre questi sono ignoranti e cialtroni e tornano agli omicidi come al tempo dei romani, con una BORGHESIA IPOCRITA che ormai si presenta PEGGIO DELL’ARISTOCRAZIA, cancellando e bruciando 2000 anni di storia.

Il grande merito e la grande attualità di Aden Arabia di cui ribadisco che bisogna ritrovare lo stesso odio di classe smarrito per essersi dedicati al “taralucci e vino” e al “vogliamoci bene” tra aguzzini e vittime a cui invita persino Toni Negri che invoca l’amore lui che non ha titolo nemmeno fisionomico e morale e ha meno titolo persino delle donne-donniciole e senza coscienza della sinistra pure senza coscienza, data dal fatto che Aden percepisce la crisi e il crollo di una civiltà e l’immondezza della borghesia che è veramente “al di sotto della dignità della critica intellettuale” come dice bene lui.     

A tale immonda borghesia, però. si parifica la borghesia di sinistra, cialtrona e altrettanto indegna di critica intellettuale ma solo insulti (non si può ragionare con chi non vuole ragionare o è celebroleso), e ADEN grida perchè, PER DARE VOCE A CHI NON HA VOCE ( cosa che sarebbe compito degli intellettuale che invece non lo fanno) non perchè non c’è l’ha la voce ma perchè gliela hanno tolta (come diceva Pirola), BISOGNA GRIDARE, TALVOLTA O SPESSO.

Non basta parlare sottovoce o con garbo che spesso indica incertezza o pochezza o mancanza di convinzione – come è proprio di chi ad es. sul Manifesto oscialla senza piu crederci veramente, da 30 anni e senza capirci niente.

L’analisi di ADEN descrive IL MONDO DI OGGI CHE E’ LO STESSO DI tutto IL SECOLO LUNGO del 900, CHE TANTI MINCHIONI HANNO trasformato in secolo breve, mentre è Il secolo lungo del 900, il secolo lungo dell’imperialismo e del suo protagonista quale è il capitale finanziario (di cui pare non si sappia più che cosa è, pur parlandone tutti i giorni a causa dei disastri che provoca).  

Tutto crolla dalla “Sinistra” alla CGIl sotto i colpi anche di Napolitano che come o peggio di Kossiga piccona la Costituzione e la Repubblica democratica antifascista (quindi contraria allo stato autoritario quale è quello francese) facendo il Chirac (ma il popolo-bue della sinistra e i buoi-buoi suoi rappresentanti ne capiscono qualche cosa? 

I sindacalisti e i politici di base della  sinistra capiscono qualche cosa di diritto ovvero democrazia? Fanno politica e sindacato senza sapere di democrazia cioè di diritto!!!)) , per cui stante il livello di insignificanza culturale che primeggia un po’ ovunque, da un lato abbiamo un Cangini che scrive (ieri) dicendo che Napolitano potrebbe fare anche di più per portare avanti e stabilizzare la democrazia italiana nello stesso senso e modo con cui De Gaulle fece in Francia: cioè portare la democrazia verso lo stato autoritario affossando la costituzione di democrazia parlamentare quale era quella francese del tutto simile a quella italiana. Ma il peggio viene dal commento di Piero Ignazio direttore del Mulino (Cavallo di Troia della cultura di destra dentro la cultura del PCI e del sindacato italiano, simile a quello della Scuola di Francoforte sferzata da Brecht) che dopo averlo letto a prima pagina l’ha commentato e qualificandolo come “interessante e originale“.   

Ora qui si perpetua quel che è il quesito che vale per tutti i cosiddetti sinistri: della due l’una: o sono incapaci e celebrolesi oppure sono prezzolati. Forse in certi casi anche le due cose assieme. Perchè bisogna essere cretini (come la maggioranza del popolo bue della sinistra che si fa guidare da capi-buoi piu buoi di loro) per non sapere o viceversa per fingere di…, che la via gollista alla demolizione della Costituzione e della Repubblica democratica parlamentare italiana e da trentanni la via privilegiata a cui si guarda: già trentanni fa circa ad es., su Democrazia e Diritto , ne scriveva e analizzava d’Albergo, mostrando che era la via esemplare e principale che avrebbero tentato di seguire per il rovesciamento della democrazia in Italia. E ne ha scritto anche sul nostro Il Lavoratore settimanale negli anni 90. E ne abbiamo scritto anche noi e piu volte.

Se non si sa e non si capisce di questo e di altro, ne a ben donde Aden Arabia – da grande quale è – di indignarsi, gridare e incitare a prendere coscienza dal basso contro chiunque sta in alto; e sopratutto ad usare e rilanciare l’analisi di classe (non di genere o di ambiente: due cose fatte per muovere contro l’unità del pensiero e delle scienze e quindi contro il marxismo, contrapponendo una cultura spezzettata in varie questioni che contro il cretinismo settoriale il marxismo invece comprende tutte e unitariamente nel pensiero e nella prassi come questioni sociali inseparabili tra loro.  

In attesa di completare quello che Brecht lucidissimo, con l’analisi DEL RUOLO DEGLI INTELLETTUALI NELLA SOCIETA’ CAPITALISTICA SPIEGA NELLE SUE OPERE IL CHI E PERCHE’ SONO TELLETUALI-IN, CIOE’ TUI CHE FANNO COMMERCIO DI IDEE CHE VENGONO MOLTO PIU PAGATE SE SONO IDEE LECITE PER IL SISTEMA.

CGIL e “Sinistra” : dagli ideali all’ideologia della felicità-consumoultima modifica: 2011-07-16T00:18:00+02:00da iskra2010
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