Il raro coraggio della Federazione della Sinistra

FdS.jpgfoto MOWA

Sabato 16 luglio scorso si è riunito il consiglio nazionale della Federazione della sinistra dopo l’ultima riunione del 25 marzo. A otto mesi dal congresso sono stati eletti gli organismi dirigenti nazionali, qualsiasi commento in proposito è uno sparare sulla croce rossa.

Parte importante del dibattito è stata la valutazione che la federazione della sinistra dà dell’accordo interconfederale siglato da Confindustria Cgil, Cisl e Uil il 28 giungo scorso.

Infatti alla ribadita critica all’accordo fatta dal portavoce della federazione Massimo Rossi nella sua relazione, non è stato riportato che i sottoscritti hanno presentato al voto, insieme ad altri compagni un ordine del giorno che impegnava la federazione a sottoscrivere il comunicato del portavoce 
pubblicato il 1 luglio scorso, a sostenere i comitati per il no nella consultazione sindacale e ogni iniziativa volta a battere nei fatti l’accordo.

Nel merito dell’accordo il compagno Gian Paolo Patta di Lavoro e Solidarietà ha stigmatizzato come scandalose le posizioni di chi paragona l’accordo del 28 giugno a palazzo Vidoni, ha sottolineato come in questo momento va dato massimo sostegno alla Cgil nella battaglia ben più importante contro la manovra del governo, mentre, a suo dire, l’accordo del 28 giugno, frutto dei reali rapporti di forza arretrati, avrebbe una minima rilevanza, intervenendo sui contratti aziendali che verranno in un tempo lontano e di cui i lavoratori avrebbero una scarsa percezione. Manuela Palermi del Pdci ha insistito sul fatto che le deroghe si son sempre firmate e che questo accordo non aggiunge nulla di 
nuovo.

Più grave la posizione assunta da Paolo Ferrero che, pur criticando l’accordo sindacale, ha chiesto di non mettere ai voti l’ordine del giorno, sottolineando che la federazione della sinistra non è nelle condizioni di prendere una posizione politica sull’argomento e non è opportuno che lo faccia.

Abbiamo insistito perché si votasse, ma a larghissima maggioranza il consiglio ha deciso di non mettere ai voti l’ordine del giorno che qui di seguito alleghiamo.

Sorge spontanea la domanda: a che serve la federazione se sui temi politici più importanti che riguardano il movimento operaio non può assumere una posizione politica?

A che serve un portavoce nazionale se non rappresenta la voce della federazione?

Infine: perché il Comitato politico nazionale del Prc approva un ordine del giorno, proposto dalla responsabile nazionale lavoro, nel quale si impegna a promuovere un’assunzione di responsabilità all’interno della Federazione in relazione alla battaglia contro l’accordo del 28 giugno e il segretario stesso di Rifondazione, dopo aver votato quell’ordine del giorno lo rinnega nei fatti?

Peccato per l’improvviso attacco di timidezza di Liberazione, che di tutto questo dibattito non ha riferito una parola.

Ordine del giorno sull’accordo interconfederale del 28 giugno 2011:

Il consiglio nazionale della federazione della sinistra esprime il suo pieno sostegno al giudizio negativo espresso dal portavoce nazionale Massimo Rossi sull’accordo interconfederale del 28 giugno scorso fra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, pubblicato nel suo comunicato del 1 luglio scorso.

Sulla base di quelle valutazioni il consiglio nazionale della Federazione della Sinistra si impegna ad una battaglia di ampio respiro, coinvolgendo tutte le forze disponibili affinchè questo accordo venga battuto nella consultazione nei luoghi di lavoro a partire dal sostegno ai comitati per il no. La 
Federazione della sinistra sosterrà altresì ogni battaglia sul terreno politico e sindacale volta a promuovere la democrazia nei luoghi di lavoro e il contratto nazionale per battere nei fatti l’accordo del 28 giugno.

Jacopo Renda
Sonia Previato
Eleonora Forenza
Simone Pulici

Il raro coraggio della Federazione della Sinistraultima modifica: 2011-07-25T01:30:00+02:00da iskra2010
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