Forza Halevi. Diciamo che lo Stato fa la spesa al capitalismo-donde il debito

 

IMG_3417+logoMOWA.jpgfoto MOWA

di Angelo Ruggeri

Per il controllo sociale nell’attuale fase del capitalismo 

Su come si forma il Debito e si favoriscono le Rendite. A proposito dell’invito di Halevi – con cui concordiamo – a “rompere la sudditanza verso il pagamento del debito che da rendite alle imprese industriali e finanziarie” (Manifesto), serve aggiungere che il Debito e le Rendite a favore delle grandi imprese finanziarie/industriali, sono il frutto di una scelta di sostegno al capitalismo operata con leggi dei governi di sinistra e destra degli Stati, i quali con statalismo-liberista hanno prodotto una legislazione liberal-stalista, scientemente volta ad assecondare lo sviluppo di un capitalismo burocratico, favorendo lo sviluppo dell’intermediazione come affare a se stante e così  legittimando la Rendita finanziaria come ordinario ed anzi privilegiato accesso di appropriazione dei profitti.

A proposito del Debito che arriva a comprimere la “zona franca” in cui si svilupparono il riformismo socialdemocratico, il keynesismo, lo stato sociale e il “riformismo economico” capitalistico, definitivamente sconfitti perchè indicavano nel miglioramento delle condizioni del lavoratore una motivazione per non attaccare il capitalismo che serviva fin che c’era ad Est il pericolo del “comunismo”.E dove la mettiamo la questione della guerra e della spesa militare, sistematicamente ingorate nella loro dimensione e portata nell’economa capitalistica?

Forza Halevi. Dopo la Prima e la Seconda ed ora la Terza crisi della teoria economica, anche Halevi potrebbe considerare quel che riconoce anche Schumpeter.

La maggior parte delle creazioni dell’intelligenza o della fantasia scompaiono sempre dopo un periodo che va da un’ora a una generazione. Alcune, tuttavia, sfuggono a questo destino: subiscono eclissi, é vero, MA RISORGONO, e risorgono non come elementi irriconoscibili di un patrimonio culturale, ma nella loro veste unica e con le loro inconfondibili cicatrici, che tutti possono vedere e toccare. SONO LE CREAZIONI CHE MERITANO DI ESSERE CHIAMATE GRANDI…IN QUESTO SENSO, IL TERMINE SI APPLICA INDUBBIAMENTE AL MESSAGGIO DI MARX….Nel caso della dottrina marxiana, un giudizio negativo o una confutazione di dettaglio servono soltanto, per la stessa incapacità di vibrarle un colpo mortale, a mettere in luce la solidità della struttura” (Schumpeter, Capitalismo, socialismo e democrazia.

 Sarebbe necessario e meritorio che su un giornale come il Manifesto, che da spazio ai Ruffolo, agli Amato e persino ai manovali toninegrini come Casarini, lo facesse Halevi per il quale tifiamo.

Forza Halevi. In aggiunta alle tue ultime considerazioni e che condividiamo, digli qualche cosa di più; considerando anche che se si parla del DEBITO non bastano la scienza economica e gli economisti, serve l’unità del pensiero e delle scienze (propria del marxismo), perché le loro radici sono sistemiche e organiche al sistema di accumulazione capitalistico, a cui partecipa lo Stato della borghesia capitalista e quindi chiamano in causa non solo l’economia, il debito, il disavanzo, ecc. ma chiamano in causa la questione delle “forme” dell’accumulazione e dei rapporti sociali e di produzione: quindi anche del diritto, della Costituzione e Stato, e dunque quella che è la più avanzata elaborazione su economia e Stato, cioè  quella di Gramsci.

Che bisogna rompere la sudditanza verso il pagamento del debito lo abbia scritto tante volte e quindi condividiamo che Halevi lo ribadisca, perché il debito alimenta le rendite delle imprese industriali e finanziarie, appunto. Noi però l’abbiamo scritto inquadrando il problema in quello che è il sistema di accumulazione capitalistico dentro il quale ci sono problemi molto grossi che dovrebbe essere al centro della lotta Politica – che riguardano anche le politiche di redistribuzione del reddito e quelle retributive e delle rendite – e di cui non se ne occupano ne la triplice sindacale ne quei sindacalisti che criticano i Patti di Cartello della Triplice, e tanto meno è al centro della lotta politica di destra e sinistra perché sono omologhe e omologate al comando del capitale e al suo sistema di accumulazione.

Debito e rendite sono figlie di tale sistema che fin da quando esiste – occorre dirlo quando si invita a rompere la sudditanza verso il debito – esiste anche il problema sociale dell’investimento del Capitale, uno dei problemi critici del capitale che mira a realizzare il consenso con la distribuzione delle rendite. Se si parla debito occorre dire che fino a quando esiste il sistema di accumulazione capitalistica e fino a quando non si dice – come anche Halevi non dice , che occorre superarlo con una trasformazione socialista dei rapporti sociali e di produzione, si dovrebbe sempre aggiungere che la società capitalistica realizza il suo consenso, sempre di più, distribuendo Rendite. Di più. Aggiungere che questo sistema è figlio ed è possibile ed esiste perché è storicamente esistente lo STATALISMO LIBERAL-BANCARIO, per cui la stessa espansione del debito dello Stato diventa ad un certo momento, un fattore fondamentale della formazione delle rendite nel sistema capitalistico.

Distinguendo tra Redditi e Rendite, la funzione ridistributiva da un lato si collega più o meno a dei consumi sociali collettivi (sanità, pensioni, ecc. che per questo sono sempre in discussione); ma, dall’altro, il problema più serio di questi ultimi decenni è stato quello della Distribuzione della Rendite da parte dello Stato. Donde i tanti “mila” miliardi all’anno d’interesse del debito pubblico.

Si è cercato da parte degli economisti di presentare questo come una restituzione all’accumulazione, ma in realtà in ogni Paese e non solo in Italia vi sono quote della popolazione con forte concentrazione nelle classi abbienti, che hanno ricevuto e ricevono queste rendite e non le usano per reinvestire. Questo da decenni e ancor più da quando si è scelto di seguire il corso della globalizzazione capitalistica internazionale del capitalismo c.d. incivilito della Common Laww anglosassone.

Queste Rendite (e relativi consumi detti meritocratici dati dal non reinvestimento), sono state elevate e sono una forma del BLOCCO DI POTERE. Sono un elemento importante del modo con cui si controlla questa società capitalistica. Dentro il processo di accumulazione vi sono quindi problemi che per questo dovrebbero essere al centro della lotta Politca.

Cosa questa che ci introduce nella “Questione dello Stato. Perché una cosa sono le Rendite che redistribuisce il processo di urbanizzazione, la Rendita Fondiaria, e così via; un’altra cosa sono le Rendite connesse all’infrastrutturazione, alle esigenze delle popolazioni sul territorio, e quindi agli investimenti pubblici che anche keynesianamente creano delle posizioni di Rendita, che si redistribuiscono attraverso il mercato.

Si che anche l’espansione dello stato liberal-statalsta diventa appunto fattore fondamentale della formazione delle Rendite nel sistema capitalistico e che già anni fa ma ancora oggi di fronte al crescente debito sovrano viene definito e fatto percepire come Crisi Fiscale dello Stato, come usavano dire negli anni 80 certi keynesiani e i pseudo marxisti (o’Connor)), come incapacità di far corrispondere il prelievo dell’entrata a quelli che sono i volumi della spesa. Ma E’ UNA FALSIFICAZIONE.

COME E PERCHE’ SI FORMA IL DEBITO E SI VA IN DISAVANZO

Intanto si può dire che GLI STATI SONO INSOLVENTI DA QUANDO SONO NATI MA NON SONO MAI FALLITI, PERCHE SE E QUANDO VOGLIONO POSSONO ANDARE A PRENDERE TUTTE le risorse CHE SERVONO LA DOVE CI SONO secondo i criteri dell’economicità pubblica (devo assolvere a funzioni inderogabili e reperisco le risorse necessarie) per assolvere a inderogabili funzioni pubbliche che invece si vogliono ridurre o peggio “privatizzare” sottoponendole cosi a criteri di economicità privata: faccio le funzioni se ho le risorse e un profitto, invece che “devo farle e reperisco le risorse” secondo economicità pubblica). E l’incapacità di far corrispondere il prelievo dell’entrata a quelli che sono i volumi della spesa e quindi il debito è originata dallo statalismo liberista o liberal-stalismo che abdica ai criteri di economicità pubblica per quelli di economicità privata e soprattutto IL DEBITO CHE SI FA APPARIRE COME CRISI FISCALE DELLO STATO E’ DOVUTO SEMPLICEMENTE AL FATTO CHE LO STATO FA LA “SPESA” AL CAPITALISMO E QUINDI TROVA DIFFICOLTA’.

In questo processo di accumulazione lo Stato finisce per assumere una posizione realmente condizionante delle stesse forme di investimento diretto del capitale privato (che deve esercitare una pressione formidabile su tutta la società per ottenere in Gestione Diretta una massa gigantesca di mezzi e risparmi sia privati che commettivi e pubblici) mentre lo Stato facendoi la spesa al capitalismo, da un lato con l’assitenzialismo alle imprese ( tagliando l’”ismo” al sociale) dall’altro lasciando a disposizione dei ceti ricchi il loro surplus di reddito non consumabile (e che non lo investe e lo usa per fare rendite finanziarie speculative) e con distribuzione delle Rendite di Stato e la liberalizzazione dei capitali e detassazione dei Rediti di Capitale, va in difficoltà e laddove non ci arriva li prende in prestito dal sistema finanziario, e quindi va e si va in Disavanzo.

ECCO PERCHE’ TUTTI I PAESI CAPITALISTICI IMPORTANTI SONO IN DISAVANZO E HANNO DEBIRI ENORMI. PERCHE’ TUTTI GLI STATI DI TUTTI I PAESI CAPITALISTICI FANNO LA SPESA AL CAPITALISMO, PARTECIPANO AL PROCESSO DI ACCUMULAZIONE CAPITALISTICO E IL DISAVANZO E Il DEBITO SERVONO COME STRUMENTO DI REMUNERAZIONE E DI VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE PRIVATO. Siamo o non siamo in una società capitalistica?

Per cui il problema è se vogliamo e si deve superare il sistema di accumulazione o se ce lo vogliamo tenere assieme al capitalismo tentando di aggiustarlo un pò col keynesimo e o col “migliorismo” dei cultori dello stato sociale capitalista pensato per deviare l’attenzione dai poteri rabbonendo il sociale di chi crede nella concessioni cartacea di diritti senza avere un potere che li sostenga nell’aspro conflitto con chi li disconosce e li comprime. 

Per cui se si vuole tale bicicletta si deve sempre pedalare, di piu o di meno a secondo delle congiunture, ma sempre pedalare. Ed è inutile lamentarsi se la bicicletta non la si vuole buttare e sostituirla con ben altro. Proprio come è inutile lamentarsi sia da parte dei c.d. Enti Locali che si vedono tagliare i trasferimenti sia da parte di cittadini che hanno visto e ancor più vedono aumentare le tasse locali (del 130 % dicono le stime) e i prezzi e biglietti dei servizi (in un solo giorno, ad Agosto in aggiunta al precedente tiket sulle visite sanitarie e ai 10 E decisi dal governo un altro 30% è stato aggiunto dalla Regione Lombardia; e la Milano di Pisapia ha portato da 2000 lire a 3000 (eq. Di 1,50 E) il biglietti del Tram. Ma cosa credavate? Che il Federalismo fosse solo quelllo delle auto blu anche per i governanti locali-regionali?

IL GIORNO IN CUI FU APPROVATO L’INTRODUZIONE DELLA SUSSIDIARIETA CON LA MODIFICA DELL’ARTICOLO v DELLA C., UN NOSTRO ARTICOLO ( SU La Prealpina) ERA TITOLATO E RECITAVA PAGHERETE CARO E PAGHERETE TUTTO”. Chiaro?

Tornando al debito e alle rendite, come si è visto, non bastano le scienze economiche e gli economisti, perché le loro radici sono proprie del sistema come lo sono quelle della crisi capitalistica; quindi chiamano in causa la questione delle “forme” dei rapporti sociali : questione che – proprio perciò – oltre alle scienze economiche chiama in causa le scienze umane, e quindi anche e insieme – e strettamente collegate – sia il ruolo sia del “diritto” e della Costituzione che dello “stato”. Insomma serve una valutazione ne solo economica ne solo “filosofica”, serve una vera cultura che esiste solo se è unità del pensiero e l’unità delle scienze, e quindi anche giuridiche e quindi “analitica” delle questioni del debito e delle Rendite. Serve cioè una unità che è propria di quella che per l’appunto supera la frammentazione attuale della scienze e delle conoscenze, serve cioè quel che per ciò non si chiama e è non ne filosofia ne economia ma si chiama “marxismo” e il contributo teorico di Gramsci.

Naturalmente ci sarebbe dell’altro, in particolare UNO DEI PUNTI CENTRALI CHE E’ QUELLO DELLA SPESA MILITARE, SEMPLICEMENTE EVITATO, MASCHERATO E SISTEMATICAMENTE INGNORATO NELLA SUA DIMENSIONE E NELLA SUA PORTATA NELL’ECOJOMIA CAPITALISTICA . Ma gli amanti dei ragionamenti “in pillole” ci direbbero che siamo troppo lunghi e quindi evitiamo e vedremo. 

Forza Halevi. Diciamo che lo Stato fa la spesa al capitalismo-donde il debitoultima modifica: 2011-09-15T01:31:00+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo