La lunga agonia

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Nota di Alice

16 ottobre 2011

Berlusconi inciampa, sempre più spesso negli ultimi tempi, ma non cade. Meglio dell’araba fenice, che risorgeva dalle sue ceneri, Berlusconi brucia senza produrre ceneri. Alla fine anche questo elemento di debolezza contribuirà a dare forza al suo mito. 
Prima che questo accada compiutamente sarà bene operare una ricognizione delle forze in campo.


I ventilatori della libertà sulle coste settentrionali dell’Africa hanno interesse a conservare Berlusconi almeno fino a quando l’ombra di Gheddafi non si sia dissolta e i vincitori non si siano meglio consolidati nelle loro posizioni.      


Berlusconi, poi, gode della benevola protezione della Fiat, che pubblicamente ha riconosciuto di essere stata accontentata quando Sacconi, il suo ministro del lavoro, ha introdotto nella finanziaria n. 2 [quella corretta dalla BCE] gli strumenti per disarmare operai e sindacati non consenzienti alle scelte aziendali.
Confindustria invece, orfana ormai della Fiat, redige appelli e lancia proclami ma non affonda i colpi: pretende che qualsiasi governo futuro si impegni a garantire i profitti agli industriali così come il governo Berlusconi li ha garantiti fin qui ai banchieri.    


I banchieri se ne stanno muti: sanno che non troveranno un guardiano attento ai mostri videogamici quanto Tremonti e, d’altra parte, temono che qualcuno esorti le fondazioni bancarie a contribuire a sanare le finanze pubbliche.


Autorevoli opinion maker come Sergio Romano e Mario Monti esortano Berlusconi a fare un passo indietro senza considerare che, nella situazione specifica, un passo indietro di Berlusconi equivale mille passi avanti per le Procure che lo inseguono. 
L’opposizione è divisa come i curiazi:  Di Pietro non si contenta del tintinnio delle manette: ormai insegue il sogno di fare ordine con i cannoni di Bava Beccaris. Bersani ha il fiato corto per la fatica di tenere insieme Veltroni e D’Alema, cattolici e massoni.  

Vendola, ispirato, sfoggia frasi a cadenza biblica e maledice i distruttori di speranza.
Il cardinale Bagnasco e tutte le associazioni cattoliche predicano da Todi la necessità di un altro governo ma lasciano liberi Maurizio Lupi e Roberto Formigoni  di continuare a sostenere Berlusconi.
In presidente della Repubblica raccomanda, spesso senza persuadere; e se Berlusconi attacca la Magistratura egli, che ne è capo, pro bono pacis tace. 
La forza del governo è data dalla somma di queste debolezze e dall’insieme di questi calcoli. L’agonia si prevede lunga.

La lunga agoniaultima modifica: 2011-11-03T08:00:00+01:00da iskra2010
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