Guido Bodrato contro maggioritario, sbarramenti e uninominale, per il proporzionale integrale

 

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di Angelo Ruggeri 

I fatti e la storia dell’ultimo “ventennio” (come il fascismo) dimostrano che la verità non si decide a maggioranza e che, anche uno solo, appunto, può avere ragione e ragione da vendere come ne ha Guido Bodrato che, su “Europa”, ha denunciato le responsabilità del maggioritario e di chi l’ha voluto nel determinare l’attuale degenerazione della politica e della democrazia.

Quanto Bodrato ha richiamato, sono fatti incontestabili: è incontestabile il fatto che si è creato un modello oligarchico peggiore di quello dei tempi di Tangentopoli e che, come alcuni di noi avevano previsto, tale modello oligarchico (di cui ci si lamenta solo riferendolo a Berlusconi) è il prodotto del maggioritario che i partiti antifascisti avevano cancellato quale eredità dell’autoritarismo, prima liberale e poi fascista, sostituendolo con il proporzionale attorno al quale si è edificato il nuovo edificio della democrazia sociale e politica della Costituzione.

Bodrato mantiene coerenza tra il principio di democrazia e la conseguente scelta politica, e questa si chiama “onestà intellettuale“. All’opposto di quanto fece Onida che, fino a circa il ’91 – come altri costituzionalisti -, aveva sostenuto sul piano della teoria che il maggioritario è anticostituzionale, ma poi ha smentito se stesso sul piano politico. Che il maggioritario e l’uninominale siano anticostituzionali lo prova il fatto che, da 15 anni, si parla di adeguare la Costituzione al sistema maggioritario. Tutti sanno che il maggioritario è il sistema più partitocratico che ci sia, al punto che il capo del governo ed anche il capo del partito che vince, può farlo anche senza avere una maggioranza dei voti, ma basta una maggioranza parlamentare ottenuta con il “regalo” di seggi alla minoranza che ha ottenuto più voti (come la legge Acerbo del ‘23 che regalò la maggioranza a Mussolini) o tagliando alla base il pluralismo con l’abbattimento del 5% di voti come avviene con il sistema di Bonn che invece in Italia, e anche da “sinistra”, viene mistificato come proporzionale. Quello che si ottiene col maggioritario  a cui si è mirato, usando termini stessi del mussolinismo come “antipartitocrazia”, è una PARTITOCRAZIA SENZA PARTITI, mentre ciò che andava riformato non era il sistema elettorale bensì i partiti, democratizzandoli, allargando la democrazia, garantendo la base come nell’art. 49 C., riducendo i poteri dei vertici che invece sono stati decuplicati oligarchicamente col maggioritario.

Non erano profeti ma semplicemente onesti quelli che, nel 90-91, hanno scritto: “col maggioritario, come in USA, le istituzioni di supporto diretto dello stato non sono più i partiti organizzati come canali democratici della società, ma base dello stato diventano le corporazioni di interessi e clientele aggregate attorno ad un “capo”, coalizione di interessi privati. In Italia, con questo sistema, significa che conterebbero solo le persone che contano come Raul Gardini, Berlusconi, ecc... che a loro volta sono centri di potere e di aggregazione di interessi,, clientele, poteri spesso occulti, che entrano in politica disprezzando la politica…

(Milano 1991, “Movimento per il rilancio della Costituzione”,

in “Dall’abbattimento della proporzionale al rafforzamento dell’esecutivo e del suo capo?” Questi, e anche Bodrato, hanno detto il giusto, diversamente da una “sinistra” nella quale è ancor più grave che oggi non ci sia nessuno che proponga e rivendichi decisamente il proporzionale “integrale”, cioè senza quegli sbarramenti che escludono i ceti inferiori, come nell’800 si otteneva col sistema censitorio, mentre invece da destra e dal laicismo di mercato (alla Pannella) si torna a proporre i collegi uninominali, con adesioni da parte di chi ha errato ed ora persevera diabolicamente nel proporre il ritorno al “mattarellum” che ha portato a far contare solo le persone che contano, le “persone di chiara fama” (termine in uso nel regime fascista) o sistemi con lo sbarramento elettorale che amputa il pluralismo alla base ridistribuendo e regalando maggioritariamente a chi lo supera i voti di chi resta sotto la soglia (Lettera ad Europa, Angelo Ruggeri – Centro ricerche socio culturali di Fenomenologia e Società)

 

Guido Bodrato:

Gli errori dei maggioritari

Alcuni costituzionalisti, guidati da Onida, Sartori, Casavola e Capotosti, hanno sottoscritto un appello “per una legge elettorale coerente con l’impianto costituzionale e con i principi che regolano la legislazione elettorale europea”. Per una riforma che corregga il sistema proporzionale con l’introduzione di collegi uninominali, con il voto di sfiducia costruttiva e con una soglia di sbarramento sul modello tedesco, oppure per un sistema uninominale maggioritario a doppio turno sul modello francese; con le opportune correzioni per rispettare il ruolo del parlamento.

Rimettere sul binario giusto il dibattito sulla riforma del “porcellum”, sta diventando prioritario per chi vuole una sfida elettorale che si concluda con una vera alternativa a Berlusconi. Il quale, parlando “a braccio” al forum di Yarostav “sulla democrazia”, ha esaltato – forse pensando a se stesso – il modello del Cremlino e la concentrazione del potere nelle mani di Putin, che sarebbe “un dono di Dio” per la Russia. Onida e Sartori si sono ispirati alla proposta elaborata da Roberto Ruffilli all’inizio degli anni ’80: per fare del cittadino l’arbitro nella contesa tra i partiti, e per resistere alla partitocrazia ma anche alla deriva plebiscitaria che si stava delineando. Infatti Ruffilli era convinto che la strategia referendaria, giustificata dall’inerzia del parlamento e dall’intenzione di colpire lapartitocrazia, avrebbe favorito la deriva populista e travolto la democrazia parlamentare. Si sarebbe cioè affermato un sistema oligarchico peggiore – anche dal punto di vista della moralità della vita politica – di quello che stava per essere condannato con Tangentopoli.

Ritengo sbagliato affermare che sottoporre ai cittadini le proposte di governo “prima del voto”, rappresenti “una superiore qualità della democrazia“; in realtà con questa formula si accetta l’idea di sovranità cui hanno fatto riferimento Berlusconi e Bossi quando hanno legittimato la “dittatura della maggioranza” per stravolgere la democrazia parlamentare incardinata sulla Costituzione. D’altra parte è bene ricordare che la grande maggioranza degli italiani ha confermato il ruolo del parlamento con il referendum costituzionale del 2006; e che, in questi giorni, un sondaggio riportato dal Riformista assegna alla proporzionale più del 40 per cento delle preferenze, smentendo chi ritiene che ormai la grande maggioranza sostiene, con convinzione, l’uninominale-maggioritario, poiché le candidature di collegio sono l’unica alternativa allo strapotere delle segreterie di partito. Come se con il bipolarismo all’italiana non prevalesse nettamente (soprattutto a destra) il voto di schieramento sul voto al singolo candidato; come se – anche con il “mattarellum” – le segreterie non avessero il potere di assegnare ai candidati “amici” i collegi ritenuti sicuri; e come se, nelle elezioni per il senato del 1996, le regole del maggioritario non fossero state aggirate con il patto di “desistenza” tra l’Ulivo e Rifondazione comunista. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. 

Guido Bodrato contro maggioritario, sbarramenti e uninominale, per il proporzionale integraleultima modifica: 2011-11-14T09:30:00+01:00da iskra2010
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