C’entra l’accumulazione non le pensioni

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di Angelo Ruggeri 

Le pensioni e il resto non c’entrano niente. C’entra solo il bisogno di continuare ad alimentare il sistema di accumulazione capitalistico.

Lo stato e andato in disavanzo per aver fatto per 30 anni “la spesa al capitalismo” 

Francamente, un po’ ci diverte vedere che s’insiste nella tautologica etica del “tempo dei sacrifici per tutti” e gli idioti che si dibattono come pesci presi nella rete del capitalismo finanziario e della santificazione apologetica dello Spread;  vedere che iniziano a passare sul fiume i cadaveri degli idioti e delle idiozie dette per tutto il ventennio.  

La sostenibilità, o meno, del sistema pensionistico non c’entra niente; come non c’entra il fatto che si ripetano i provvedimenti di 30 anni fa e della Thatcher; o la forma più ingiusta di tassazione quale quella delle imposte indirette (cioè uguali per tutti; o l’anticostituzionale abolizione delle Province. 

Si deve capire (volete capirlo?) che il problema è il processo di accumulazione  capitalistico. che ha bisogno di continuare ad essere alimentato con mezzi enormi, anche dopo che lo stato è andato in disavanzo per aver continuato a fare “la spesa al capitalismo” per alimentare la sua accumulazione.

Per cui è inutile limitarsi a ragionare in modo settoriale e ad argomentare per mostrare quanto sia ingiusto (oltre che matematicamente inutile e recessivo) picconare il nostro che è il più sostenibile d’Europa. Non gliene frega niente.

E’ il problema del sistema di accumulazione capitalistico di cui in molti – quasi tutti – non hanno mai parlato: se/ve ne sono/siete fregati per tutto il “ventennio e continuate a non parlarne, mentre dovrebbe essere il centro del dibattito e dello scontro politico: perché riguarda quello per cui destra e sinistra hanno promosso politiche Retributive e di Redistribuzione del Reddito a favore delle imprese capitalistiche e delle rendite finanziarie.

Chiodo contro chiodo.

Dunque, anche contro chi, nel ventennio e ancora oggi, non capisce che la c.d. “crisi fiscale dello stato” e c.d. “crisi di bilancio e del debito dello stato” è soprattutto difficoltà dello Stato nel continuare a fare la “spesa al capitalismo”, nell’ambito del processo di accumulazione capitalistica in cui lo Stato ha finito per assumere una posizione subalterna ma  condizionante e condizionata delle stesse forme di investimento direttodel capitale privato. 

Capitale privatoche, da tempo e ancor più oggi, deve esercitare una pressione formidabile su tutta la società per ottenere in GESTIONE DIRETTA una massa gigantesca di mezzi, e laddove non ci è arrivato ha preso i mezzi in prestito dallo Stato, e si è andati in disavanzo. 

Sì che, per ridurre il debito creato dallo Stato che ha fatto la ‘spesa al capitalismo”,ma nel contempo per continuare ad alimentare il sistema di accumulazione d’impresa, occorreestendere il risparmio forzosocome vogliono da 30 anni il FMI el’OCSE che non a caso ha elogiato Montiper aver trattato l’Italia e i Talian come Hitler trattava la Polonia e gli ebrei:avendo “ben tassato in soli 17 giorni” i Talian, e aggiungendo: “ma ora faccia altrettanto bene le privatizzazioni e le liberalizzazioni”.

 Ovvero – tramite il governo e la legislazione statale –forzando i risparmi collettivi (come le pensioni, ecc.), che sono rimasti(in toto prima e in parte ancora) sotto entità economiche di diritto pubblico, a passare sotto  le entità economiche di diritto privato,per far sì che chi amministra tale risparmio sia  un intermediario capitalistico, a cui molti dovranno ricorrere con fondi, assicurazioni, ecc., stante i tagli  alla già sottile rete di salvataggio di ogni struttura sociale e forma di previdenza sociale di base. 

Sì che si insiste nella tautologica etica del “tempo dei sacrifici per tutti” propagandata oltre che dalla Nuova Destra  detta “sinistra”, dalla vera destra del forlaniano Casini, che era nei governi  del famigerato CAF – Craxi-Andreotti-Forlani – che facendo fare allo Stato “la spesa per il capitalismo” hanno fatto “esplodere” il debito negli anni 80. 

Gli stessi di VERA DESTRA dei capitalisti “forti” annidati nel c.d Centro politico (ancor più che nella vecchia destrareazionaria-conservatrice, berlusconiana e bossiana) che hanno liquidato nell’80, contemporaneamente, gli avversari che sulle due sponde del Tevere (il governatore di Bankitalia Baffie Papa Luciani che contrastava Marcinkus) si opponevano all’uso e all’intreccio tra finanza pubblica e finanza privata per alimentare l’accumulazione capitalistica  delle imprese industriali e bancarie, con corruzione della politica e dei politici del CAF e lo scudo crociato di Forlani e Casini.

E ad introdurre le pensioni anticipate – ora prese a scusa per bloccare quelle sopra le 900 o 140 che sia e le baby pensioni per gli alti burocrati fu il governo Andreotti del 1973 di DC e Liberali, cioè sempre un governo della VERA DESTRAdei capitalisti forti, cioè del CENTRO politico come risulta dall’epistolario con Padre Pirola e dalle mail inviate nella fase in cui Corsera, Repubblica, 24 Ore, Fiat, lobby corporative, banche, ecc. già spingevano – ma fallivano nelle urne – per un GOVERNO DEL CAPITALE, cioè della VERA DESTRA quale STORICAMENTE è IL CAPITALISMO: contro il quale, storicamente, si chiama  “sinistra” solo quella che è contro il capitalismo e per il socialismo (come per il socialismo erano anche la sinistra riformista e moderata oltre a quella rivoluzionaria).

Il Centro politico della “destra vera”, dei capitalisti veri e non “spuri” come Berlusconi. Sì che, per non aspettare, ci avevano provato col DALEMONI e poi colVELTRUSCONI.Allora non riuscirono nell’intento di dar vita ad un governo del capitale ossia di vera destra. Ci sono riusciti oggi, col governo Monti-Passera e la regia del capo dell’”Eliseo” Napolitano.

C’entra l’accumulazione non le pensioniultima modifica: 2011-12-22T08:30:00+01:00da iskra2010
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