Governo Monti, sentenze pro BR e Val Susa…

 Sotto il governo Berlusconi dovevano aiutare Ichino a passar da vittima. Sotto il governo Monti sentenze eccezionali pro Br. Monti come Ichino ha bisogno di un aiutino, magari un aiuto tecnico, per piegare con le provocazioni di Stato, la giusta lotta degli abitanti della Val Susa, come si evince dall’articolo qui riportato.
Saluti comunisti
La redazione di Iskra

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Nuove Br, 8 a rischio scarcerazione in attesa del processo d’appello bis

La Cassazione aveva annullato la sentenza di condanna dei brigatisti che progettavano un attentato contro il giuslavorista pd Ichino. Il 22 aprile potrebbe tornare in libertà Gaeta

di DAVIDE CARLUCCI
 
Milano – 01.03.2012 – Gli avvocati stanno già facendo i conti. E qualcuno è sicuro di avere già una data: il 22 aprile. Da allora potrebbero aprirsi le porte del carcere per Massimiliano Gaeta, condannato in primo grado a otto anni e tre mesi. Ma a ritornare liberi, in tempi brevi, potrebbero essere tutti gli esponenti, principali o secondari, del “partito comunista politicomilitare” — le cosiddette “nuove Br” — organizzazione stroncata da un’indagine della Digos di Milano e di Padova, e coordinata dall’attuale capo della Dda Ilda Boccassini nel febbraio del 2007.
Una settimana fa 
una sentenza della Cassazione ha annullato le condanne <http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/02/23/news/brigate_rosse-30393476/ per tutti gli imputati nei confronti dei quali la Corte d’appello, nel giugno del 2010, aveva quasi del tutto confermato la sentenza di primo grado, che prevedeva pene fino a quattordici anni e sette mesi, assolvendo soltanto il veneto Federico Salotto, per il quale il tribunale aveva previsto una pena di tre anni e sei mesi. Le motivazioni del verdetto della Suprema corte — che a quanto è trapelato non metterebbe in discussione l’impianto accusatorio, ma solo la qualificazione giuridica dei fatti contestati, ritenendo il gruppo una banda armata senza natura eversiva — non sono state ancora depositate. E quindi negli uffici giudiziari di Milano non è ancora arrivato nulla, se non la notizia dell’annullamento. 
Ma in Corte d’assise d’appello c’è apprensione perché il pericolo della scarcerazione, per gli otto imputati ancora in carcere (in regime di alta sorveglianza), è reale. È vero, infatti, che la decorrenza dei termini riparte con la nuova sentenza della Cassazione. Ma c’è un limite massimo, dal momento dell’arresto, che non può essere superato: sei anni, che sono ridotti a quattro nel caso in cui gli imputati rischino una pena non superiore ai vent’anni. Questo, però, in teoria. In pratica, calcolare quando si sospendono le misure cautelari è complicatissimo. Bisogna tenere conto, ad esempio, di tutte le fasi, nel processo, in cui la decorrenza dei termini è sospesa.
Per questo gli avvocati degli studi legali Clementi, Giannangeli, Pelazza, Sodano — quelli che difendono i principali (ora solo presunti) esponenti del gruppo, da Claudio Latino, leader della cellula milanese, a Vincenzo Sisi, luogotenente delle nuove Br a Torino — sono al lavoro per cercare di capire quando può arrivare l’ora della libertà per i loro assistiti. I giudici, dal canto loro, stanno cercando di accelerare i tempi, ma non è semplice: da un lato ci vorrà ancora un po’ prima di ricevere gli atti da Roma, dall’altro non si può stravolgere il calendario sacrificando gli altri processi, che riguardano quasi sempre omicidi e altri delitti molto gravi. 
E dire che a novembre, quando — dopo l’improvviso pensionamento di un giudice — si è deciso di rinviare l’udienza finale, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Vincenzo Geraci, ha dato parere favorevole, ritenendo lontani i tempi di prescrizione. A cantare vittoria, per ora, è l’associazione dei familiari e degli amici degli arrestati. Che parla di «sentenza, apparentemente favorevole ai compagni» e si prepara a «continuare la lotta in vista del nuovo processo».I sostenitori dei “comunisti rivoluzionari” guardano soprattutto al movimento No Tav. E accusano il procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli, indicato come un nemico come lo era Pietro Ichino, il giuslavorista per il quale la Cassazione ha annullato la costituzione di parte civile. «Aspettiamo sereni le motivazioni», dice Paola Panciroli, l’avvocato che assiste Ichino.

Governo Monti, sentenze pro BR e Val Susa…ultima modifica: 2012-03-03T19:11:00+01:00da iskra2010
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