Speranza e fini sociali

 

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di Angelo Ruggeri

Per UNA SPERANZA DI SALVEZZA, per una “Spe Salvi”.

DIO CI SALVI DA UN GOVERNO DI POST E ANTI BERLUSCONIANI CHE SONO PEGGIO DI BERLUSCONI ED APPLICHEREBBERO MISURE ECONOMICHE DITTATORIALI PER CONTO TERZI (BCE, FMI, BM, UE, BORSA DI LONDRA, ECC.), A FAVORE DEI CAPITALISMI FINANZIARI ANONIMI già DENUNCIATI DAL PAPA.

La Dc è contro il Vangelo, la borghesia é contro la religione e il sistema capitalistico è antiumano” (Don Zeno).

Non c’è contraddizione più scandalosa che quella tra religione e borghesia,essendo quest’ultima contraria alla religione.

Il fascismo non ha nemmeno scalfito la Chiesa, mentre oggi il Neo-capitalismo la distrugge

…l’accettazione della civiltà borghese capitalistica è un errore storico che la Chiesa pagherà probabilmente col suo declino”. (Pasolini)

Per una “Spe Salvi” è bene che sul rapporto tra religione e politica i cattolici, sia laici che ecclesiastici, considerino ed emulino (anche sviluppando e approfondendo) sia l’opinione che quanto è stato osservato e sottolineato, in merito, da Padre Pirola.

Alla luce del Concilio Vaticano II, della “Spe Salvi” e della “Caritas in veritate”, oggi abbiamo un “papa cervello” – che usa il pensiero – invece del precedente “papa cavallo” – che usava il corpo e la presenza “fisica” della religione -.

Si deve partire dal rilancio della PPSS e del diritto pubblico economico per indirizzare l’economia AI FINI DI UTILITA’ SOCIALE ed AL BENE COMUNE (“Caritas in veritate”), e per porre termine alla socializzazione del debito,controllando non già con gli slogan e il “luddismo bancario” democraticamente e socialmente il sistema di accumulazione del capitalismo industriale/finanziario che lo causa e che provoca crisi, usate negli anni ’90 e ancor più oggi, per smantellare ogni residuo di democrazia e di diritto pubblico economico.

lo slogan è il linguaggio dell’azienda, il canone linguistico che vige dentro la fabbrica…” che influenza il linguaggio aziendalista del sindacato. (Pasolini) 

SE, come diceva Don Zeno,la DC era un partito che si poneva a andava contro la religione cristiana, un partito della borghesia ricca e contrario al Vangelo, in nome del quale lui occupava un ex campo di concentramento per costruire comunità-comunitarie (o comunitariste), da cui il para-fascista Scelba (come faceva con i contadini che occupavano le terre) fece deportarenei lager degli orfanotrofi le migliaia di bambini ivi raccolti;

eSE questo prete fondava delle comunità dove ogni cosa viene posta in comune, dove non esiste la proprietà privata nè il denaro;

SE la sua esperienza, dopo essere stato ridotto allo stato laicale da Montini e riammesso all’abito talare da Papa Giovanni Roncalli, fu una delle più feconde vene, assieme a quelle dei Vescovi d’Africa, America Latina ed Asia ed ai preti operai (soprattutto quelli francesi e poi anche italiani ecc.) che alimentarono la rivoluzione del Concilio Vaticano II a cui diede un importante contributo Dossetti che alla Costituente era addirittura per una “costituzione socialista” e che fu protagonista del patto con Togliatti che portò ad una Costituzione del tutto fuori dagli schemi liberali ed istituzionali che reggono le società capitalistiche occidentali;

SE si è così fondata una democrazia sociale che SANCISCE E NORMATIVIZZA (con e non solo l’art. 41 della Costituzione)quanto affermal’enciclica “Caritas in veritatea proposito diuna economia di impresa che deve essere finalizzata all'”utilità socialeperché “la questione del bene comune fa riemergere la questione sociale” (Bertone, illustrazione della “Caritas in veritate” ai parlamentari di destra e sinistra ugualmente stralunati e silenziati dal sentirsi dire l’opposto di ciò che fanno da almeno un “ventennio”), ovvero affermando quanto è giuridicamente istituzionalizzato dalla Costituzione, tra cui l’art.41 (“l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale…e deve essere indirizzata e coordinata a fini sociali”);

SE come è vero la “Caritas in veritate” rivendica un’economia indirizzata e sottoposta al primato dei fini comuni, degli interessi e dei beni collettivi, per superare la dicotomia tra sfera economica e quella sociale;

SE come è vero L’ENCICLICA introduce un cambio di paradigma anche rispetto alle altre encicliche sociali che scontavano una lacuna strutturale;

SE, infatti, le altre encicliche osservavano i fenomeni economici, ne evidenziavano i limiti e poi, per temperarne gli effetti negativi (come Einaudi e i liberali e la sinistra fa con lo “stato sociale” contro Dossetti e la Costituzione che è per rimuovere le cause degli effetti negativi e quindi per il controllo sociale dell’impresa per indirizzarla ai fini sociali) per poi promuovere opere di carità, cosa che mise in crisi (ad es. e non solo) Don Zeno perché restava un rapporto diseguale tra chi possiede e dona e coloro che non hanno e ricevono e che sono il 99% della popolazione mondiale, per cui diceva che la Chiesa deve essere parte, e dalla parte, del 99% e non porsi dalla parte dell’1% smettendo di difendere e di farsi identificare come la Chiesa per i ricchi e della borghesia;

SE,invece, come dice la “Caritas in veritate”, occorre agire sul momento generativo delle sofferenze, e non metterci una pezza dopo, perché IL CAPITALISMO COMPASSIONEVOLE, tanto caro agli americani, NON ESISTE,

ALLORA L’INDICAZIONE DEL DOCUMENTO PONTIFICIO si pone sullo stesso terreno del patto Dossetti-Togliatti, perché indica “un dare” affinché “nessuno sia più nel bisognodi ricevere”,un agire nel momento dello scambio economico in una logica nuova, paradigmatica.

SE vogliamo guardarla anche solo dal punto di vista della Chiesa, si tratta allora (ad es.) di recuperare l’insegnamento degli ECONOMISTI DI SCUOLA FRANCESCANA, respingendo e contrastando quelli di scuola anglosassone che a partire dal ‘700 hanno li hanno sopraffatti e che negli anni intorno al 1990, hanno teorizzato e minacciato l’Italia col default dell’Argentina ed oggi con quello della Grecia, hanno premuto, e premono ancora oggi, per fare della crisi l’occasione per smantellare, allora, e per seppellire definitivamente oggi, i connotati pubblicisti dello Stato e del diritto pubblico economico finalizzati costituzionalmente all’INTERESSE SOCIALE DI TUTTI e al BENE COMUNE.

SE si devono fronteggiare i giochi delle potenze mondane in cui la morte è al lavoro e il cristianesimo è il luogo inespugnabile dello smascheramento e della non rassegnazione di fronte al primo dei 5 più grandi pericoli per l’umanità e cioè “l’Impero” mondiale dei “capitalismi anonimi, delle società anonime per azione; (Ratzinger)

SE minacciando l’Italia di un default argentino – si eliminò le Partecipazioni Statali e il diritto costituzionale in campo economico, privatizzando Banche e rendendo totalmente autonome le Banche Centrali (il primo fu Blair elogiato dal capo Bundestag e futuro BCE), per volontà e “golpismo strisciante” di tali capitalismi anonimi, del capitale industriale/finanziario privato ed in particolare del capitalismo anglosassone, che sono quindi i protagonisti DELLA DITTATURA DEL CAPITALISMO e del GOVERNO DEL CAPITALISIMO, che erroneamente taluni chiamano “il governo” e “la dittatura delle Banche”;

SE come è noto le Banche sono intermediari, del sistema di intermediazione capitalista, tra il CAPITALE INDUSTRIALE E IL CAPITALISMO SPECULATIVO E BORSISTICO, SPECIE ANGLOSASSONE, a cui l’Italia partecipa dagli anni ’90 quando con legislazione statale e quindi con statalismo, furono introdotte le istituzioni di un’economia di mercato che l’Italia non aveva mai posseduto (tra cui le Agenzie private, fondazioni, e le c.d. Autority…), il tutto per volontà del capitalismo industriale/finanziario specie anglosassone, unitamente alla UE, agli USA e alla sinistra”, che iniziarono CANCELLADO LE PARTECIPAZIONI STATALI;

SE cancellando le PPSS iniziò una strategia che con le istituzioni di diritto privato hanno portato, oltre che alle ripetute crisi, alla stagnazione economica che dura proprio dagli stessi anni in cui l’economia è stata consegnata esclusivamente nelle mani delle imprese e dei soggetti di diritto privato e di imbarbarimento dei rapporti sociali e di lavoro,

PROPRIO dal cui RILANCIO DELLE PPSS (invece del solamente verboso slogan – “lo slogan è il linguaggio dell’azienda-lismo, il canone linguistico che vige dentro la fabbrica” che influenza l’aziendalismo sindacale” Pasolini – “io il debito non lo pago”) dovrebbero PARTIRE I MOVIMENTI scesi in piazza il 15 ottobre, PER COSTRUIRE UNA STRATEGIA CHE ROVESCI QUELLA DEL CAPITALISMO INDUSTRIALE-FINANZIARIO che ha PORTATO ALLA DITTATURA DEL CAPITALISMO INDUSTRIALE/FINANZIARIO proprio INIZIANDO AD INTRODURRE IL DIRITTO PRIVATO ECONOMICO, SOSTITUENDO E SMANTELLANDO IL DIRITTO PUBBLICO ECONOMICO E QUINDI DEMOLENDO LE PPSS.

Dal RILANCIO delle PP.SS. POTRA’ AVERE origine la sola vera ALTERNATIVA agli attuali PROGRAMMI IPER-LIBERISTI FIRMATI DA DRAGHI e BCE e UE mirati ad abolire ogni forma di residui pubblicistici nei servizi, nell’economia e persino nelle funzioni pubbliche; una strategia alternativa, dunque, che partendo dal rilancio delle PP.SS., potrà rifare similarmente cose come l’IMI e l’IRI, per indirizzare AL BENE COMUNE E AI FINI DI UTILITA’ SOCIALE L’ECONOMIA e controllarla, controllando, democraticamente e socialmente, il sistema di accumulazione capitalistico che dovrebbe essere il terreno privilegiato dello scontro politico e sociale quotidiano per porre, finalmente, termine alla socializzazione del debito,che provoca il sistema di accumulazione del capitalismo industriale/finanziario con la socializzazione delle perdite coerentemente conseguente alla sua natura e alle politiche di redistribuzione della ricchezza dal salario al capitale alle rendite di cui il LUDDISMO ANTIBANCARIO non si occupa e non è in grado di occuparsi, come del resto da almeno vent’anni a questa parte non se ne occupano la c.d. “sinistra” e i sindacati.

Speranza e fini socialiultima modifica: 2012-03-09T08:31:00+01:00da iskra2010
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