Foibe a Porta a Porta.

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da Angelo Ruggeri

PERCHE’, come scrive Palmiru, A PORTA A PORTA NON HANNO SAPUTO RISPONDERE COME SI DEVE AGLI STRABICI FASCISTI?

“Il modo di essere dei più e dell’intellettuale in particolare, è tale da escludere, rigorosamente, il costante stato di allarme, di potenziale combattimento che è proprio del vero proletario” (Benjamin)

E noi sottolineiamo che “il vero proletario“, comporta la fortuna di aver dentro di sé, fuse tra loro, la coscienza storica dell’ atavica povertà e dei perenni punti di vista e volontà di rivolta plebei (senza il quale anche il proletario può diventare “aristocrazia operaia”) e la consapevolezza storica, teorica e pratica, della forza della classe del proletariato, l’orgoglio di appartenere alla moderna classe dei produttori e ad una forza sociale soggetto storico di trasformazione e di emancipazione non solo di sè stessa ma dell’uomo che ancora non è Uomo per cause storiche legate alle forme di produzione e sociali del capitalismo.

“La scuola radicale può fare tutti i gesti che vuole , non potrà mai eliminare il fatto che la stessa proletarizzazione dell’intellettuale non crea quasi mai un proletario(ed Aden Arabia è una delle poche eccezioni). Perché? Perché la classe borghese gli ha dato, fin dall’infanzia la cultura, e cioè un mezzo di produzione che costituisce per lui un privilegio che lo rende solidale con sé,e, forse ancor di più, rende se stesso solidale con lui“. (Benjamin) E qui basti pensare aiRevelli, Asor Rosa, Toni Negri, ecc. di oggi e a tutti quelli che Brecht denunciava come tellettual.in (specie quelli della revisionista scuola marxista di Francoforte).

Ed anche perché, aggiungiamo noi, gli apparati ideologici di stato (dall’università alle imprese) da sempre fanno credere che la semplice erudizione e lo “scrivere bene” corrisponda alla cultura. Viceversa: NON C’E’ NULLA CHE NON SI POSSA IMPARARA FUORI DALLE UNIVERSITA’ LEGGENDOSI UN BUON LIBRO, MA IN CIO’ CHE SI PUO’ IMPARARE NELLE UNIVERSITA’, NON C’E NULLA DI QUELLO CHE SI IMPARA UNENDO CIO’ CHE SI STUDIA SUI LIBRI CON QUANTO SI IMPARA IN FABBRICA E NELLA SOCIETA’: Studio-lavoro, il principio base indicato da Gramsci e nei progetti di riforme della scuola del PCI negli anni ’60-’70, che é stato un nostro vissuto quotidiano in un’esperienza comune a migliaia di quadri comunisti, che vissero con partecipazione organica ogni forma di lotta sociale e politica, nel cui contesto si sviluppava l’organizzazione del movimento operaio con lo studio, la formazione e la crescita dei propri quadri dirigenti scelti sulla base di esperienze concrete e del lavoro in fabbrica.

 

Palmiru su la Foiba di Porta a Porta.

Non conosco Palmiru (un gran bel nome, per come lo immagino io e per la sua assonanza) che mi manda lo scritto di cui sotto; ma é come se lo conoscessi. Lo conosco solo per le cose che da un po’, e di recente, si è messo a cercare, a scrivere e a commentare e mi trasmette. A me piace pensare che ciò sia dovuto, anche, all’aver letto i nostri Aden Arabia, che qui Lui ricorda dicendo che al “Porta a porta”su “foibe e lager fascisti”: è mancata una risposta da Aden Arabia nei confronti dell’insetto velenoso, fascista bianco, dello strabico fascista e simpatizzanti“.

Lo conosco, credo, perché capisce Aden Arabia, perché (dobbiamo dar ragione a Benjamin) per riuscirci non basta capirlo “razionalmente” Aden Arabia, bisogna sentirloed ancheesserlo dentro di sé, almeno un poco. Per questo, credo, tra i tanti che mi scrivono e che ringrazio, Palmiru è il solo che ha richiamato Aden Arabia. In verità solo ai giovani spetta di resuscitare Aden Arabia. E’ l’uomo che fa per loro. “Di anno in anno la sua ibernazione l’ha ringiovanito”, diceva Sartre.

Di certo Aden Arabia, ieri era il nostro coetaneo, oggi è il loro, come ha ricordato la giovane laureata e disoccupata Petra Alice:

Aden ai giovani può dire: “state morendo di modestia, abbiate il coraggio di desiderare, siate insaziabili“, dire oggi ai nostri giovani: “non accontentatevi del PD” o di una “Sinistra”, di qualche “Vendola” o di “Diliberto” o “Ferrero”: “scatenate la vostra forza terribile contro quelli che si fanno guerra e girano in tondo sotto la vostra pelle,non vergognatevi di volere la Luna:ne abbiamo bisogno! Dirigete la vostra rabbia su coloro che l’hanno provocata, non cercate di sfuggire al vostro male, investigatene le cause e infrangetele”. Egli può dire loro di tutto, perché è un giovane mostro come i giovani di ogni generazione,egli divide il loro terrore di morire e il loro odio di vivere nel mondo che noi abbiamo fatto per loro. Aden Arabia può rispondere sia ai disperati sia ai fedeli vassalli scaduti a valvassori della “sinistra”,ma”, diceva Sartre,dubito che quelli della ‘sinistra’ vogliano o possano leggerlo… perché per loro Aden Arabia è un morto vigoroso che suona a martello”.

Ma noi (io e mi pare di capire anche Palmiru) lo “sentiamo” anche se non siamo più “giovani”.Il comunismo è giovane“, dicevano negli anni ’60 e ’70; non credo possa essere invecchiato nell’infinitesimale tempo di un trentennio. Giovane era e giovane rimane sempre, storicamente. Come Aden, noi non riusciamo a vivere e a vedere i fatti con distacco, ne a limitarci ad osservare le ingiustizie, lo sfruttamento e l’assoggettamento dell’uomo da parte di altri uomini anche se e quando avviene lontano e quando sembra che riguardino solo “altri” (ma chi sono gli altri se non altri noi stessi?), entità apparentemente lontane o vicine, come popoli, operai, migranti, ecc.

E questo, probabilmente, lo sentono tutti coloro che si collocano nella prospettiva di trasformazione e superamento del capitalismo con un nuovo ordine da cui potrà nascere, finalmente, una nuova cultura e una nuova civiltà non borghese: una nuova Grecia in cui i militanti usciti dalla rivoluzione proletaria prenderanno il posto degli eroi pitici“. (Aden Arabia)

Ma non tutti, e forse pochi, “sentono” quel costante stato di allarme, di potenziale e sempre pronto al combattimento che è proprio del vero proletario, e che era nel sangue e nella mente anche di Aden Arabia, al punto che Paul Nizan scrive Antoine Bloye, che inizia col funerale di suo padre (uno che per tutta la vita “aveva inseguito una scrivania più grande”)proprio per tornare ad essere proletario, rinnegando e compiendo a ritroso il percorso del padre che aveva tradito il proletariato diventando un borghese.

Ci irritano non solo i pacificati ma ancor più quelli che dicono di volere altro e si fanno egemonizzare e pacificare, i “mollaccioni” che non ringhiano e si lasciano andare alle dolcezze della disperazione, coloro che non continuano a chiamare incessantemente alle armi, all’odio di classe, alla lotta di classe contro la borghesia, coloro che cercano accomodamenti e vie di mezzo con un nemico mortale, come cercano di fare col governo Monti la triplice sindacale, Camusso e anche, temiamo,Landini (fosse anche inconsapevole).

Ci irritano quelli che parlano o criticano sotto voce, i “culi di pietra” e tutti coloro che non gridano l’indignazione, non si uniscono al gemito disperato di quanti subiscono ogni tipo di martirio e di violenza e di genocidio sociale di classe e non si uniscono alla voce che grida per tutti noi, ad una voce come quella di Aden Arabia, che non sono in costante allarme e potenzialmente sempre pronti al combattimento, anche perché oltre che Benjamin il perchè lo spiega pure London in: “Ritornai in California e mi misi a leggere. Non ricordo quale libro lessi per primo. Non è un dettaglio importante. Io già lo ero, qualunque cosa fossi, e con l’aiuto dei libri scoprii che ero diventato un socialista. Da quel giorno ho letto molto, ma nessun argomento di carattere economico, nessuna lucida dimostrazione della logica e dell’inevitabilità del socialismo mi hanno persuaso così profondamente e in modo convincente quanto il giorno in cui, per la prima volta, ho visto le pareti della fossa sociale ergersi intorno a me, e ho sentito che stavo scivolando giù, sempre più giù, verso il fondo dell’abisso”. Jack London (Lotta di Classe)

da Angelo Ruggeri

di Palmiru

Ho visto ieri sera Porta a Porta. A mio avviso è mancata una risposta da Aden Arabia nei confronti dell’insetto velenoso, fascista bianco, dello strabico fascista e simpatizzanti.

Risposte nel solco dell’Italiano corretto, per quanto riguarda la Signora (? Non ricordo il nome) esperta di storia Slava, si è limitata a dire che è stato villano, idem per M. Rizzo con richiami “alla cornice del momento storico”.

Non si sono presi, e non gli è stato dato, lo spazio sufficiente ad esprimere ed evidenziare le cause. La reazione arrogante, altezzosa e villana dell’insetto maledetto, a fronte dell’uso improprio e contrario di documenti come per la foto contestata, è riuscita a contenere e recuperare l’impronta anticomunista nel complesso della trasmissione”. Palmiru

Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”. Karl Marx

Foibe a Porta a Porta.ultima modifica: 2012-03-24T09:00:00+01:00da iskra2010
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