Più del quanto è il come sono ricchi i “rentier” del governo Monti

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da Angelo Ruggeri

Resi pubblici i redditi dei componenti del governo. Ciò che colpisce non è solo il quanto ma il come sono ricchi, spesso ricchissimi, dove domina la rendita di cui i componenti di questo governo sono semplicemente l’espressione e la conferma di quel che tutti già avrebbero dovuto sapere da sempre: e cioé che la società capitalistica realizza il suo consenso, sempre di piu, distribuendo RENDITE.

DOPO 100 GIORNI DI “GOVERNARE DECRETANDO” (del governo Monti: un decreto al giorno), introdotto dal TRIONFO DELLE POLITICHE FALLITE E DEI TECNICI FALLITI come MONTI che sono stati in tutti i gangli e centri di comando dei poteri finanziari che hanno determinato e che reiterano le politiche che hanno prima originato e poi aggravato la crisiesplosa proprio nelle loro sedi, AUTORI E PROTAGONISTI DA OLTRE 20 ANNI di tale FALLIMENTO e dell’attuale CRISI UNIVERSALE in corso; 100 giorni di “governar decretando” ossia della forma di governo contraria alla democrazia, che col “governo per agenzie” o autority (in vigore dagli anni ’90) è la forma propriamente determinata dello stato autoritario e liberale anglosassone eforma di governo del pre-fascismo.

Tra le “bestie del capitale” e le “bestie della sinistra” che non sanno.

– Non sanno che non c’è crisi fiscale dello Stato ma che “lo Stato fa la spesa al capitalismo” come dimostra, tra l’altro, l’acquisto delle armi e tutti vanno in disavanzo;

– non sanno che l’OCSE da 30 anni spinge per tagliare sotto i piedi della gente ogni pur minima rete di salvataggio della previdenza sociale;

– non sanno che già 30 anni fa il 60% dei capitali della Borsa di Londra erano forniti da fondi pensioni, e che per “pareggiarsi” con la Borsa della Capitale del capitale tutti i governi europei hanno promosso, da vent’anni, politiche di ridistribuzione del reddito e di taglio delle pensioni e previdenze per fare entrare tali enormi masse di capitale nelle Borse per muovere e “avvicinarsi” alla Borsa di Londra (e di Tokio e New York); ecc.

La circostanza che vede i governi essere protagonisti, da un lato, della vendita di armi e, dall’altro, a doverle acquistare in cambio di “aiuti” (come Grecia e Italia) nel perseguire politiche di distruzione delle conquiste sociali e dello stato democratico, non suonano solo come un’ulteriore conferma dell’ovvio sapere che il militare è il volano principale del sistema di accumulazione capitalistica e che il complesso militare industriale è una grande ipoteca e un grande padrone della c.d. “democrazia occidentale”; E’ ANCHE LA DIMOSTRAZIONE PRATICA, IL GUANTO DI PARAFFINA, SE VOGLIAMO, DELLA MISTIFICATORIA TEORIA DELLA C.D. “CRISI FISCALE DELLO STATO”.

Non esiste e non c’è mai stata alcuna “crisi fiscale” dello Stato come teorizzato da un certo, e ambientalista, revisionismo marxista alla O’Connor.

ESISTE SOLO L’INCONTESTABILE FATTO CHE L”O STATO FA LA SPESA AL CAPITALISMO”PER CUI TUTTI I PAESI CAPITALISTICI VANNO E SONO IN DISAVANZO: E IL DISAVANZO AMERICANO E’ IL MAGGIORE DEL MONDO PERCHE’ FA LA SPESA AL CAPITALISMO PIU’ DI OGNI ALTRO (col 40% delle spese militari del mondo), ma altrettanto alto, e più di quello italiano, è il disavanzo della Francia, dell’Inghilterra e anche della GermaniaCHE POI SPINGONO E COSTRINGONO LO STATO GRECO E QUELLI MEDITERRANEI AD AIUTARLI NEL FARE LA SPESA AL CAPITALISMO COSTRINGENDOLI AD AUMENTARE IL DISAVANZO CON LE SPESE MILITARI (e l’Italia è in questo già oltre il 4% del Pil).

“IL DISAVANZO E IL DEFICIT DI BILANCIO SONO UNA FORMA DI VALORIZZAZIONE DEL GRANDE CAPITALE”: ricordate chi lo disse prevedendo quel che oggi è sotto gli occhi di tutti?

E il disavanzo è anche una variante della pressione fiscale, una formidabile pressione, per fornire quelle parti di investimento comune che sono poi permissive anche dell'”efficienza” e della funzionalità dell’investimento capitalistico.

Donde che lo Stato e tutti gli stati capitalistici, per non contraddirsi, hanno accompagnato questa pressione con la DETASSAZIONE crescente dei REDDITI DA CAPITALE.

In questo processo di accumulazione capitalistica LO STATO, E QUINDI LA POLITICA E i SUOI GOVERNI, NON SOLO NON E’ ESTRANEO MA HA ASSUNTO UNA POSIZIONE REALMENTE DETERMINANTE E CONDIZIONANTE DELLE STESSE FORME DI INVESTIMENTO DIRETTO DEL CAPITALE PRIVATO.

CAPITALE PRIVATO CHE DEVE ESERCITARE UNA PRESSIONE FORMIDABILE SU TUTTA LA SOCIETA’ PER OTTENERE IN GESTIONE DIRETTA UNA MASSA GIGANTESCA DI MEZZI E DI RISORSE PROMUOVENDO E COSTRINGENDO, TRAMITE LO STATO E I SUOI GOVERNI DI DESTRA E SINISTRA COME DA 30 ANNI INVITA E SPINGE AFARE L’OCSE CHE E’ LA CUPOLA DEL CAPITALISMO FINANZIAIRO EUROPEO -, AD ESTENDERE IL PRELIEVO IN MODO FORZOSO SIA DAL RISPARMIO COLLETTIVO (PENSIONI, SANITA’, QUIESCENZE, ECC.) CHE INDIVIDUALE (POLIZZE E FONDI VARI).

COSTRIZIONE CHE L’OCSE, APPUNTO, PREDICA DA DECENNI E CHE CONSISTE NEL TAGLIARE SOTTO I PIEDI DELLA GENTE OGNI, PUR ESIGUA, RETE DI SALVATAGGIO DELLA PREVIDENZA SOCIALE DI BASE. Donde la fine della falsa, mistificatoria e mai esistita “economia sociale” europea e del c.d. MODELLO SOCIALE EUROPEO, “proclamati” da DRAGHI: l’agente che, per conto dei poteri capitalistici “forti”, per costringere Biagio Agnes, che non voleva privatizzare la STET Prodi (la migliore azienda pubblica d’Europa), né dimettersi come chiestogli da Ciampi, gli sibilò: “pensa alla famiglia” (atti commissione parlamentare).

Solo che, CAMUSSO, in questi 30 anni, è stata, probabilmente, su Marte, per cui solo in un momento di rabbia espressa senza uso del cervello, HA SCOPERTO E DETTO (dopo che era già stato VARATO DA SETTIMANE) che il DECRETO SULLE PENSIONI della Fornero conteneva una norma che serviva e favoriva le Assicurazioni private (ma va là? Che scoperta sensazionale!).

La Camusso, e purtroppo temiamo non sia la sola, IGNORA CHE I FONDI PENSIONE GIA’ DA OLTRE 20 ANNI FORNISCONO IL 60% DEI CAPITALI CIRCOLANTI NELLA BORSA DI LONDRACAPITALE DEL CAPITALE E ALTRETTANTE QUOTE, SOLO LEGGERMENTE INFERIORI, NELLE BORSE DI TOKIO E DI NEW YOK.

DOVE E’ STATA LA CAMUSSO, E QUELLI COME LEI, IN TUTTI QUESTI TRENT’ANNI, PER STUPIRSI, OGGI, DEL FATTO CHE TUTTI E NON SOLO MONTI E LA FORNERO MA proprio TUTTI I GOVERNI DI DESTRA E SINISTRA, ANCHE ITALIANI, DAGLI ANNI ’90 SONO IMPEGNATI A METTERE SEMPRE PIU’ A DISPOSIZIONE DI FONDI ASSICURATIVI LE ENORMI RISORSE PENSIONISTICHE PER SEGUIRE L’ESEMPIO TRENTENNALE di Londra e AVVICINARSI, SE NON “PAREGGIARSI”, ALLA BORSA DELLA CAPITALE DEL CAPITALE?

E DOVE SONO STATI QUELLI CHE SCOPRONO ORA CHE IL CAPITALISMO COSTRUISCE IL SUO CONSENSO, ANCOR PIU CHE AL TEMPO DI MARX, DISTRIBUENDO RENDITE?

E CHE LA PRESUNTA “CRISI FISCALE DELLO STATO” ALTRO NON E’ CHE LA DIFFICOLTA’ DELLO STATO DI CONTINUARE A FARE LA SPESA AL CAPITALISMO?

SONO STATI NEI TERRITORI DELL’ANTI TEORIA DELLA PRASSI, DELL’ANTI ANALISI MARXIANA DEI RAPPORTI TRA CAPITALISMO FINANZIARIO E SISTEMA ISTITUZIONALE DEGLI STATI E DELLE SOVRANAZIONALITA’, NEI TERRITORI DELLA CANCELLAZIONE DELLA PROPRIA STORIA E DEL MATERIALISMO STORICO CHE HA PERMESSO, E PERMETTE, DI ANALIZZARE TALI RAPPORTI E TALE NATURA DEL CAPITALISMO GLOBALIZZATO INVECE DI CANCELLARE LA STORIA E TUTTO IL ‘900, LO STATO E IL LAVORO, ECC.

Negli anni ’70 Si diceva che “il padrone conosce 1000 parole e l’operaio solo 100 e per questo lui è il padrone”. E ci si impegnò a promuovere la diffusione di massa della cultura e si conquistò, con i contratti in fabbrica, la scuola delle 150 ore .

Ma qui, ed ora, quando facciamo scuola alla Camusso e a quelli come lei, a tutta la “sinistra” sindacale e politica per far loro imparare, o anche solo “informarsi” per sapere tutto quel che sanno e fanno i padroni? Sono “bestie della sinistra” o “bestie del capitale”?

 

Da Angelo Ruggeri

Resi pubblici i redditi dei componenti del governo. Ciò che colpisce non è solo il quanto ma il come sono ricchi, spesso ricchissimi.

di Sergio Cararo

Domina infatti la rendita, i “rentier” di marxiana memoria, a scapito del lavoro ovviamente. Sono loro – ma questo è ovvio – quelli veramente “immobilisti e conservatori”, per questo ci odiano.

Da ieri sono reperibili on line tutti i redditi dei ministri del governo Monti, il quale è stato l’ultimo ad ottemperare a questa operazione “trasparenza”. La sua dichiarazione infatti è arrivata soltanto un’ora prima della “chiusura” prefissata. Ma occorre ammettere che è dettagliata. Il reddito complessivo del presidente del Consiglio per l’esattezza è di 1.515.744 euro nel 2010 ed uno stimato, per il 2011, di 1.010.000, che probabilmente non salirà nel 2012 avendo rinunciato al compenso da premier e da ministro del Tesoro. Il suo patrimonio è formato da appartamenti, uffici e negozi. Consistenti anche le attività finanziarie: tra fondi comuni azionari e obbligazionari, oltre che di liquidità, Monti può contare su oltre 11 milioni di euro divisi tra Intesa San Paolo, Bnp Paribas, Ing e Banco di Brescia. La più ricca tra i ministri è l’avvocatessa Paola Severino (Giustizia), con 7 milioni di euro. Subito dopo, dichiarando la metà, il titolare dello Sviluppo Economico Corrado Passera. Una disamina dei patrimoni dei ministri, indica che la loro ricchezza si basa soprattutto su immobili e attività finanziarie. Un dettaglio? Niente affatto.

Quello che colpisce, infatti, non è solo il dato quantitativo della ricchezza dei patrimoni dei “professori e tecnici” che compongono il governo Monti. Che questo fosse un esecutivo di ricchi e ricchissimi lo si era intuito dall’inizio. Che avrebbe dato priorità agli interessi dei ricchi lo si sta verificando. Colpisce invece la “qualità della ricchezza” dei ministri del governo Monti, perchè essa appare coerente con le caratteristiche del capitalismo italiano centrato a stragrande maggioranza sulla rendita piuttosto che sul profitto.

Contraddizione in termini?

No.

E’ lo specchio fedele della realtà che – anche da un punto di vista meramente capitalistico – ostacola e immobilizza lo sviluppo economico del nostro paese. Il problema infatti è la struttura della ricchezza privata – ben superiore al Pil che viene usato come indicatore – e che viene contabilizzata in circa 9.000 miliardi di euro.

La impietosa e dettagliata radiografia della ricchezza privata è documentata su Affari e Finanza di lunedi 19 settembre (vedi anche http://www.contropiano.org/it/economia/item/3469-la-rendita-anticapitalista-la-ricchezza-italiana-che-non-produce-sviluppo ), una radiografia che ci conferma come il principale ostacolo alla crescita economica e sociale del paese sia la sua borghesia e le sue caratteristiche parassitarie. “La ricchezza lorda delle famiglie italiane alla fine del 2010 ammonta a 9 mila 732 miliardi di euro, i debiti (sempre delle famiglie) a circa mille miliardi, la ricchezza netta è quindi pari a 8 mila 700 miliardi” scrive Affari e Finanza. Si tratta di una ricchezza molto superiore al Pil e al debito pubblico che ci viene rovesciato addosso come ricatto sul futuro. Il problema, ovviamente, è l’uso e la distribuzione di questa enorme ricchezza. “Per capire perché questa immensa ricchezza privata non produce crescita, dobbiamo guardarci dentro. Quello che troviamo già dice quasi tutto. Di quei 9 mila 732 miliardi di patrimonio lordo il 57,8 percento è rappresentato da immobili, il 4,9 per cento da beni di valore e da impianti, macchinari, scorte, attrezzature, brevetti, avviamenti (le cosiddette attività reali) e il 37,3 per cento da attività finanziarie”. In sostanza, è questa ricchezza ad essere immobile, immobilizzata, vincolata a produrre solo rendita. Non produce benessere perchè viene tassata molto meno che il lavoro, non produce neanche profitti perchè non viene investita nella produzione e nella tecnologia ma solo in rendita immobiliare e finanziaria. La quota di ricchezza che la borghesia stracciona del nostro paese destina alla produzione appare infatti irrisoria: solo il 4,9%. Ma è su questa quota (e sui lavoratori ad essa collegati) che i ministri del governo Monti non investono i loro patrimoni – preferendo i settori che producono solo rendita immobiliare e finanziaria – ed è su questa quota della ricchezza privata che si abbatte la maggior parte dell’imposizione fiscale e dei provvedimenti tesi a ridurre sempre di più il monte salari da destinare ai lavoratori.

Gli uomini e le donne del governo Monti, dunque, sono coerenti con le fonti della loro ricchezza e funzionali al carattere rentier e parassitario della struttura del capitalismo nel nostro paese. Le loro battute sprezzanti verso lavoratori, sfigati, giovani alla ricerca del posto fisso, leggi che tutelano i diritti sociali, diventano ancora più odiose, in tutti i sensi…. e reciprocamente, speriamo.

Più del quanto è il come sono ricchi i “rentier” del governo Montiultima modifica: 2012-03-26T08:44:00+02:00da iskra2010
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