Il pidiessismo arrabbiato di Groucho Marx Landini

 

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di Angelo Ruggeri

Ieri sera, 1 marzo, Santoro, come ha detto lui stesso ha voluto rappresentare la dialettica tra le tre posizioni del PD: quella del segretario del PD Bersani, quella del “marchionismo” di un’economista, e quella del “pidiessismo arrabbiato”. Il “pidiessismo arrabbiato” era rappresentato da Landini, molto prono verso Bersani che già negli anni ’90, ricordiamolo, fu elogiato dal giornale della Confindustria per essere “uno che passerà alla storia della sinistra europea per aver contribuito a dare all’Italia le istituzioni di mercato di tipo anglosasone che l’Italia non aveva mai avuto”.

Quale occasione migliore per un “americanista” assalto sindacale ad un pluridecorato dal capitalismo autore del default salariale ed economico dell’Italia e della grande crisi in cui il sindacato costringe i lavoratori a salire sulle torri per una difesa “individuale” perché non esiste più la difesa e la garanzia sindacale e di mobilitazione, all’unisono, a sostegno di ogni lotta? (questo per l’abbandono della strategia della programmazione dove si era ognuno per tutti e non ognuno per se).

Ma il Landini non ha saputo dire alcun che di incalzante né di politicamente e socialmente rilevante od imbarazzante per il segretario di un PD che, non solo sostiene la politica antioperaia e la modificazione in senso autoritario dei rapporti sociali a cui mira e progetta Monti, ma che, dopo il vertice privato con Alfano e Casini, ha concordato una linea di modifica in senso autoritario e notabilare della Costituzione, delegandone – per di più – la traduzione in legge agli incontri “privati” dei tre “soloni” (come la commissione dei soloni del 1923, voluta da Mussolini e presieduta da Giovanni Gentile) di PDL-UDC-PD, guidata dall’extraparlamentare Violante (non più eletto).

Insomma, siamo ad una Lorenzago 2, ad una nuova Lorenzago, località dove i tre “soloni” Calderoli-Gasparri-Tremonti, misero a punto la revisione costituzionale, in senso autoritario, del governo di Berlusconi, destinata a sconvolgere il sistema sociale, e non solo politico, della Costituzione. Revisione autoritaria che il popolo italiano nel referendum del giugno 2006 ha saputo respingere, così respingendo in blocco smanie neo-autoritarie e notabilari del centrodestra e del centrosinistra. Un NO del popolo italiano di cui a Bersani e al PD evidentemente poco o niente importa, stante che ha delegato ai “soloni” di Violante di riprendere quegli stessi contenuti già respinti dal popolo e di tradurre in progetto “cose” contenute nel progetto autoritario di Berlusconi.

La sanzione popolare era stata netta ed aveva persino superato il quorum del 50% che nella fattispecie non era nemmeno richiesto. Ma di tale sanzione popolare, evidentemente, poco o nulla importa anche a Landini che ha taciuto e non ha denunciato alcun che di tale operato di Bersani, mostrando di essere più che altro, ed al massimo, un “pidiessino arrabbiato”, ma pur sempre pidiessino.

Non solo a Landini sembra non importi di tale ed espressa volontà popolare, e pare, nemmeno del rapporto tra struttura e sovrastruttura di cui forse ignora il significato, ma nemmeno gli importa, né capisce, di quel che gli spetta come suo compito e funzione.

Intanto, invece di chiamare in causa Napolitano che col gollista intervento per “riformare” in senso liberista il sistema sociale, si è reso protagonista di un attacco al cuore stesso della Costituzione che, dall’articolo 1 fino al 41 (e di conseguenza tutta la Carta), è tutta antiliberisticamente fondata sul lavoro e sul sociale, Landini, in sindacalese stralunato e demagogico, si è appellato ai poliziotti che, secondo lui, di “moto proprio” dovrebbero accompagnare in Fiat i tre di Melfi (altro che “testa a punta” e “testa tonda” di Bercht, qui siamo ai Guareschi “testa piatta di emiliana memoria, ed ora mi sovviene che Landini e Bersani sono delle stesse zone e forse anche questo c’entra).

Si appella al moto proprio di qualche poliziotto, anziché esigere che il Capo dello Stato, in qualità di garante della Costituzione, vada Lui stesso a Melfi ad accompagnare dentro la Fiat i tre operai reintegrati e vada a Pomigliano a verificare come mai la Fiat non assuma nessun operaio iscritto alla Fiom, come mai nessuno dica e nessuno chieda a Napolitano qualche cosa che potrebbe o avvallare la sua autorità di garante della Costituzione o disvelarla come falsa? E si badi bene, questo avviene mentre ogni giorno il governo Monti sostenuto da Bersani e dal PD da una parte e Marchionne dall’altra, ricordino a Landini che cosa sia il lavoro nella società capitalistica rispetto al quale Landini non sa far altro che lamentarsi e piagnucolare del fatto che il capitale calpesti il lavoro e lo tratti come una merce. Ma va là? Nel capitalismo “Il lavoro è una merce“. Ma evidentemente Landini si rifà solo a Groucho Marx.

Il pidiessismo arrabbiato di Groucho Marx Landiniultima modifica: 2012-03-27T08:30:00+02:00da iskra2010
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