Fiscal compact e potere “politico” della BCE

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di Angelo Ruggeri

Come si è arrivati al MES, al “fiscal compact” e alla costituzionalizzazionedel criterio aziendalisticoprivato del “pareggio di bilancio”.

L’EPOCA DELLA DEMOCRAZIA E DELLE COSTITUZIONI REGRESSIVE:

Il potere politico/economico della Banca Centrale Europea.

Con la modifica dell’art. 81 e il “pareggio” di bilancio in Costituzione, l’Italia e tutti i Paesi d’Europa diventano come la Grecia e tutti i popoli vengono trattati alla stregua di quello greco, come sancito dal Treaty on Stability Coordination and Governance in the Economic and Monetary Union, o cosiddetto Fiscal Compact.

Come si è arrivati a quello che anche molti analisti ed economisti imparziali definiscono “il colpo di stato bianco in tutti i paesi dell’eurozona” chiamato MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), un “colpo di grazia” che porta ad una nuova era di povertà, vera e a tappeto, ovvero al “colpo di grazia” già programmato da mesi e patrocinato da Mario Draghi che viene nominato come Fiscal Compact (cosa compatterà e comprimerà ed in favore di chi e dovrebbe essere ormai chiaro a tutti!).

Con la modifica dell’art.81 della Costituzione diventa illegale e anti-costituzionale ogni spesa a deficit di bilancio (fosse pure per investimenti sia sociali che produttivi, ricerca, infrastrutture, istruzione, sanità, ecc.) e come minimo lo Stato dovrà fare il pareggio di bilancio (cioè non investire e non restituire sotto alcuna forma ai cittadini quanto viene prelevato, dando 100 per poi togliere subito 100 e meglio ancora se farà un surplus di bilancio togliendo 120 o 150), ovvero ulteriormente impoverire tutti per regola inserita nelle Costituzioni degli Stati europei.

E’ la cancellazione di ogni criterio di“economicità pubblico-sociale” cioè dell’uso delle risorse per fini di interesse generale, collettivo, pubblico-sociale di tutti e quindi di ogni residuo di democrazia-sociale della nostra Costituzione fondata sul lavoro e sul sociale, trasformata in “liberale” e fondata sul mercato con l’instaurazione come in quella tedesca nata in presenza delle truppe anglo-americane sull’esclusivo regime della “economicità privata” dell’impresa capitalistica, criteri di “economicità” che rispondono ai principi e criteri esattamente opposti a quelli della “economicità pubblico-sociale” che non può esimersi dall’obbligo di interventi per garantire fini e obbiettivi delle funzioni pubblico-sociali, ovvero concependo lo Stato come un’impresa privata con i suoi criteri di economicità che non corrispondono ad alcuno obbiligo di fine generale e sociale bensì esclusivamente al principio secondo il quale “intervengo e faccio una ‘cosa’ solo se non ci perdo ed anzi guadagno e faccio profitti “.

A ritroso, e per capitoli, risaliamo il percorso analizzato in diversi articoli pubblicatici negli ultimi 8-10 anni, tra cui questo in cui – come in tutti – con un punto solo di aggiornamento, gli sviluppi recenti e gli approdi attuali come il c.d. “fiscal Compact” si configurano come naturale prosecuzione e sviluppo di una storia avviata da tempo e di cui oggi assistiamo alla ‘”escalation” dei processi di regressione della democrazia e delle costituzioni. Tutto ciò conferma quanto avevamo avuto modo di denunciare tempestivamente su vari giornali e riviste e che possono spiegare il perché oggi, sull’art.81 e il sovvertimento della Costituzione, non si danno informazione e non si fa discussione, ma ci sono solo silenzi da parte anche di coloro che si danno veste di “critici”, anche e soprattutto i vari e politicamente e culturalmente cangianti qualiTravaglio, Grillo, Gad Lerner, Fazio (sia Fabio che Lorenzo), Santoro, Saviano, Vendola, CGIL, Fiom, popolo viola ecc. che sono forse o troppo compromesso o troppo sciocchi, incorreggibili e meschini per capire.

 

Il potere politico/economico della Banca Centrale Europea

La Grecia è l’esempio del successo dell’euro”.Vero! La Grecia di ieri e di oggi è l’Italia del domani che inizia nell’oggi.

Ma questa dichiarazione di Monti del dicembre scorso, non ci disturba quanto invece ci inquieta chi fa il segretario della Fiom e come Landini, nel discorso conclusivo dello sciopero, ignora, non accenna né sa esaminare la dimensione mondiale della crisi. Si dimentica che, egemonizzati e subalterni, sono stati anche tutti i governi “di sinistra” non diretti da Berlusconi, come lo sono ancora tutte le “sinistre”. Parla dell’Italia e delle misure del governo ignorando cosa sia e rappresenti la UE, addirittura portando l’esempio di altri paesi europei che, secondo lui, diversamente da quello di Monti, scelgono la competitività d’impresa puntando sugli investimenti, come se le misure del governo italiano non ricalchino quelle di altri e non abbiano a che fare col sistema comunitario e autoritario dei poteri capitalistici governati da BCE e UE a cui neanche ha accennato. Non ha nemmeno accennato alle misure di sovversione della Costituzione che sono in atto, o alla necessità del proporzionale integrale, e così via .

Con tali premesse l’indicazione di obiettivi di lotta – di un segretario Fiom – diventano inadeguati ed incapaci sia di aggregare tutte le forze emerse nei diversi movimenti, sia di disaggregare il blocco sociale e politico dominante.

Ci inquieta che le forme di comunicazionestudiate a tavolino e fatte apposta per disorientare come quella di cui sopra ed altre di Monti, avvengano tra i silenzi diventati assordanti in questi giorni in cui vengono votate manovre sovversive della costituzione, del ruolo dello Stato e della giurisdizione rispetto alle imprese (che è il vero significato dell’art.18) che con “manutenzione” si finge di lasciare in essere, della democrazia sociale, e via dicendo, in cui si rende più cogente una nuova fase di comando dall’alto, di sovranità degli apparati tecnocratici e burocratici sovranazionali e nazionali.

Al dunque, la vera “Costituzione europea” (alla quale si sono prostrati i poteri delle gerarchie tecnocratiche e politiche delle istituzioni ‘europee’) che è quella “economica”, oltre al rispetto dei vincoli finanziari (deficit annuale di bilancio e debito pubblico) e alla mercificazione di ogni ambito della vita collettiva (prima sottoposti ai su citati criteri di economicità pubblica). Fondamentali sono i poteri relativi alla politica monetaria e alla moneta unica assegnati alla Banca Centrale Europea (BCE).

Bisognerebbe interrogarsi di più sulle finalità e le rispondenze di questa istituzione.

Significativo è, ad esempio, quanto ha scritto Paolo Savona(Corriere della Sera, 25 aprile 2001) in risposta ad un articolo di elogio della BCE di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (ancora Corriere della Sera, 23 aprile 2001) in cui da allievi, alfieri ed epigoni di Monti ricordavano chel’indipendenza della BCE è uno dei cardini dei trattati europei“. Paolo Savona,nel ‘dare merito’ ai due economisti di aver attirato “l’attenzione su un punto della nuova costituzione economica, quella implicita nel trattato di Maastricht, che l’elettore italiano non ha mai votato (ma per cui prima Ciampi ed il centrosinistra e poi il PD e Napolitano, invitavano ed invitano ad aderirvi ugualmente), criticava le loro proposte di “estendere la cessione di sovranità monetaria includendo la vigilanza bancaria“.

Tutte le organizzazioni sovranazionali, BCE compresa, portano avanti lo slogan –perché altro non è– secondo il quale se si dà loro maggiore potere, possibilmente senza vincoli democratici, le cose andranno meglio“, scriveva Savona, definendo questa tesi “una pia illusione” ed aggiungendo clamorosamente che “l’euro è dominato dagli andamenti del dollaro e del mercato globale, e la sua sovranità è già espropriata senza che la BCE o il sistema europeo delle banche centrali abbiano saputo dare una risposta al problema”.

Parole che dovrebbero far meditare, ma che sembrano non essere recepite non solo da chi auspica un superamento del capitalismo e dell’imperialismo, ma persino dagli stessi esponenti delle classi dominanti nostrane. Si provi a leggere, ad esempio, ciò che ha dichiarato al Corriere della SeraTommaso Padoa Schioppa (come il suo omologo Mario Monti), rappresentante italiano della BCE. Il 20 dicembre è intervenuto per difendere il patto di stabilità e il vincolo di bilancio del 3%, che Germania e Francia furono le prime a violare per investire al fine di rilanciare l’economia e come è riuscita a fare la Germania che però oggi (per contro e tramite della “triplice” BCE-FMI-Commissione UE) è la vessillifera dell’impedimento della spesa anche per investimenti di rilancio economico e dell’occupazione tramite l’imposizione del (c.d.) fiscal compact che obbliga ad un o “sforamento” di bilancio del valore massimo dello 0,5% rispetto al Pil, “regola d’oro” che deve assumere la forma di una legge costituzionale o equivalente. L’esproprio della sovranità popolare di ogni Paese avviene a favore di tecnocrati non eletti, che, come ampiamente dimostrato, rispondono alle lobby finanziarie di Bruxelles, che come Sancito dal Fiscal Compact, se uno stato non iscrive nella Costituzione l’obbligo di impoverire il popolo attraverso il pareggio o il surplus di bilancio, hanno il potere di giudicarlo tramite la Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali, cioè vincolanti per tutti gli Stati aderenti e di metterlo sotto accusa automaticamente. A questo punto tale stato dovrà presentare (come già si è fatto con la Grecia) un piano dettagliato di povertà e famigerati tagli (piano rubricato ed edulcorato come “austerità”) ai burocrati non elettivi della Commissione UE che valuteranno e detteranno le correzioni, vale a dire che le modalità di imposizione autoritaria di misure distruttive applicate nei confornti della Grecia sono estese a tutti i Paesi dell’Europa dei liberisti e dei riformisti di destra e di “sinistra” uniti nel: blocco storico’ transnazionale del capitalismo finanziario, formatosi, sin dall’inizio, sotto l’egida degli Stati Uniti”,sulla base diUN RITORNO ALLE CARATTERISTICHE SOCIOPOLITICHE ESSENZIALI STABILITE DURANTE LA RIVOLUZIONE BRITANNICA DEL 1688, QUANDO LA POLITICA è STATA SUBORDINATA AL POTERE DELLA PROPRIETA’ E DEL CAPITALE ESPRESSE NELLE FORME DI UNO STATO MINIMALISTA“…tramite “L’UNIONE EUROPEA CHE SE E’ UNA “NOVA POLITY” E’ CERTAMENTE UNA NUOVA FORMA DI DOMINAZIONE”…DOVE ” L’ASPETTO ISTITUZIONALE ESPRIME IL CARATTERE INCORPORATO DELL’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE EUROPEA NEL MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO IN QUESTA FASE” (Studi sull’Integrazione europea, in “Era Neoliberal”, a cura degli statunitensi Cafruny e Ryner)

Ma tutto questo non lo si può scoprire e non ci si può “lamentare” solo adesso, come da ultimo, in questi giorni, ha voluto esternare (sul solito Manifesto) il psico-socialista (proveniente dal PSI) Gianni Ferrarafautore del “sistema tedesco” e della “ingegneria costituzionale” cheper primo (e con altri c.d. “giuristi democratici” della “nuova destra” chiamata “sinistra”) la definisce “democrazia costituzionale”, meglio “contenibile” nella tradizionale ideologia giuridica dello Stato costituito dalla borghesia, la nostra Costituzione di “democrazia sociale”, contribuendo e legittimando con questo il percorso che, con la modifica dell’art.81, ora perviene all’eliminazione della “democrazia sociale” dalla Costituzione.

In fieri, l’approdo a cui si perviene, è quello stesso dei vincoli di Maastricht, è l’esito ottenuto col consenso o il silenzio assenso rispetto alla subordinazione-cancellazione dei principi della nostra Costituzione a quelli di Maastricht, alla cultura di Maastricht con cui è stato spiegato (come si continua a fare) che tali vincoli erano (sono) “virtuosi”, nel mentre costringevano a privatizzare e tagliare la spesa sociale (sanità, pensioni, eccetera, quelli che il banchiere chiama “sprechi”) e soprattutto ad aumentare la quota di risorse “spostata” dalle entità economiche di diritto pubblico sanitarie e pensionistiche alle entità economiche di diritto privato e cioè al sistema di intermediazione capitalistica dei fondi privati e tutto questo perché il sistema di accumulazione dei capitali e la Borsa, di fatto dominata da istituti finanziari anglo-statunitensi, ne avevano bisogno. Tanto più, “si disse”, che a farsi garanti degli interessi dell’Europa rispetto agli USA, sono i funzionari della BCE e delle Banche centrali nazionali, rispetto ad una economia che ristagna in tutti gli Stati europei e in l’Euro balla al ritmo voluto dal dollaro.

Con esponenti del “grande capitale” di tal fatta, non deve meravigliare che il Trattato di “Costituzione europea” sia stato ogni giorno “santificato” dalla “sinistra” e dai presidenti della Repubblica, a partire dall’ex governatore di Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, senza mai esprimere alcun ripensamento su come le normative europee abbiano spinto allo smantellamento dell’apparato produttivo statale (e di imprese anche strategiche) e privatizzato-svenduto al “grande capitale” privato estero, come ha confermato il giornale “filo-ciampista e filo-europeistala Repubblica” (27 dicembre 2004) parlando di oltre 600 aziende italiane acquisite da multinazionali estere (anglo-americane e di Francia e Germania in particolare).

Mentre Stati membri dell’Unione Europea come Francia e Germania, pur sempre anch’esse in funzione degli interessi d’impresa e del liberismo e del mercato capitalistico, sono andate in deficit di bilancio bel al di là del 3% stabilito dalle norme comunitarie, provando a seguire una propria politica economica, industriale e commerciale (soprattutto, ultimamente, senza concordanza con alcuna comune politica europea); viceversa i governi italiani, pur sempre ed anch’essi in nome del liberismo, hanno abbandonato ogni politica industriale ed economica in nome del liberismo europeista e di una mistificata ed inesistente Europa.

La conflittualità intercapitalistica, lungi dall’essere superata, ha portato l’Italia ad essere penetrata e “colonizzata” dal grande capitale dell’Europa continentale e da quello statunitense, appoggiati dai rispettivi Stati.

Viceversa, la “sinistra” politica e sindacale italiana, in parallelo al proprio abbandono di ogni concezione classista e di lotta al potere d’impresa, ha, non solo abrogato ogni teoria e analisi del capitale, ma, persino dimenticato che il capitalismo esiste solo nella forma obbligata della concorrenza.

Ma qui torniamo al punto della incultura e inintelligenza politica della “sinistra” per mancanza di teoria, oltre che di identità sociale.

Angelo Ruggeri (Roggeri all’anagrafe)

Fiscal compact e potere “politico” della BCEultima modifica: 2012-04-13T08:19:00+02:00da iskra2010
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