Morti “per” il lavoro.

 

IMG_3582+logoMOWA.jpg foto MOWA

da Angelo Ruggeri

Settimana Santa.

Per quelli a cui prima tolgono la voce, poi, non solo la “speranza” ma il “desiderio”.

Le parole sono molto deboli per esprimere le insopportabili angosce alle quali sono stati soggetti;

esse si impadroniscono tutte ad un tratto di chi perde l’identità perdendo il lavoro e la già “minima” sussistenza economica per la famiglia;

la qualità dell’ora le dichiara;

prima sorrideva ad ogni cosa e tutto sembrava sorridergli;

tutt’a un tratto un vapore fuliginoso nasce dal fondo dell’animo ponendosi fra il desiderio e la vita;

forma come un schermo livido, che separa dal resto del mondo, il cui calore, amore, colore, e armonie non giungono più che riflessi in una trasposizione astratta: si constata, non si è più commossi;

e lo sforzo disperato per attraversare lo schermo che isola l’anima porta a qualsiasi delitto, all’omicidio o alla follia, al suicidio…;

“suicidio economico”, dice qualcuno degli uomini “suicidati” economicamente dal sistema di dominio violento e dei governi sui popoli, che non uccidono la sola speranza ma anche il desiderio;

ultimissimi di una striscia lunga quanto i secoli di un sistema sociale e di produzione, di disuguaglianza e ingiustizia sociale quali ai primordi che i contemporanei sognando ad occhi aperti, ascoltando la pioggia cadere e le sirene della “modernità”, credevano superati per sempre…

 

Morti “per” il lavoro.ultima modifica: 2012-04-24T08:29:00+02:00da iskra2010
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