Un passo indietro e due avanti contro il cuore dell’art. 18.

 

 

IMG_3595+logoMOWA.jpg foto MOWA

da Angelo Ruggeri

Il vero significato dell’art. 18 da:

http://iskra.myblog.it/archive/2012/03/11/commenti-su-il-vero-significato-dell-articolo-18-appello.html

IMBROGLIO E CEDIMENTO.Imbroglio da smascherare”, dice Cremaschi Dopo il già preoccupante lungo silenzio è arrivato il totale cedimento della CGIL all’imbroglio dell’accordo che sancisce l'”impossibile reintegro” a cui non dubitavamo sarebbe arrivato a prestarsi Bersani e il nuovo CAF dei 3 segretari UDC-PDL-PD.

Un accordo e un cedimentoche espiantano il cuore dell’articolo 18 e dei lavoratori togliendo loro la voce, quindi la speranza e infine anche il desiderio, sia di vivere che di volerci provare ad andare contro il potere d’impresa.

Viene rimossoil potere ordinatorio della magistratura di rimuovere i licenziamenti illegittimi , quale strumento di prolungamento del potere sindacale a livello politico, mediante la connessione tra due poteri statali, come il potere legislativo (Legge 300 del ’70, S. d. Lavoratori) e il potere giurisdizionale di ordinare all’impresa il reintegro del lavoratore e di condannarla al risarcimento del danno illegittimamente subito dal lavoratore

La “combine” del c.d. “un passo indietro” e “due avanti” colpisce l’articolo 18 nel punto della sua ragione fondativa dello Statuto dei lavoratori: il giudice non è più autorizzato ad entrare nel merito della politica d’impresa anche fosse solo per valutare se è o non é “licenziamento economico”.

L’onere della prova, quindi, è comunque a carico del lavoratore che deve dimostrare che non è vero quel che dice l’azienda, senza che abbia gli strumenti di conoscenza e valutazione dell’impresa.

Rimosso il danno illegittimo al lavoratore che comunque ben difficilmente potrà valersi della magistratura, gravato dalla difficoltà, persino, di arrivare a processo, impedito dalla minaccia di non essere né reintegrato né indennizzato e di dover pagare le spese processuali nel caso di giudizio a lui avverso e probabile perché gravato dalla eliminazione giuridica del “danno grave e irreparabile” e dal dimostrarsi “manifestatamente infondato” il licenziamento, che si traduce in un raggiro giuridico che consente (come massimo) un “cautelare” e sospensivo “fumus bona jures” (art. 700 del Codice di procedura civile).

Ma qui oltre alla collusa Camusso c’è la responsabilità grave (e come al solito) dei giuristi e tellettual-indell’ufficiogiuridico della CGIL con Alleva in testa.

Cremaschi ha capito già ieri l’imbroglio, gli altri no: il PD li tradisce ma loro non vogliono andargli contro.

Ben si vede che il problema dei “diritti” non si risolve senza i poteri.Lo diciamo anche a Cremaschi a cui con l’occasione sottolineiamo che come quello altrui, è inspiegabile il suo silenzio sullamodifica dell’articolo 81 della Costituzione che è più grave di quella del “18” perché riguarda tutta la politica sociale, “santiddio”!!!

Era già tutto fatto poi la lotta dal basso come quelle di una volta aveva rimesso in discussione il gioco della parti tra Ms Bilderberg Monti, Camuso, Fornero e Bersani, che ora è giunto alla prevedibile conclusione con aggiramento giuridico.

Un imbroglio da smascherare, come dice bene qui sotto Cremaschi. Il punto è che è difficile che possa capire l’imbroglio chi, fin dall’inizio, ha mostrato di non conoscere o di non voler sapere il vero significato dell’articolo 18 come non solo la Camusso, alla quale già all’inizio abbiamo cercato di “spiegare” – appunto – “il vero significato dell’articolo 18”, ma anche ad es. Giorgio Airaudo coordinatore Auto della FIOM che abbiamo ascoltato su TGCOM dire come la Camusso che in sostanza la modifica del 18 “non è affatto una modifica storica” perché “ciò che il governo voleva non è passato” (sic!).

Non conosciamo Airaudo né sappiamo i suoi riferimenti politici, guardiamo solo a quello che dice e da cui deduciamo che non solo non ha capito l’impossibile reintegro e che l’onere della prova spetta comunque al lavoratore senza che abbia gli strumenti di conoscenza e valutazione dell’impresa, gravato dalla difficoltà persino di arrivare a processo e non solo per il non rimborso delle spese processuali e gravato dalla eliminazione giuridica del “danno grave e irreparabile”, ma nemmeno ha capito che oltre all’impossibile reintegro la “combine” di tale accordo si acconcia ad eliminare alla radice la vera ragione dell’art. 18 asportandone il cuore suo e dei lavoratori.

Non conoscendo e non avendo spiegato ai lavoratori il significato vero di tale articolo dello Statuto dei lavoratori, alle Camusso e agli Airaudo risulta difficile che possano apprezzare e anche capire lo scambio, in conferenza stampa, sulle parole da usare nel testo “modificato”, tra la “ministra”Fornero e Ms. Bilderberg Montiche mostrando, lui sì, di sapere il vero significato del “18”, ha precisato alla Forneroleparole atte a significare, ben chiaramente, che ilpotere di un organo come il giudicee quindi dello Stato tramite la magistratura – è estraneo ed é estraniato rispettoal potere d’impresa che deve essere libero, incondizionato e sottratto ad ogni regolamentazione di legge dello Stato e del Parlamento.

Quindi il potere del giudice che l’articolo 18 gli riconosceva, non esiste più: rendendo praticamente impossibile la sua capacità di accertare se il c.d. “licenziamento economico” è o non é. I camussiani e gli Airaudo ora non si inalberano come quando le stesse “cose” Ms BilderbergMonti le disse pubblicamente a Marchionne:“l’impresa ha il diritto (cioè il potere) di decidere ciò che ritiene meglio senza che altri e tanto meno lo stato e il sindacato intervengano“.

Il punto, al di là di tutto, è che viene rimosso “il potere ordinatorio della magistratura di rimuovere i licenziamenti illegittimi ,quale strumento di prolungamento del potere sindacale al livello politico, mediante la connessione tra due poteri statali, come il potere legislativo (Legge 300 del ’70, S. d. Lavoratori) e il potere giurisdizionale di ordinare all’impresa il reintegro del lavoratore e di condannarla al risarcimento del danno illegittimamente subito dal lavoratore.

Ovvero, viene rimossa la prospettiva democratica che, tramite l’articolo 18, si raccorda sia con il diritto dell’impresa sia con il diritto del lavoro sia con il diritto sindacale: cosa che è sfuggita anche alla stessa FIOM impegnata in una difesa dei “diritti” dei lavoratori che è resa vana nel (e dal ) misconoscere che l’articolo 18 coinvolgei poteridello Stato, del sindacato e dell’impresa, per piegare il mercato – a favore dei lavoratori come corpo sociale e nei diritti che ne derivano – mediante il riconoscimento istituzionale della forza di pressione dei poteri democratici sia dello Stato sia del sindacato (come scrivemmo in “Il vero significato dell’art. 18”).

La partita sull’art. 18 però si riapre sulla Pubblica Amministrazione con la “legge delega” previa consultazione delle parti, SPERANDO CHE IN QUESTA OCCASIONE CON LORO SI RIAPRA LA VERTENZA e DALLA PARTE LORO ANCHE CON LA FIOM e quanti altri.

 

dal sito 28aprile

4.4.2012 – Cremaschi: “Un imbroglio da smascherare”
Se le indiscrezioni sull’accordo notturno tra partiti e governo, saranno confermate, siamo di fronte alla sostanziale cancellazione dell’articolo 18. Bisognerà dimostrare un’efferatezza senza precedenti nelle volontà dell’imprenditore che licenzia, per poter ottenere forse la reintegra, per tutti gli altri licenziamenti si resta a casa, anche se sono ingiusti. E’ una vergogna preelettorale, uni imbroglio, che dovrà essere smascherato.

Un passo indietro e due avanti contro il cuore dell’art. 18.ultima modifica: 2012-04-25T08:33:00+02:00da iskra2010
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