Discutendo di DEMOCRAZIA o “privacy”

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da Angelo Ruggeri

Centro culturale di iniziativa politica e sociale “Il Lavoratore” aderente al Movimento antifascista Nazionale per la Difesa e il RILANCIO della Costituzione

DEMOCRAZIA O “PRIVACY” ?

Cari compagni del PRC di Fidenza,

cogliamo l’occasione della vostra mail per parlare – nel marasma dell’antipolitica dall’alto e antipolitica dalla “società civile” – di “Politica” vera, ossia, senza stancarci di ripeterlo – a noi stessi e a tutti quelli che vorranno leggerci – parlando del fatto politico e sociale principale e più importante di ogni altro: continuando a ribadire – e trasmettere a tutti – alcune considerazioni su quello che dovrebbe essere al centro della preoccupazione e dell’impegno politico e sociale di tutti, in quanto riguarda la Carta del 1948 considerata “la più avanzata” proprio perché è l’unica Carta che non è stata scritta da giuristi e in base a teorie giuridiche, ma scritta ed elaborata, nella dialettica e nel confronto pluralistico tra teorie politiche, da forze politiche e sindacali e movimenti sociali, una Carta che regola e sancisce il patto politico tra il popolo e le istituzioni, patto che da tempo si cerca di “rompere” e che oggi è giunto ad un punto di rottura.

Una Carta che nel giugno del 2006 è stata rilegittimata dal voto del popolo italiano col “NO” ad ogni “revisione” (come quella attuata col rovesciamento dell’art.81 e quelle che PD-PDL-UDC propongono pari pari a quelle respinte dal popolo nel 2006), e che in virtù del modo in cui è stata “fondata”, sancisce una “democrazia sociale”, e non già quella che i giuristi – marginali nella Costituente – ora chiamano e vorrebbero che sia o diventi una “democrazia costituzionale”. Cioè simile alle tradizionali costituzioni di tipo giuridico, rispondenti ai canoni della tradizionale ideologia giuridica dello stato liberale fondato dalla borghesia per cuilo “statalismo” è proprio del liberalismo borghesee non come credono i “sinistri” che contro lo statalismo hanno vantato il liberalismo rafforzando lo statalismo-liberale con leggi dello stato di liberalizzazioni dei capitali e del mercato e privatizzazioni deliberate statalisticamente.

Giuridicismo e statalismo liberale del capitalismo d’impresa “privato”, che la tradizionale ideologia giuridica dello stato, traduce in norme istituzionali secondola teoria generale del diritto dello stato liberale: cosa che Gramsci (comunista, come vi dite anche voi) ha saputo cogliere – con i necessari riferimenti storici e quindi con l’analisi della realtà effettuale – anche negli aspetti teorici relativi alle “forme” specifiche con cui nello stato italiano si sono tradotti in termini istituzionali e normativi – e quindi anche giuridici – i valori cui si ispira l’organizzazione del potere nella società capitalistica.

Il grande intellettuale e dirigente comunista, per primo ha proposto per il dopo fascismo la nascita di una Costituente e l’ha ispirata con la sua coerente impostazione marxiana con cui ha precorso l’individuazione della natura “POLITICA” e non meramente “tecnica”, DEL DIRITTO, e quindi anche la natura “POLITICA” e DELLA SCIENZA GIURIDICA di cui fa “USO POLIITICA” LA BORGHESIA.

Con la sua analisi fattuale della storia, ha ispirato una “modello” costituzionale diverso da quello liberale che per sua natura è fondato sui diritti e la libertà della persona”( cui oggi fa riferimento quella che per ciò è pseudo sinistra, come quella ottocentesca e liberale), con la quale si intende anzitutto i “diritti e la libertà” della “persona giuridica”, cioè del potere d’impresa “privata”, che in quanto “potere” è una “persona privata”, posta prima e al di sopra di ”diritti” e “libertà” della persona umana dal costituzionalismo liberale che privilegia la “privacy”.

Come nei Paesi anglo-americani (che non a caso sono tra i principali protagonisti delle guerre di aggressione) che si occupano esclusivamente della privacy : formula dell’ideologia giuridica “privatista” di un avvocato americano, membro del movimento sionista americano, (sionista, non semplicemente ebreo) ispirato dal settecentesco Ralph Waldo Emerson, trascendentalista, pastore e ministro della Chiesa Unitaria americana, antisociale sostenitore della solitudine individuale come criterio e fonte di libertà.

Ecco quindi, a proposito, l’importanza dell’ articolo 21 della Costituzione, un caposaldo non a caso inserito nella “Prima Parte della Costituzione”, che si contrappone alla “privacy” e per grave e “giustificato motivo” e con motivazioni “di contenuto” che aiutino a capire – a noi e a voi che di nome fate “comunista” – l’importanza di tale articolo.

All’opposto del costituzionalismo liberale anglo-americano che, coerentemente, si occupa solo di privacy, in quanto il “privato” è sacro al liberalismo, l’art. 21 della Costituzione afferma e sancisce che: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la PAROLA, lo SCRITTO, E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE“, sottolineiamo “OGNI MEZZO DI DIFFUSIONE”.

Un articolo di civiltà democratica parte dai Principi (che come tali non vanno citati ma applicati) di una Costituzione a cui -come avrete capito e visto anche Voi “comunisti” epigoni di quelli che l’hanno scritta – teniamo come alle nostre pupille, proprio perché non si tratta di un fatto giuridico da lasciare alla competenza dei “tecnici” giuridici, come non si dovrebbe lasciare l’economia alla competenza dei “tecnici” monetari, perché è in gioco la questione politica più importante della vita e della società del Paese e su cui si regge la convivenza sociale e politica di un popolo.

Per noi e per voi che di nome fate “comunista”, trasgredire l’articolo 21 sarebbe come dare un assenso alla modifica, in senso liberale autoritario, della Costituzione che è nata dalla Resistenza e grazie alla convergenza di forze sociali e politiche di sinistra e in particolare della “sinistra estrema” marxista e comunista (di cui assumete il “nome”) oltre che del cattolicesimo sociale dossettiano, che concorsero a rompere il modello monarchico/liberale dello Statuto Albertino (a cui, da Ciampi a Napolitano picconatori della Costituzione e le forze che ora sostengono pure Monti, tentano di riportarci dagli anni 90) su cui aveva potuto innestarsi il regime fascista. Ruppero quel modello per aprire una nuova fase storica, politica, sociale istituzionale, mediante un inedito modello di “democrazia politica-economica-sociale”repubblicana e autonomistica (e non già “federalista” che i Costituenti respinsero e bollarono come forme del potere autoritario sia il federalismo che il presidenzialismo proposto dal liberale CALAMANDREI). Un modello che si è posto all’avanguardia delle costituzioni post-fasciste in quanto legittimante quel processo di trasformazione della società e dello stato capitalistico, perseguibile attraverso il concorso pluralistico delle forze sociali e politiche di ascendenza non solo marxista ma anche cattolico-sociale.

Un modello da rilanciare a cui teniamo non solo come soggetti attivi del Comitato Nazionale per la Difesa e il RILANCIO della Costituzione ma anche, puramente, come singoli lavoratori-cittadini educati e cresciti nella cultura della democrazia e nella ideologia di una Costituzione assolutamente unica nel panorama internazionale; un modello che ha saputo dare una versione istituzionale alla strategia sociale dell’antifascismo anticapitalista fuori da tutti gli schemi della liberal-democrazia su cui si reggono i sistemi istituzionali ed economici del capitalismo occidentale.

Proprio per questo, molti, a livello internazionale e nazionale (e speriamo non anche voi che di nome fate “comunista”) vorrebbero omogeneizzare la nostra Carta a quelle del capitalismo liberale e in tal senso procedono con affermazioni e comportamenti volti a delegittimarla e con interventi e modifiche anticostituzionali, contro una Costituzione che da oltre 20 anni si regge di fatto da sola contro tutti: PD-PDL-UDC-MONTI-NAPOLITANO e per molti e vari aspetti anche quelli che si dicono “comunisti” e o “sinistra radicale”: che non si battono più, veramente, per il proporzionale puro, e a suo tempo hanno votato ed ora accettano la “riduzione della rappresentanza parlamentare della sovranità popolare”, di rompere la continuità della sovranità popolare in due Camere diverse di un ottocentesco bicameralismo perfetto; il presidenzialismo del presidente del consiglio, il primato del governo sul parlamento, la sfiducia costruttiva bismarckiana, ecc., (solo per non dilungarci)

Quindi il quesito è: democrazia (e Costituzione italiana”) o “privacy” antisociale, propria dell’autoritarismo liberale e anglo-americano?

Discutendo di DEMOCRAZIA o “privacy”ultima modifica: 2012-05-19T08:48:00+02:00da iskra2010
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