Quale finanziamento per quali partiti e quale democrazia – 2^ parte

IMG_3625a+logoMOWA.jpg foto MOWA

di Angelo Ruggeri

3) I Consigli cancellati dal ”capo” eletto col “doppio turno” e servizi e i falsamente detti “beni comuni” totalmente dipendenti dal potere centrale

Donde che nel passaggio dalla fine degli anni ’80 ad oggi, si è effettivamente verificata e comprovata la fondatezza di quella posizione della componete “minoritaria” e che l’abbandono di tale posizione e delle sue implicite motivazioni teoriche e politiche da parte dei partiti e degli ex comunisti nella vita della società e nella presente attività quotidiana, con tanto di abbandono sistematico dei comizi e della chiamata delle masse a discutere i problemi più vitali delle classi meno abbienti, ha comportato il definitivo snaturamento del sistema dei partiti, che non hanno più i connotati previsti dall’art. 49 come “libera associazione di cittadini” a cui devono garantire di “concorrere” dal territorio, cioè dal sociale e dal basso, “con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

Concorrere dal “locale” territorio sociale a determinare la politica nazionale vuole dire l’opposto di quel che si attua col c.d. “federalismo” col quale la politica più che “locale” risulta essere “localista”, con cui il territorio ed anche i servizi e i c.d. pseudo “beni comuni” diventano e risultano essere dipendente dal POTERE centrale, in quanto il “locale”diventa separato ed escluso dal potere di indirizzo delle politiche del Centro e quindi dipendente dal governo-nazionale che, viceversa, è il solo titolare della politica economica e finanziaria dello stato che, quindi, controlla sia la produzione delle risorse economiche e finanziarie da cui il locale viene totalmente escluso – sia la gestione di tali risorse: sì che il “locale” oggi è reso talmente dipendente dal centro governativo che non solo gli taglia le risorse ma usa l’Ente locale come suo “sportello di riscossione” delle tasse.

Il federalismo è un pluriverticismo pluricentralista di ogni livello istituzionale, ognuno dei quali è gerarchicamente ordinato dall’alto ed ogni livello è sotto ordinato e subordinato ad un altro e tutti lo sono al potere esclusivo dello Stato centrale nella politica economica e fiscale e di gestione delle risorse.

4) Democrazia di base e partiti spazzati via dal maggioritario e lobbies criminogene sostitutive dei partiti e coincidenti con gruppi anonimi della” società civili” finanziati dallo Stato

Tutto ciò è stato favorito dalla sostituzione del metodo elettorale proporzionale “puro” con il metodo maggioritario che ha spazzato via non solo la democrazia di base ma persino partiti politici, privati – anche dallo “sbarramento” – della rappresentanza pur conseguita col voto, ma che neanche protestano e nemmeno rivendicano il proporzionale integrale.

Così come nessuno dice che le attuali percentuali di voto dei non più “veri” partiti, si riferiscono ormai solo al 60% di votanti e non agli elettori, il che rispetto alla fase precedente la società di massa, è peggio che al tempo del “voto per censo” quando, appunto, non erano ancora scese in campo le masse.

Sì che anche nelle recenti elezioni politiche locali, i sindaci (anche dei c.d. “grillino”) risultano eletti da un’infima minoranza di elettori.

Ne viene che l’insistere odierno sul finanziamento degli organismi criminogeni oggi dominanti, concorre a rafforzare l’antitesi alla democrazia quale è ben dimostrata ad es. dalla centralità che il PD ha assunto nell’attacco diventato sistematico alla Costituzione.

Infatti il “doppio turno” e l’elezione diretta dei sindaci (e col presidenzialistico “doppio turno”: il peggiore degli anti-proporzionali sistemi di manipolazione dei voti), dei presidenti di Provincia e di Regione, ha cancellato il ruolo dei Consigli, facendo coincidere l’uso dello strumento delle primarie come sistema elitario di richiamo ed aderente a lobbies sostitutive delle organizzazioni politiche e coincidenti con gruppi anonimi di una “società civile” invocata ipocritamente per coprire l’interclassismo oggi dominante.

In ogni caso si tratta di prendere coscienza della necessità di rompere il circuito perverso degli esecutivi dominati dalla figura del sindaco eletto direttamente che consegna un potere prevaricatorio alle giunte da lui nominate, le cui iniziative hanno un primato incompatibile con i principi della sovranità popolare. Un circuito e una prevaricazione che si può “rompere” introducendo una inedita legittimazione all’iniziativa delle forze sociali organizzate in libere forme associative affinché ad esse ogni altra iniziativa istituzionale venga a commisurarsi, finalmente avviando un processo di reale apertura delle istituzioni alla società ancor più urgente nella condizione attuali di totale “separazione” tra le istituzioni e la politica dai cittadini e dai lavoratori.

(segue) 

Quale finanziamento per quali partiti e quale democrazia – 2^ parteultima modifica: 2012-07-23T09:00:00+02:00da iskra2010
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