Dens dŏlens 63 – Assange ed il potere.

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di MOWA

La battaglia diplomatica tra Ecuador e Gran Bretagna sul caso Assange (fondatore di WikiLeaks) sta dimostrando al mondo intero come gli imperialisti concepiscano le regole diplomatiche: “carta straccia”!

Forse dovremmo spiegare a noi stessi che, diffondere documenti o filmati (purtroppo sin’ora “top secret” [sic!] su come alcuni paesi abbiano ucciso, denigrato, influenzato ecc. intere popolazioni) facendoli circolare sulla “rete” di internet, incide maggiormente di molte parole di “libertà” scritte sui quotidiani di mezzo mondo.

Infatti quei documenti hanno saputo risvegliare le coscienze delle persone e fatto capire quanto siamo deboli di fronte all’informazione e quanto diventi precaria la democrazia con i segreti.

Perché se ci mancano alcuni pezzi del puzzle di cosa succede intorno a noi non riusciremo mai ad averne la consapevolezza ed è a questo che hanno lavorato nel tempo i poteri forti ovvero a darti l’illusione di avere la “giusta” informazione mentre in realtà…

Stiamo parlando, quindi, di una persona (Assange) che ha saputo, con senso civico, sfidare i potenti attraverso un atto semplicissimo: dare al popolo la conoscenza di quanto avviene veramente, e cioè quello per cui molte volte, lo stesso paga uno scotto molto alto. E’ importante sapere che ci sono persone che “sulla tua testa” decidono se devi vivere o morire, se devi lavorare o morire di fame, se devi avere salute o malattia ecc.

Non vogliamo entrare nel merito dell’accusa che è stata mossa ad Assange dalle due ragazze che lo hanno denunciato perché lui con loro non ha usato il preservativo [1] ma sulla portata dei documenti pubblicati, fornitigli dall’analista militare americano, Bradly Manning, che per tale fatto sta pagando duramente nel carcere di massima sicurezza di Quantico (denunciato da Amnesty International come disumano) rischiando la pena capitale, che testimoniano, senza filtri, che in varie occasioni sono stai uccisi civili senza ritegno e senza che poi sia stato chiesto scusa a nessuno. Anzi, gli assassini ed i loro complici perseverano a sottovalutare l’importanza di quanto reso pubblico e a focalizzare, invece, l’attenzione su Assange rappresentato come il “grande nemico” al posto loro che hanno bellamente reiterato questi crimini contro l’umanità e non intendono, assolutamente, arrestarsi…

Il potere della comunicazione è quello di far riflettere o di far indignare chi riceve il messaggio. Ecco la vera causa ed il motivo per cui chi detiene il potere vuole evitare che le persone riflettano e, men che meno, s’indignino su come lo stesso venga esercitato utilizzando, ingiustamente, l’omissione e/o la modifica delle notizie. D’altronde viene ammesso nei cablogrammi che si sono susseguiti che la stampa, i politici, i think tank sono stati “aiutati” da loro che detengono il potere per modificare le idee dell’opinione pubblica. [2]

Cosa analoga di quanto sta succedendo ad Assange accadde negli anni ’60 all’intellettuale Daniel Ellsberg che fece pubblicare le carte della Commissione McNamara portando, così, alla luce le bugie e le falsità spacciate nei rapporti presentati al Congresso americano ed alla stampa denominati Pentagon Papers sulla guerra nel Vietnam e che suscitarono nel mondo un’indignazione tale da mettere nell’angolo gli artefici della guerra e costringerli al ritiro delle truppe.

Se non ci fosse stata la tenacia di Ellsberg ed il sostegno dell’opinione pubblica non avremmo mai saputo delle atrocità perpetrate in Vietnam come, d’altronde, senza la convinzione democratica dell’australiano Assange e la crisi di coscienza del militare americano Manning, non avremmo mai saputo delle barbarie in terra irachena, afghana ecc. ad opera degli “esportatori di democrazia”… né che dietro queste operazioni militari c’era un notevole business delle lobby di potere e che le morti di innocenti sono solo un “numero” da metter in conto all’arricchimento di pochi. Quindi, vanno sostenute tutte le battaglie degli “Assange” come, invece, vanno condannati quei paesi che “sparlano” di democrazia e la fanno “distorcere” dai poveri pavidi che li sostengono.

E’ importante chiedersi, inoltre, cosa possa tenere segreto al proprio popolo un paese che si definisca democratico.

 

[1] La Provincia e l’Impero di Mimmo Franzinelli – Alessandro Giacone – ed. Feltrinelli – pag. 22

[2] “09 Rome 97 Secret – Oggetto: Rapporti Italia-Russia: punto di vista dell’ambasciata di Roma… Alleviare il problema: indurre l’Italia a fare marcia indietro su un’influenza dagli effetti corrosivi § 18. (C/Nf) […] I funzionari d’ambasciata, i consiglieri politici e gli addetti alle questioni economiche hanno impegnato membri del partito, contatti all’interno del governo italiano, think tank e persino la stampa a far circolare interpretazioni alternative a quelle di Berlusconi, che insiste a presentare la Russia come un paese democratico e stabile vittima delle provocazioni occidentali. Il nostro sforzo sembra dare i primi frutti. L’opposizione ha iniziato ad attaccare Berlusconi, rimproverandogli di essersi schierato dalla parte sbagliata…”

Dens dŏlens 63 – Assange ed il potere.ultima modifica: 2012-08-27T08:56:00+02:00da iskra2010
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