Il “chi é” Stefano Folli e gli anni della strage, di Spadolini, Ciampi, Cossiga, in cui la P2 controllava l’intero Paese

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Da Angelo Ruggeri

Verbali del Tribunale della Storia – a futura memoria

Chi è” Stefano Folli,già collaboratore del bimestrale neofascista “IdeAzione

CRESCIUTO ALL’OMBRA DI SPADOLINI, CIAMPI e DELLA MASSONERIA, NEGLI ANNI IN CUI LA EVERSIVA LOGGIA MASSONICA P2 DI GELLI, IL PROTETTO DAGLI AMICI E GOLPISTI ARGENTINI, CONTROLLAVA L’INTERO PAESE.

NEGLI ANNI DI SINDONA, DELLA ELIMINAZIONE DIMORO,AMBROSOLI, BAFFI , PAPA LUCIANI, E DELLA STRAGE DI BOLOGNA, DI CUI NEL SUO ANNIVERSARIO – in base ad una inchiesta – I GIOVANI RISPONDONO O “NON SO” O “SONO STATE LE BRIGATE ROSSE“, a prova dell’occultamento, mistificazione e cancellazione della memoria e della storia del ‘900” .

MENTRE BENE E CON PIENA RAGIONE MONTI DICE: “QUELLO CHE POTEVO L’HO GIA FATTO”. E DOBBIAMO RICONOSCERE, CON SUCCESSO PIENO CHE PIU’ PIENO NON POTEVA ESSERE, IN SOLI OTTO MESI

E il “chi sono” Spadolini, Ciampi, Cossiga (ecc.)

CORREVANO GLI ANNI IN CUILA EVERSIVA LOGGIA MASSONICA P2 DILICIOGELLI, PROTETTO DAGLI AMICI E  GOLPISTI ARGENTINI, CONTROLLAVA L’INTERO PAESE, e STEFANO FOLLI SI “INCROCHIAVA” A PALAZZO CHIGI CON SPADOLINI, prima, e poi, con unex del partito d’Azione uscito sconfitto alla Costituente quale CIAMPI, vincitore del premio Carlo Magnodella città tedesca di Aquisgrana e RISPETTIVAMENTE NOMINATI CAPO” DEL PRIMO GOVERNO LAICO (sic!) o “TECNICO(sic!) e “CAPO” DI BANKITALIA, CIAMPI che sarà IL PRIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON PARLAMENTARE (il Capo dello Stato era il “Gladio COSSIGA”-poi dimessosi e provvisoriamente sostituito dal suo vice SPADOLINI – che al tempo formò la commissione di crisi del rapimento Moro, composta da massoni della eversiva Loggia P2). CIAMPI, cioè IL PRIMO CAPO DELLO STATO NON PARLAMENTAREDELLA STORIA d’ITALIA e “capo del primo governo comprendente anche i “post-comunisti” del PDS, oltre a DC-PSI- Partito Repubblicano-Partito Liberale- PSDI- socialdemocratico e Verdi (sic!), governo che ABOLI’ IL PROPORZIONALE  INTRODUCENDO L’UNINOMINALE MAGGIORITARIO la MADRE DI TUTTI I PORCELLUM, ed IMPEGNATO AD ATTUARE PARAMETRI E CULTURA DI MAASTRICHT, i cuiprincipi contrastano, subordinano e quindi cancellano i PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA PRIMA PARTE DELLA NOSTRA COSTITUZIONE. Il tutto con  “capo del governo” uno che NON E’ MAI STATO SOTTOPOSTO NEANCHE UNA VOLTA SOLA AL VOTO DEI CITTADINI, ma sempre e solo NOMINATO: come Monti. (Mica accadrà che dopo il governo e  come Ciampi, nomineranno Monti al Quirinale?)

LA P2 CONTROLLAVA ECONOMISTI, GIORNALISTI, MAGISTRATI, GENERALI DI CARBINIERI, FINANZA, ESERCITO, POLITICI, INDUSTRIALI, BANCHIERI, SERVIZI SEGRETI, BANDE TERRORISTICHE NEO-FASCISTE e cosi via; una LOGGIA (di iscritti come anche il centrodestra Berlusconi) SECONDA SOLO ALLA P1 DEI POTERI CAPITALISTICI “FORTI” capeggiati da DE BENEDETTI (TESSERA NUMERO 1 DEL PD di centrosinistra, ed Editore della repubblichina LA REPUBBLICA di Scalfari), il cui PIANO P2, anzitutto,MIRAVA ALLA ABOLIZIONE DEL PROPORZIONALE PURO CON COLLEGGI ELETTORALIUNINOMINALI E MAGGIORITARIO introdotti dal centrosinistra governo della P1 di Ciampi.

Insomma all’opposto di Piani quinquennali e triennali, attuati negli anni ’50 e ’60 e con le imprese pubbliche e partecipate PPSS, ma sopra tutto per opporsi agli “spezzoni” di programmazione e alle lotte in corso per completare pienamente la programmazione democratica sociale e politica (e non centralista e verticista come quella del centro-sinistra DC-PSI e del Piano Pieraccini ).

LA P2, COL SOSTEGNO DI SPADOLINI, CRAXI E CIAMPI ALLE RIFORME ISTITUZIONALI, HA PROGRAMMATO UNA PIANIFICAZIONE REAZIONARIA (se viene meno quella democratica c’è sempre e solo quella reazionaria) CON UN PIANO CHE CONTIENE TUTTE LE “RIFORME ISTTTUZIONALI”, ECONOMICHE, POLITICHE, PENSIONISTICHE, SINDACALI, SOCIALI E DEL LAVORO, DELLO STATUTO DEI LAVORATORI, DELLA MAGISTRATURA, DEL PREMIERATO E PRESIDENZIALISMO, DI RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI E ABOLIZIONE DEL BICAMERALISMO, BIPOLARISMO, SPESA VINCOLATA – con tanto di richiamo alla Germania – AL PAREGGIO DI BILANCIO INSERITO CON LEGGE E NELLA COSTITUZIONE, etc.; INSOMMA: UN PIANO P2 che NOTORIAMENTE CONTIENE TUTTO CIO CHE E’ GIA STATO FATTO e quello con cui ora lo SI VUOLE COMPLETARE.

Gli anni in cui la P2 controllava il Paese sono gli anni del rapimento e uccisione di Moro,della eliminazione al di qua e al di là del Tevere, di Papa Luciani che voleva fare pulizia e APRIRE ALLA TRASPARENZA nello IOR e fu sostituito  – guarda caso – dal reaganiano-thatcherianoJózef Wojtyła e di Baffi, governatore di Bankitalia che APRI’ ALLA TRASPARENZA e fu un vero riformatore del sistema bancario negli anni ’70, che sostenne l’Avvocato Giorgio Ambrosoli  liquidatore della Banca privata di Michele Sindona, ucciso l’11 luglio 1979 da un sicario: “Certo è una persona  che se l’andava cercando”, ha recentemente affermato Andreottidi Ambrosoli la cui sorte fu seguita da quella simile di Paolo Baffi e Sarcinelli che respinsero i piani improbabili di salvataggio (delle banche di Sindona) presentati a loro anche da Franco Evangelisti, braccio destro di Andreottie per questo pagarono carissima la loro onestà e determinazione. 

Sarcinelli arrestato e  Baffi risparmiato il carcere solo per l’età, prosciolto ma ormai eliminato – per essere poi sostituito,  guarda caso, da Ciampinominato governatore, guarda caso, dal presidente del consiglioFrancesco Cossigatramite “L’attacco alla Banca d’Italia” e l’imputazione falsa (come è stato dimostrato quando già era conseguito l’obiettivo dei suoi detrattori)  di favoreggiamento e interesse privato in atti di ufficio, nel corso di una inchiesta condotta dal Tribunale di Roma – definito il PORTO DELLE NEBBIE.            

Eliminato anche perchè Baffi è stato e rimane l’unico governatore di Bankitalia che ha sostenuto che il deficit di bilancio è un benese questo si crea usando le risorse per investimenti che aumentano la produttività ( la quale come si sa aumenta con gli investimenti tecnologici, cioè aumentando il capitale fisso e non già colpendo il capitale mobile, cioè il salario e l’occupazione dei lavoratori). Cosa che del resto ha fatto la Germania – in grave crisi negli anni ’90 –  che in barba ai parametri di Maastricht è andata in grande deficit pur di realizzare investimenti e tecnologie sia di processo che di prodotto, in tal modo aumentando la quota e la qualità del capitale fisso (cioè il macchinario) nei suoi prodotti, avendone un ritorno negli anni in crescita di produttività e qualità del prodotto, che gli hanno poi permesso di sanare il deficit di bilancio e il debito,grazie agli investimenti e al conseguente incremento di produttività e di prodotti di alta tecnologia e alla loro esportazione specie nei Paesi in corso di forte industrializzazione come la Cina grande importatrice dalla Germania dei macchinati per la produzione.                                                                           

Senza contare che Baffi era invisoanche perchè godeva di grande prestigio anche tra gli economisti di area PCI.                                                           

Baffi che arrivò persino a decidere la chiusura del mercato ufficiale dei cambi per tutelare la Lira dalle manovre speculative. Decisione attaccata – anche con una lettera di dissociazione scritta, guarda caso, a “La Repubblica P1”,  dal ministro del Tesoro Emilio Colombo uno uguale a MANCINO detentore di una FEDINA POLITICA – oggi accusato di falsa testimonianza rispetto alla trattativa mafia-stato – che mai avrebbe dovuto essere, come è invece stato, ministrocapo del consiglio della magistratura e tanto meno godere di intimità con un qualunque vertice dello stato.                                                                                 

Negli stessi anni in cui la P2 controllava l’Italia ed avveniva la strage di Bologna,Stefano Folli iniziò l’ascesa come portavoce di Spadolini capo del governo e primo uomo politico in Italia a parlare (prima dello stesso Craxi) di “riforme istituzionali” sin lì invocate esclusivamente dai Piani dei centri e poteri occulti capitalistici e criminali come la P2, autori della strategia dello stragismo e dei c.d. “opposti estremismi” terroristici,proprio per indurre a “riforme istituzionali” e modifiche costituzionali in senso liberale/autoritario, in nome della governabilità, ovvero per aprire nella storia – come nel passato pre-moderno – una nuova fase di dominio del potere dall’alto, di dominio dei ristretti vertici di governo sui Parlamenti, sullo stato, sulla società e sui popoli, sostituendo la sovranità popolare dello stato comunità con la sovranità di burocrati dello stato inteso come governo e quindi come apparati, funzionari, e anche polizia e gendarmeria internazionale  e nazionale, dal quale stato inteso come governo Gramsci e la storia hanno individuato la nascita e la istituzionalizzazione del fascismo, nel nesso irrefutabile tra l’autoritarismo dello stato liberale e il totalitarismo dello stato fascista.

Stefano Folli IL PUPILLO DI CIAMPI, DEI SALOTTI NERI DELLA NOBILTA’ ROMANA e DELLA MASSONERIA, per questo elogiato anche dal “gerarca La Russa”.

Dal Sole– aggiornato al 21 aprile 2010.

Stefano Folli nasce a Roma nel 1949 da famiglia di origini milanesi. (“Non devi pretendere troppo, l’è un milanes –in italiano nella lettera di Engels a Labriola a proposito di Turati.) Muove i primi passi nel giornalismo alla “Voce Repubblicana”, l’organo storico del Pri. Nel 1981 viene nominato direttore responsabile della nuova edizione della “Voce”. Collaboratore di Giovanni Spadolini, Folli ne è il portavoce a Palazzo Chigi durante l’esperienza del primo governo a guida laica, fra il 1981 e il 1982. Nel 1989 passa al “Tempo” (giornale reazionario, n.d.r come caporedattore politico. Dalla fine del ’90 è al “Corriere della Sera”, come notista politico e, più tardi, editorialista, fino ad assumerne la direzione tra il 2003 e il 2004. Dal 2005 è editorialista de “Il Sole 24 Ore”. Folli ha anche fondato e diretto la rivista di affari internazionali “Nuovo Occidente” (ovvero fautrice dello storico e famigerato “occidentalismo” condannato anche dal Concilio Vaticano II, n.d.r).

Carriera all’ombra di Palazzo Chigi di Spadolini, del Quirinale di Ciampi e dei salotti neri della nobiltà romana. Scritto quando Folli anticomunista doc, fu nominato direttore del Corsera dal P2 Berlusconi.

Per formazione politica, ideologica, culturale e professionale, Stefano Folli, il neo direttore responsabile del “Corriere della Sera” imposto dal P2 Berlusconi col concorso del presidente della Repubblica Ciampi sulla poltrona di comando del più prestigioso e influente quotidiano della borghesia italiana al posto del “dimissionario” Ferruccio De Bortoli, è un anticomunista doc in odore di massoneria, che ha costruito la sua carriera all’ombra del Quirinale e tra i salotti neri della nobiltà romana fra cui quello della signora Angelillo a Palazzo Giustiniani.
Illuminante in tal senso è l’investitura del
Quirinale che ha salutato il colpo di mano in via Solferino con questa eloquente frase: “Ferruccio De Bortoli è un grande giornalista, ma Stefano è un amico”.

Nato a Roma il 18 giugno 1949, iscritto all’albo dei professionisti dal 1975, Folli compie i primi passi da giornalista proprio alla Voce Repubblicana, prima che l’organo storico del Pri chiuda nel ’78. Un giornale del quale, poi, quando nell’81 torna in edicola, assume la direzione. In quell’anno Folli entra a far parte anche dello staff a Palazzo Chigi di Giovanni Spadolini, primo presidente del Consiglio laico nella storia della Repubblica.

E proprio di Spadolini, che è stato direttore del “Corriere della Sera” dall’11 febbraio 1968 al 14 marzo 1972, Folli raccoglie 31 anni dopo l’eredità al timone del quotidiano di via Solferino.

Alla guida della “Voce Repubblicana” resta fino all’89, per passare poi al Tempo, il megafono della borghesia e della nobiltà in camicia nera romana, con l’incarico di caposervizio politico. Nel ’90 Folli arriva al Corriere, durante la direzione di Ugo Stille, dove diventa notista politico e cura la rubrica di analisi politica “Il punto”. Ha fondato e diretto la rivista di affari internazionali “Nuovo Occidente” e collaborato a molte altre riviste fra cui spicca il bimestrale neofascista “IdeAzione” fondato nel 1994 e diretto dal fascista e allora neo consigliere Rai Marcello Veneziani.

Tra un premio e un altro, ha redatto le schede politiche per la trasmissione “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa.

Con queste credenziali è normale che la destra neofascista esulti e tenti di nascondere il vero significato di questo autentico golpe giornalistico dichiarando per bocca del “gerarca fascista Ignazio La Russa” che: “I partiti sono estranei a questa nomina: Folli è apprezzato da tutti”. Ivi compreso, aggiungiamo noi, il vertice del partito della “rifondazione trotzkista” capeggiato da Bertinotti che, invece di smascherare l’intera operazione, ha addirittura definito Folli un giornalista di “grande professionalità, capacità analitica e equilibrio da liberale autentico”, che “merita auguri non formali di buon lavoro” finendo, come al solito, per coprire a sinistra il cesarismo ovvero il presidenzialismo di Berlusconi e il cesarismo presidenzialista dei suoi omologhi di centrosinistra .
Insomma,
come Mussolini, che nel 1925, nello stesso anno in cui introdusse il presidenzialista premierato del capo del governo, col beneplacito del re Vittorio Emanuele III costrinse alle dimissioni il liberale conservatore Luigi Albertini e piazzò alla direzione del “Corriere della Sera” i suoi fidi pennivendoli: Ugo Ojetti, per due anni, e poi Aldo Borelli; allo stesso modo il 30 maggio, Berlusconi, figlio del maggioritario voluto da Ciampi e dei partiti e governi del capo, col concorso del presidente del Capo dello Stato “Carlo Alberto Ciampi detto Azeglio” e la copertura a sinistra dei neorevisionisti di oggi hanno “convinto” Ferruccio De Bortoli a dimettersi e al suo posto hanno piazzato il “loro uomo”: Stefano Folli.

Il “chi é” Stefano Folli e gli anni della strage, di Spadolini, Ciampi, Cossiga, in cui la P2 controllava l’intero Paeseultima modifica: 2012-09-01T08:22:00+02:00da iskra2010
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