Anniversari. Il Rosso e il Bianco. De Gasperi e Togliatti “padri” della patria, della democrazia e della Repubblica

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da Angelo Ruggeri

Anniversari.

Il Rosso e il Bianco: Alcide De Gasperi, 19 agosto, PalmiroTogliatti, 21 agosto

“Il caso nella storia”, argomento sempre dibattuto dagli storici, sembra avere una sua rilevanza, se è veramente tale e non apparentemente casuale, come si potrebbe dire nel caso della morte di Berlinguer che ha spianato la strada a quella “soluzione finale della questione comunista in Italia”, così significativamente definita da agenti della CIA nelle loro deposizioni nei processi, verbalizzate e depositate nei Tribunali della Repubblica.

E’ un “caso” (della storia) la circostanza che consente la simultanea celebrazione di quelli che sono stati definiti i due “padri” della patria: De Gasperi e Togliatti per quella repubblicana, come Garibaldi e Cavour per quella risorgimentale (come in occasione del ventennale della loro morte scrissero i giornali).

IL ROSSO E IL BIANCO, appunto. Due vite parallele. Destini incrociati. Entrambi alle prese con un centro esterno, l’uno “l’uomo del Vaticano”, l’altro definito, impropriamente, “l’uomo di Mosca”, perché, dopo aver fondato “L’Ordine Nuovo” insieme a Gramsci, partecipato al movimento dei Consigli di fabbrica e alla fondazione del PCI messo fuorilegge dal regime fascista, dopo la carcerazione di Gramsci su ordine diretto di Mussolini che disse “bisogna impedire a quel cervello di funzionare” (cervello di Gramsci che da accusatodivenne accusatore nel “processo” – organizzato dal regime per dare una esemplare lezione e segnale a tutti gli oppositori), Togliatti fu costretto a sfuggire alle persecuzioni del regime fascista, diventando esule a Parigi e poi a Mosca, dove nel 1928 si oppose ma non riuscì ad impedire la “svolta” autoritaria e contraria all’unità antifascista imposta da Stalin all’Internazionale comunista. Ma Togliatti ebbe la sua rivincita nel 1935 quando il suo lavoro antifascista culminò nella controsvolta dell’Internazionale e l’avvio della politica di “unità antifascista” voluta da Togliatti e Dimitrov, capi del Comintern, ed espressa nei fronti popolari.

Tra Togliatti e De Gasperi c’è una forte analogia nel modo in cui intrattengono i rapporti con i rispettivi centri esteri. Entrambi, evitano lo strappo irrimediabile, ma senza mai capitolare o rinunciare alle proprie e autonome idee e politiche.

Mai apertamente ribelli ma neppure mai “portavoce” obbedienti. Più di una volta rischiano di essere sconfessati e messi da parte, e certo in un modo ben più pericoloso e “definitivo” per Togliatti, autore di un rapporto al Comintern, steso appena giunto in Spagna con le brigate internazionali opposte al golpista Franco, in cui non esista a denunciare la mancanza di una vera democrazia e dal basso nella Repubblica spagnola, nei partiti, nei sindacati e nelle istituzioni locali, incapaci, tutti, di essere canali di partecipazione e democrazia, di collegarsi e far pesare al loro interno le masse di lavoratori e popolo: diventando profetico nel prevedere che questo porterà la Repubblica alla sconfitta e coerente nell’anticipare quella forma di democrazia avanzata, sociale e di massa su cui si fonderà la Repubblica e la Costituzione italiana. Per questo, con De Gasperi, Togliatti viene definito un “padre” fondatore della democrazia.

Entrambi, si potrebbe dire, hanno appreso la lezione dei loro predecessori Sturzo e Gramsci che non riuscirono ad evitare lo scontro con le loro case, cattolica l’una e comunista l’altra.

Ed e qui (anche) che emerge la loro “grandezza”: ad es. con l’intervento alla Costituente sull’articolo 7. La grandezza e l’autonomia di Togliatti emergono anche nella capacità dei Comunisti di allora di adeguare il proprio comportamento nell’interesse dei Lavoratori e dell’Unità Nazionale, senza mai rinunciare allo scopo,al fine che, per Togliatti, è quello di una “democrazia sostanziale” e non solo formale, della emancipazione dei lavoratori dallo sfruttamento capitalistico, di giustizia e uguaglianza sociale propria di una vera democrazia, e quindi non l’uguaglianza nei “diritti” e formale ma una uguaglianza sociale ed economica sostanziale e quindi non solo politica e giuridica formale, come avviene nei sistemi liberali diversamente da quelli democratici.

In un lucida analisi Aldo Natoli (con Pintor intellettualmente rigoroso come non ce ne sono più da tempo in Il Manifesto che fondarono), illustrava la “DIMENSIONE STORICA del leader del PCI” (quale oltre che di Marx e Lenin era propria di Gramsci e di ogni comunista vero, n.d.r).

In un saggio intitolato ” Da Stalin a Cavour”, Natoli dice: “La grandezza di Togliatti deve vedersi nel suo concepire e praticare la politica come storia nel suo farsiTogliatti era uomo a cui non faceva velo alcuna illusione.

Il suo é un realismo attivo (ci sono due realismi, dice Gramsci: il “realismo progressivo” di chi parte dalla realtà per cambiarla e il ” realismo regressivo” di chi accondiscende, subisce supinamente e si assoggetta alla realtà quale è, rinunciando all’azione per migliorarla cambiandola, a cui si rifà la ex- “sinistra” conservatrice di oggi, n.d.r.): FARE I CONTI CON LA REALTA’ PER LUI VUOL DIRE RACCOGLIERE LE FORZE REALI; PER QUANTO SIANO RIDOTTTE, DISPERSE, DIVISE, INIZIARE CON ESSE UN LAVORO DI LUNGA DURATA PER UN OBIETTIVO LONTANO, CUI SI GIUNGE ATTRAVERSO VIE DIVERSE E MOLTEPLICI; NELLA VITTORIA SFRUTTARE IL SUCCESSO, NELLA RITIRATA COMBATTERE BATTAGLIE DI RETROGUARDIA, NELLA SCONFITTA RICOMINCIARE CON L’ORGANIZAZIONE DELLA LOTTA ILLEGALE, DOPO AVER SALVATO TUTTI I QUADRI SALVABILI (come fece durante la tempesta violenta e la repressione staliniana, n.d.r). E’ UN MAESTRO DELLA SCUOLA DEL KOMINTERN. UN GRANDE ITALIANO, un GRANDE ITALIANO COLTO”.

Una lezione attualissima del “grande italiano colto”, che vale per movimenti, gruppi e tutti coloro che oggi vorrebbero essere ” comunisti” o “sinistra” senza esserlo veramente, perchè non hanno appreso o hanno cancellato dal loro pensiero e dalla prassi l’intelligenza del “realismo progressivo” di Gramsci e del “realismo attivo” di Togliatti che insegna a “raccogliere le forze per quanto ridotte, disperse, divise e iniziare con loro UN LAVORO DI LUNGA DURATA PER UN OBIETTIVO LONTANO” e non per la prossima scadenza elettorale e per andare al governo dopodomani.

Anniversari. Il Rosso e il Bianco. De Gasperi e Togliatti “padri” della patria, della democrazia e della Repubblicaultima modifica: 2012-09-03T08:03:00+02:00da iskra2010
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