Donne e media

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Oggi vorrei parlare di un tema che mi sta particolarmente a cuore e che ho avuto modo di vedere nuovamente emergere durante le vacanze estive: la figura femminile nelle pubblicità e nei media.
In questi giorni mi è capitato di ri-guardare un vecchio film registrato dalla televisione anni fa e a cui non erano stati tagliati gli spot pubblicitari. In questo modo ho notato come, rispetto ad oggi, questi ultimi fossero molto meno orientati verso il sesso e la figura della donna come oggetto “di piacere”, ma più rivolti verso un’idea di donna- moglie o donna-casalinga.

Dunque, nel corso degli anni, possiamo notare come il ruolo di noi donne nella società cambi (non di certo in positivo), ma rimanga comunque sempre incasellato, legato a stereotipi dal quale ci è impossibile fuggire.
Gli spot proposti oggi inducono la donna  a pensare (ed inevitabilmente anche l’uomo) che l’unico modo per esprimere se stessa, i suoi desideri e la sua personalità, sia attraverso il proprio corpo e la propria sessualità.
Tutto ciò non sarebbe completamente sbagliato, se non fosse che la donna, oltre ad avere un corpo sessuale e sessuato, ha anche un cervello pensante.
Ciò che c’è di sbagliato è la modalità di espressione che viene proposta dai media alle vecchie e nuove generazioni: corpi sempre più magri ed emaciati, figure esilissime accompagnate da una taglia di seno spropositata che si offrono all’uomo come “strumento” di eccitazione sessuale, ma senza desideri e bisogni propri.
Ne sono un esempio lampante certi filmati pornografici, dove una donna sembra poter provare un orgasmo al solo minimo tocco dell’uomo con cui si trova: situazione ben lontana dalla realtà.
Tutto ciò fa crescere ragazzi e ragazze con un’idea completamente distorta della sessualità femminile e dell’importanza che il corpo ha nell’espressione di ognuno di noi.

In alternativa a queste figure di donne “iper-sicure” e sessualizzate, abbiamo una sfilza di donne – casalinghe felici che si occupano della pulizia del loro bagno come se ne valesse della salute dei loro figli e del loro matrimonio; donne esclusivamente mogli e madri, perché, probabilmente, per i pubblicitari è impensabile rappresentare delle coppie di fatto (realtà estremamente vasta del nostro paese) o, addirittura, uomini che si occupano dei propri figli e della propria casa; ragazze e donne ossessionate dal tempo che passa e schiave di creme antirughe già dai 25 anni “perché poi diventa troppo tardi”, dal proprio aspetto fisico e che, quindi, quando mangiano, si rimpinzano di corn flakes pieni di fibre, yogurt sgonfianti pubblicizzati dalla star televisiva di turno, barrette cereali dietetiche o di soli beveroni per dimagrire (per piacere all’uomo).

Ma cosa vogliono veramente le donne? Come si vedono e come si “vivono”? Come le fanno sentire questi stereotipi dilaganti e ormai secolari che le inseguono dalla nascita?
Perché non dare spazio anche nelle pubblicità e nei media, come nella Real Beauty Campaign della compagnia Dove, alle donne vere, alle vere fruitrici dei prodotti sponsorizzati? Alle donne che lavorano, che studiano, che parlano di ciò che conoscono e desiderano e che cercano di affermarsi in quanto persone?
Perché limitarci a figure irreali, “costruite” e mute come le ragazze delle pubblicità di Victoria’s Secret?

E poi… è davvero quello che desiderano anche gli uomini? Siamo sicuri e sicure che l’uomo sia così stupido e superficiale da accontentarsi solo della compagnia di un corpo e non sia, invece, interessato ad avere al suo fianco una donna capace di ragionare, raccontare e, perché no?, dissentire?
Forse dovremmo rifletterci…

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Donne e mediaultima modifica: 2012-09-16T08:10:00+02:00da iskra2010
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